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“Notturno di donna con ospiti”: la recensione
Una luce fredda illumina l’interno della casa, malinconica una nenia napoletana si effonde nell’ambiente, una donna, assopitasi sulla scala, aspira
Una luce fredda illumina l’interno della casa, malinconica una nenia napoletana si effonde nell’ambiente, una donna, assopitasi sulla scala, aspira
Il canto iterato di una nenia popolare, i passi di un uomo, la luce fioca di una lanterna; si aggira
La forma vaporosa d’un abito bianco, un rumore di passi, l’avanzare di un uomo (Walter Montevidoni) dal buio alla luce;
Un uomo steso a terra; nell’udire un gemito sobbalza, frastornato barcolla, deambula incerto sulla scena; scarpe, bottiglie, resti dispersi di
Riversi, scuri, appesi a testa in giù, ciondolano i corpi morti di Egisto e Clitemnestra, corpi uccisi dalla loro stessa
Buio, tuoni, poi luci sconnesse; s’intravedono nell’oscurità gli oggetti vitrei che abitano la stanza. Lui e lei non si conoscono
Nulla occupa il palco se non due figure; vestite di nero, compongono un collage di ricordi, fondono memorie di menti
E’ uno spazio dentro lo spazio la piccola piattaforma lignea; sopraelevata rispetto alla scena (Elisa Savi), ospita strumenti, cappelli, sedie
Su un trittico si articola la scena; dapprima una lite ne anima la parte sinistra, poi la luce si sposta
Un bianco diffuso domina la scena, bianco delle parrucche, cipria sui volti, candore antico dei preziosi costumi (Maria Barbara de
“Stranissimo luogo, e più strani ancora sono coloro che lo abitano”; avanza sul palco un uomo col volto sporco, incede
La scena si innalza su una verticalità immane, costruita su più piani si articola tra cunicoli, porte, trasparenze, stagliata sul