
I PRETENDENTI: La recensione
Su un trittico si articola la scena; dapprima una lite ne anima la parte sinistra, poi la luce si sposta
Su un trittico si articola la scena; dapprima una lite ne anima la parte sinistra, poi la luce si sposta
Un bianco diffuso domina la scena, bianco delle parrucche, cipria sui volti, candore antico dei preziosi costumi (Maria Barbara de
“Stranissimo luogo, e più strani ancora sono coloro che lo abitano”; avanza sul palco un uomo col volto sporco, incede
La scena si innalza su una verticalità immane, costruita su più piani si articola tra cunicoli, porte, trasparenze, stagliata sul
Rarefatta l’atmosfera, delicato il fraseggio, morbido il suono che apre l’orecchio all’altrove; è appoggiato al legnoso bancone di un bar
Due donne confabulano, parlottano, rassettano la stanza; un’eccentrica colf, un’anziana signora, attendono curiose l’imminente arrivo degli ospiti. E’ nel tranquillo
Gremiti, s’affollano i personaggi, articolano le loro traiettorie fra i cubi dorati, tra le pareti bronzee; travolti da un ritmo
Buio, buio profondo, dietro le sbarre scure di una finestra s’intravede il cielo d’un luogo remoto, unico punto di fuga
Aleggia sul proscenio un biancore gelido, una luce pallida si proietta sul cemento obliquo, suolo ove un corpo, abbandonato al
Polvere, la polvere rossa dell’Oklaoma, che come nube scurisce il cielo, che si disperde, che ammanta la terra. Trascorsa è
Due uomini immobili sulla scena; hanno grembiuli bianchi, canestri di limoni alla loro destra, ne tagliano uno, lo ingurgitano, avidamente;
Fili di luce, una panchina, il fischio assordante di un treno in corsa; due interlocutori ad abitare la penombra: “Chi