La zattera astronomica, come sopravvivere a un papà scienziato: la recensione

Convivere con uno scienziato non è facile, specialmente se è tuo padre: l’esilarante libro di Giulia Bignami

Un’infanzia all’insegna di voli pindarici fra un universo cosmico e la realtà, rimanendo con i piedi per terra, è la sintesi perfetta de “La zattera astronomica, come sopravvivere a un papà scienziato”, libro scritto da Giulia Bignami, edito Baldini + Castoldi. L’autrice nata a Milano, classe ’90, dopo il conseguimento di una laurea in chimica, ha fatto uscire una serie di racconti biografici in cui rievoca dei ricordi che l’hanno vista trovarsi spesso in stravaganti situazioni quasi comiche.

Il protagonista è il padre Giovanni, uno scienziato che lavora per l’Agenzia Spaziale Italiana, persona priva di ogni qualsivoglia tipo di freno inibitorio, motivo per cui la figlia, già alla tenera età di sei anni, inizia a formulare delle considerazioni personali davvero buffe su di lui e sullo strano mondo che lo circonda e nel quale lei si trova a crescere. L’uomo, ignaro di suscitare così tanto clamore ai suoi occhi, sfida costantemente se stesso e la famiglia nel dimostrare di essere letteralmente in grado di fare qualsiasi cosa. E ciò sarebbe alquanto sorprendente se non fosse che gli manchino le dovute conoscenze pratiche, difatti si cimenta in prove che rasentano il ridicolo e che di conseguenza provocano ilarità in chi ne legge attonito lo svolgimento.

L’astrofisico, per non farsi mancare niente, nel susseguirsi delle folli avventure, invita con entusiasmo molti colleghi, i quali reagiscono il più delle volte controvoglia. Alcuni simpatici nomi sono, Nanni, l’ammiraglio Capra, il professor Villaggio. Tali figure, attraverso l’ironia dissacratoria di Giulia non vengono descritte come persone “normali”, piuttosto come personaggi del tutto fuori luogo. Gli alti profili, per certi versi inspiegabilmente adulti, hanno atteggiamenti decisamente infantili, e forse qualche “lezione di vita”, nel senso più compassionevole del termine, non gli farebbe male.

Già dal resoconto del primo episodio la scrittrice ormai serenamente rassegnata, ci mette in guardia, rendendo noto che l’insistenza e la convinzione che il papà riservava per le proprie imprese avvincenti saranno due stati d’animo ricorrenti in ogni storia.

La narrazione parte da una giornata di vacanza estiva in Liguria, quando il caldo sole risveglia un desiderio compulsivo nel “tuttofare” ossia realizzare una zattera, costruita con legna trasportata fisicamente via mare; si prosegue con un’improbabile nuotata lontano dalla costa durante la quale, per poco, rischiava di schiantarsi contro dei Canadair. Rimanendo nel contesto feriale, sicuramente degna di nota è l’organizzazione della “caccia notturna ai satelliti”, con amici e ospiti occasionali; un’ardua competizione a tutti gli effetti, rigorosamente a punti.

Passata l’estate i Bignami tornavano nella loro casa di Roma, in Via Nizza 46, ma l’esuberanza che accompagna il sapientone in questione non resta sulle spiagge nordiche… a dimostrarlo è il mancato volo spiccato dal balcone dei vicini con il catastrofico risultato di rimanere sospeso nel vuoto attaccato a una corda, nel tentativo di entrare nel proprio appartamento aprendo le finestre dall’esterno.

A livello culinario non potremmo che aspettarci altrettante discutibili doti, come la passione nel conservare e assaporare del formaggio con all’interno dei vermi, o il dare fuoco alle pesche con l’alcool etilico (per uso alimentare) così che al buio gli ospiti rimangano folgorati dall’effetto scenografico causato dalle inaspettate fiamme.

La peculiarità di questa sorta di diario è la piacevole scorrevolezza della lettura, che nonostante la presenza di argomentazioni di carattere scientifico è arricchita da un linguaggio diretto e confidenziale. Il romanzo riesce a coinvolgere con stupore e divertire per ogni strampalata circostanza in cui anche il lettore verrà catapultato pagina dopo pagina. E a dirla tutta anche se Giulia avrebbe preferito non vivere sulla propria pelle tante delle vicende cui fa riferimento, dalla sua penna traspare una velata malinconia di tempi gioiosi. Essendosi immedesimati con la fantasia in ogni capitolo, si rimarrà certamente con una considerevole dose di buon umore.