
I PRETENDENTI: La recensione
Su un trittico si articola la scena; dapprima una lite ne anima la parte sinistra, poi la luce si sposta
Su un trittico si articola la scena; dapprima una lite ne anima la parte sinistra, poi la luce si sposta
Un bianco diffuso domina la scena, bianco delle parrucche, cipria sui volti, candore antico dei preziosi costumi (Maria Barbara de
“Stranissimo luogo, e più strani ancora sono coloro che lo abitano”; avanza sul palco un uomo col volto sporco, incede
La scena si innalza su una verticalità immane, costruita su più piani si articola tra cunicoli, porte, trasparenze, stagliata sul
Rarefatta l’atmosfera, delicato il fraseggio, morbido il suono che apre l’orecchio all’altrove; è appoggiato al legnoso bancone di un bar
Il riposo, l’eleganza, il desiderio di operare nel segno di una semplicità “esaltata come fine supremo dell’arte” – cosi interpretato
L’immagine è infinitamente riproducibile, l’uomo, risucchiato dall’apparato scenografico (Flavia Mastrella)cambia luogo e posa, irrefrenabile fino a rendersi multiforme, onnipresente perché
Lui inginocchiato a terra, lei ferina, ora schiva ora rabbiosa si muove a scatti nella sua traiettoria: è il movimento
Una luce opaca avvolge il proscenio, illumina fioca il gesticolare di Capannelle; è il bizzarro personaggio ad introdurci nella Roma
Nel viale buio, un uomo; chiama un altro uomo, con una scusa lo esorta ad affacciarsi dalla finestra, a sporgersi;
Due donne confabulano, parlottano, rassettano la stanza; un’eccentrica colf, un’anziana signora, attendono curiose l’imminente arrivo degli ospiti. E’ nel tranquillo
Gremiti, s’affollano i personaggi, articolano le loro traiettorie fra i cubi dorati, tra le pareti bronzee; travolti da un ritmo