
Venere e Adone al Globe
Si affaccia Il Bardo (Gianluigi Fogacci) sull’orlo del proscenio, avanza danzando per poi indietreggiare, s’accinge a narrare il poemetto che

Si affaccia Il Bardo (Gianluigi Fogacci) sull’orlo del proscenio, avanza danzando per poi indietreggiare, s’accinge a narrare il poemetto che

Le pose, i costumi, la riverenza di un interno ove pochi oggetti si fanno suggeritori d’un convivio borghese, di un’ilarità

Finestre come varchi di mondi paralleli, di destini eventuali, mai accaduti; è con il naso schiacciato contro la vetrata, che

Nello spazio scuro, un uomo e il suo cappello; nel silenzio il lieve trambusto delle sue scarpe laccate, poi l’inizio

Note basse come tonfi; sul palco nudo da ogni orpello l’uomo con la muta attraversa orizzontalmente la scena, procedendo su

Due fratelli, una reciproca richiesta d’aiuto, due esistenze che annaspano nel terrore di sprofondare nel baratro, nella miseria: il distacco

Si aggira nello spazio angusto, si siede, mangia, beve dalla bottiglia: avanzando in una sequenza di primissimi piani, Nicola raggiunge

La vera chiave, il punto centrale lo fornisce con un sorriso la Direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, e lo

Il profilo di un uomo avvolto nella densa penombra, le mani strette al foglio, le gambe soggette ad un tremare

Tre fratelli, un legame profondo; un destino familiare che muta luogo e forma, che si articola incerto e bizzarro dinanzi

Cinico, disincantato, noncurante verso di sé, verso la vita, verso la morte: nulla ha più senso per Tony dopo la

Quattro pazienti, qualcuno non sa di esserlo, un luogo virtuale, un terapeuta fantasma: nessuno è conscio di ciò che sta