AFTER LIFE, LA SERIE: la recensione

Cinico, disincantato, noncurante verso di sé, verso la vita, verso la morte: nulla ha più senso per Tony dopo la perdita della moglie, il mondo esterno si tramuta in un bacino di cause, motivazioni confluenti alla propria autocommiserazione.

Distribuita da Netflix a partire dal Maggio 2019 “After Life” è la serie tv britannica, diretta e prodotta da Ricky Gervais, interprete principale e produttore esecutivo insieme al pluripremiato Charlie Hansonin: girata perlopiù a Londra nell’estate 2018, si compone di due stagioni di sei episodi ciascuna, in previsione di una terza stagione, ufficializzata lo scorso 6 Maggio.

Puntate brevi, immediate, articolate su sequenze di sketch, trasversalmente attraversate da un’ironia tagliente: cosi come l’atteggiamento di Tony, anche il suo interagire con il contesto e le persone che lo circondano, si sviluppa nell’avvicendarsi, volutamente surreale, tra dolore e sarcasmo, ora scissi, ora indistinguibili nell’animo del protagonista.

Sebbene il posto di lavoro appaia ai suoi occhi come un giornale gratuito che non interessa a nessuno, è proprio The Tambury Gazette ad assumere il ruolo di spazio nevralgico della vicenda, insieme all’abitazione solitaria, al cimitero, alla casa di riposo, sede dell’anziano genitore del protagonista: la sua casa è spoglia, il frigo sempre vuoto, solo un cane riesce a distoglierlo nell’ambiente domestico, dal tentativo di suicidio, dall’alcol, dai video di istruzioni lasciatigli dalla moglie come aiuto in una vita senza di lei.

Eppure, a farsi svincolo per la metamorfosi caratteriale dell’uomo sull’orlo del baratro, a renderlo in grado di compiere un percorso dinamico volto a sconfiggere il vuoto che lo attanaglia, è l’eterogeneità dei caratteri che lo circondano: non solo i colleghi del giornale, ma anche le insolite, salvifiche presenze di personaggi sui-generis, risveglieranno in Tony un’autenticità a lungo rimossa dal suo quotidiano.

Interpretata da Ricky Gervais, Tom Basden, Tony Way, Diane Morgan, Mandeep Dhillon, David Bradley, Kerry Godliman         , Ashley Jensen, Paul Kaye, Penelope Wilton, Joe Wilkinson, Michelle Greenidge    , Roisin Conaty, Tommy Finnegan, Jo Hartley, David Earl, Ethan Lawrence, Laura Patch, Tim Plester; la black comedy si appresta a raccontare una storia sapientemente bilanciata tra leggerezza e sofferenza e costruita sulla vivace contrapposizione fra atmosfere e registri linguistici.

Cinema & TV
Elena Salvati

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