“Augusto”: La recensione
Sono immobili le loro sagome, seduti a terra le circonda una bianca fluorescenza, cominciano a correre nella traiettoria concentrica d’un
Sono immobili le loro sagome, seduti a terra le circonda una bianca fluorescenza, cominciano a correre nella traiettoria concentrica d’un
Schiene curvate, ritorte, tatuate, schiene nude; nell’orizzontalità ipnotica di un folgorante percorso visivo ci invitano ad essere scrutate, si affermano
Ovunque brusio, s’avverte un clangore metallico, il sordo chiudersi di un portale. L’uomo inizia a parlare come “sospeso in un
Un telo bianco sulle spalle, un bouquet fra le mani; l’uomo si alza, guidato dall’armonica, invoca il suo canto. Nostalgia
Si direbbe una forsennata pantomima, l’iterazione spasmodica di un quotidiano deformato, serigrafato. Tre sagome si muovono pervase da un’intermittenza totalizzante, ripetono
Candidi, i lenzuoli tradiscono il lento orchestrarsi delle ombre; si muovono le sagome in un sincrono di frenesia e d’attesa:
“Signore! Mi si dice che qui ho sognato per cinque anni e più!” E’ una ghirlanda illusoria a scatenare lo
Panneggi sospesi, fiamme oscillanti entro gabbie d’uccelli; una nebulosa sottile simile a nevischio sembra sprigionarsi dall’ “upper stage” e lentamente
“Al rumore dei tuoni, quando alla vostra sinistra comparirà una luce, uno di voi si alzerà e leggerà questa poesia”
Di chi si parla quando si parla di me? – una domanda echeggia struggente, questione irrisolta di un’identità, di una
E’ un appello pubblico, ma anche un discorso privato; è dialogo a tre teste ma anche crono-proiezione, salto che avanza
Sgargianti, fluorescenti, appariscenti; otto personaggi abitano lo spazio del proscenio; ancora immobili si ergono alle spalle di una scena dalle