
AL DI LÀ DEL MURO AL Piccolo Eliseo: La recensione
Dentro il sipario, un altro sipario; morbida coltre scura oltre la quale piccoli ombrellini bianchi sembrano levitare. S’aggrappano ai manici
Dentro il sipario, un altro sipario; morbida coltre scura oltre la quale piccoli ombrellini bianchi sembrano levitare. S’aggrappano ai manici
Dapprima una pizzica, danza festosa tra sposi, poi l’ombra inquieta e nitida d’un silenzio. E’ la litote angosciante tra vita e
E’ una storia di argonauti, vicenda di mutazioni, burrasche, scoperte; è la storia di un teatro, spazio vivo che negli
Pennellate dense, grumose, reagiscono al materiale legnoso che le accoglie, che mutua e trasforma i loro caratteri antropomorfi. Sono linee
Sono immobili le loro sagome, seduti a terra le circonda una bianca fluorescenza, cominciano a correre nella traiettoria concentrica d’un
Schiene curvate, ritorte, tatuate, schiene nude; nell’orizzontalità ipnotica di un folgorante percorso visivo ci invitano ad essere scrutate, si affermano
Ovunque brusio, s’avverte un clangore metallico, il sordo chiudersi di un portale. L’uomo inizia a parlare come “sospeso in un
Un telo bianco sulle spalle, un bouquet fra le mani; l’uomo si alza, guidato dall’armonica, invoca il suo canto. Nostalgia
Si direbbe una forsennata pantomima, l’iterazione spasmodica di un quotidiano deformato, serigrafato. Tre sagome si muovono pervase da un’intermittenza totalizzante, ripetono
Candidi, i lenzuoli tradiscono il lento orchestrarsi delle ombre; si muovono le sagome in un sincrono di frenesia e d’attesa:
“Signore! Mi si dice che qui ho sognato per cinque anni e più!” E’ una ghirlanda illusoria a scatenare lo
Panneggi sospesi, fiamme oscillanti entro gabbie d’uccelli; una nebulosa sottile simile a nevischio sembra sprigionarsi dall’ “upper stage” e lentamente