Un unico atto per Coefore/Eumenidi a completare l’Orestea di Livermore

A concludere la trilogia dell’Orestea firmata da Davide Livermore è Coefore/Eumenidi, l’unione del secondo e terzo atto dell’unica trilogia tragica giunta sino a noi nella sua interezza. Il progetto è una produzione del Teatro Nazionale di Genova insieme all’INDA – Istituto Nazionale del Dramma Antico e lo spettacolo è in cartellone al Teatro Ivo Chiesa fino al 25 marzo.

Ci ritroviamo sulla stessa scena dell’Agamennone, sono passati dieci anni dalla morte del protagonista eponimo e un velo di nebbia riempie l’atmosfera: la storia prende avvio con il ritorno di Oreste (Giuseppe Sartori) – allontanato da bambino dalla reggia – che, sulla tomba del padre, ritrova la sorella Elettra (Anna Della Rosa).

È il desiderio di vendetta che guida Oreste, spinto dal dio Apollo, indirizzando il suo odio verso la madre. Il sangue chiama altro sangue.

Come nella prima parte della trilogia, così a dominare la storia è il desiderio di vendetta, ma in queste due opere Eschilo, e di rimando anche Livermore rispettando la morale voluta dall’autore, descrive un passaggio fondamentale per la nostra civiltà: con le Erinni che cercano una vendetta cieca e la successiva nascita di un tribunale viene segnato il passaggio dalla legge del taglione alla giustizia amministrata dagli uomini attraverso giudizio.

orestea
foto di scena

Come testimonia anche la presenza stessa delle Erinni, che in particolar modo vendicano i delitti dello stesso sangue, i legami familiari sono protagonisti contorti di questa trilogia: un padre che sacrifica la figlia, una moglie che uccide il marito, un figlio e una figlia in cerca di vendetta contro la madre, un padre venerato, ma mai realmente conosciuto, una madre che gioisce alla notizia della morte del figlio, un fratello e una sorella che si ritrovano uniti dall’odio.

In questa rappresentazione colossale ogni elemento è studiato con precisione, in parte richiamando la simbologia antica, in parte aggiungendo innovazioni contemporanee.

Gli effetti scenici e visivi di curati dallo stesso Livermore con Lorenzo Russo Rainaldi, e con la scena illuminata da Marco De Nardi, dominano e sovrastano lo spazio scenico, talvolta immobilizzando la scena, talvolta accecando l’intero teatro: l’immane ledwall posto al centro dell’azione evoca immagini che seguono le emozioni degli eventi, mostrando ora il fantasma di Agamennone ora flash di tragedie contemporanee (dal Moby Prince a Falcone e Borsellino e Peppino Impastato).

Il cast è eccellente nella sua interezza, dagli attori principali al coro che nella sua coreografia inquieta e guida lo spettatore.

ph Federico Pitto

Giuseppe Sartori (già visto e molto apprezzato nell’Edipo re diretto da Robert Carsen) porta in vita un Oreste carico di conflitti, perseguitato dalla morte di un padre a mala pena conosciuto e idealizzato, in cerca di giustizia, riluttante sulla vendetta, conflitto tra colpa e responsabilità, tra il seno della madre e il fantasma del padre. Sartori, con le sue palpabili doti sceniche, riesce a mostrare al pubblico un Oreste tragico ed eroico. Meritevole anche Anna Della Rosa che dà al personaggio di Elettra quella determinazione, carica di odio, rabbia, vendetta che hanno reso immortale l’eroina tragica.

L’opera si avvale inoltre di una colonna sonora in costante dialogo con il testo, le cui musiche originali sono di Andrea Chenna, in parte eseguite dal vivo da Diego Mingolla, Stefania Visalli, Cecilia Bernini, Graziana Palazzo e Silvia Piccollo, che contribuisce ad alleggerire la cupa tragicità dello spettacolo.

Anche i costumi di Gianluca Falaschi si uniscono al contrasto che domina la messinscena, fra il nero (simbolo di lutto della società moderna) della maggior parte dei personaggi all’argento e paillettes di Clitennestra all’oro delle Erinni. 

E con le Erinni (Maria Laila Fernandez, Marcello Gravina, Turi Moricca), le antiche dee della vendetta, che cambiano natura e diventano Eumenidi, le benevole, la giustizia prende il posto della vendetta.

Dopo un accenno musicale a Heroes di David Bowie, la trilogia si conclude tra fragorosi applausi e grida di apprezzamento verso l’eccellente cast.

COEFORE/EUMENIDI

Produzione Teatro Nazionale di Genova, INDA Istituto Nazionale del Dramma Antico
Traduzione Walter Lapini
Regia Davide Livermore
Personaggi e interpreti “Coefore”
Musici | Diego Mingolla, Stefania Visalli
Oreste | Giuseppe Sartori
Pilade | Gabriele Crisafulli
Elettra | Anna Della Rosa
Le Coefore | Gaia Aprea, Alice Giroldini, Valentina Virando, Cecilia Bernini (cantante), Graziana Palazzo (cantante), Silvia Piccollo (cantante)
Voce e immagine di Agamennone | Sax Nicosia
Clitennestra | Laura Marinoni
Cilissa | Maria Grazia Solano
Egisto | Stefano Santospago
Una donna | Nicoletta Cifariello
Le Erinni | Maria Laila Fernandez, Marcello Gravina, Turi Moricca
Guardie | Lorenzo Crovo, Lorenzo Scarpino, Davide Niccolini

Personaggi e interpreti “Eumenidi”
La Pizia (Profetessa) | Maria Grazia Solano
Apollo | Giancarlo Judica Cordiglia
Le Eumenidi | Maria Laila Fernandez, Marcello Gravina, Turi Moricca
Fantasma di Clitennestra | Laura Marinoni
Statua di Atena | Bianca Mei
Atena | Olivia Manescalchi

Scene Davide Livermore, Lorenzo Russo Rainaldi
Costumi Gianluca Falaschi
Musiche originali Andrea Chenna
Luci Marco De Nardi
Video Design D-Wok
Regista assistente Sax Nicosia
Assistente alla regia Aurora Trovatello

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