Teatro di Roma, il nuovo direttore subito dopo l’Epifania?

Buon Natale ad autori, registi e attori. Auguri al Valle chiuso da tredici anni

Prima di tutto, Buon Natale. Manca poco più di una settimana a «quel Santo giorno», direbbe Luca Cupiello, e allo Stabile di Roma tutto tace. Colui che è tanto atteso, ancora è senza nome: l’Annunciazione ha portato con sé soltanto una flebile vocina, pure apprezzabile, ma troppo inconsistente e non ci azzardiamo a far pronostici. Tuttavia, pare che per l’Epifania (o giù di lì), Gaspare, Melchiorre e Baldassarre regaleranno finalmente, dopo due anni di commissariamento, identità certa al nuovo direttore: speriamo che sia davvero oro quel che luccica in lontananza. In casa di Luca Cupiello il presepe è sempre stato approntato poco prima del cenone, speriamo che i tempi dell’elezione non si protraggano fino al carnevale.

L’interno del Teatro Argentina di Roma

Già dal 17 novembre scorso il nuovo Consiglio d’amministrazione, appena nominato, s’è attivato per cercare di trovare un valido nome che prenda in mano le redini di un teatro da troppo tempo mortificato da vicissitudini amministrative. Dopo aver «espresso sincero ringraziamento e grande apprezzamento – è riportato nella nota ufficiale dei giorni scorsi – per il lavoro svolto dall’avvocato Gianluca Sole e dalla dottoressa Giovanna Marinelli, che hanno gestito con competenza, rigore e spirito di servizio una delicata fase del nuovo corso della Fondazione Teatro di Roma, contribuendo a rilanciare l’attività culturale e la funzione pubblica dell’istituzione teatrale, secondo le direttrici della tradizione, contemporaneità, internazionalità e formazione che le sono proprie», il nuovo Cda – composto da Francesco Siciliano (presidente), Danilo Del Gaizo, Natalia Di Iorio, Marco Prosperini e Daniela Traldi  (in ordine alfabetico) – è pronto per valutare, tra le figure che si sono candidate, il profilo professionale più adatto alla direzione generale. Nella nota ufficiale sopra menzionata «si specifica, inoltre, che non sono previsti compensi per il Consiglio di amministrazione, la cui partecipazione è a carattere onorifico come previsto dallo Statuto». Meglio essere chiari sin da subito – dicono in via dei Barbieri – prima che qualcuno possa pensar male. In realtà nessuno ha voglia di pensar male, purché si faccia ordine e buon teatro. A tutti costoro impegnati nella delicata scelta, comunque, auguriamo buon Natale, oltre che buon lavoro. E, visti i tempi già lunghi – da oltre due anni il seggio del responsabile artistico è vacante – anche buona Befana, che porti loro un ottimo consiglio!

Buon Natale a tutti quegli autori che cercano di rilanciare il teatro nostrano, ai quali si augura di allargare i loro orizzonti creativi: è difficile passare la ribalta con le piccole storie casalinghe. Buon Natale a tutti i registi di prosa, ma di più a quelli che da qualche anno a questa parte si trovano spesso a dover contrastare le incongrue emissioni delle sibilanti pronunciate dai loro attori e dalle loro attrici. Molti fanno finta di nulla, sperando che il pubblico lasci correre, ma in platea ci si accorge finanche di un capello fuori posto appena la luce ne accentui il riverbero, e basta un semplice sassolino o un piccolo sorso, una persona qualsiasi o una constatazione sbagliata, per smuovere risatine e sberleffi difficili da trattenere. In questi ultimi mesi ho contato fin troppi tentativi di storpiare la pronuncia della nostra bella lingua che è sempre pulita.  Le rappresentanti del gentil sesso peccano maggiormente di dislalia alveolo-dentale, difetto volgarmente chiamato zeppola o lisca, e consiste nell’alterazione della pronuncia del sibilo poco sostenuto da una lingua ferma; mentre sono molti i maschietti che scambiano la esse sonora per quella sorda. Cari registi, porgete maggiori attenzioni alla dizione dei vostri soldati di scena: le loro sillabe sono i proiettili che occorrono per portare alla vittoria il vostro lavoro, la vostra fatica, la vostra arte. Con le cartucce vuote si rischia di far cilecca.

L’opera-performance  Sun&Sea al Teatro Argentina

E in ultimo un augurio speciale alla memoria di un teatro italiano che fu eccelso, ma che burocrazia e diseducazione, tengono chiuso da oltre tredici anni. Ho sentito dire che attorno a questo scempio sia legato il solito fiocco di un ipotetico interesse. Fatico a crederlo: quale interesse si può trarre da un teatro chiuso? Buon Natale al Teatro Valle, che torni presto a risplendere la sua cometa.