“L’arte della fuga”: al via “Danza in Rete Festival” con la Spellbound Contemporary Ballet 

Danza in Rete Festival | Vicenza – Schio si è aperto con una prima assoluta nazionale: L’arte della fuga con la compagnia Spellbound Contemporary Ballet, diretta da Mauro Astolfi, al Teatro Comunale di Vicenza. In cosa è consistito? Un incontro che è diventato unione, sul palco, tra musica, danza, arte, corpo ed espressione. L’evento è divenuto occasione di confronto tra il passato musicale e l’attualità delle forme e delle movenze, legati entrambi dal messaggio che lo spettacolo ha voluto trasmettere, racchiuso nel titolo L’arte della fuga. Raccontare uno dei lati della condizione umana d’oggi attraverso il ballo e la musica.

L’opera di Johann Sebastian Bach è stata riportata alla luce grazie ad un’esibizione totale, piena nella fisicità e nell’aspetto spirituale, di significato. Corpo e musica hanno portato al centro una parola essenziale e vasta, la “fuga”. Quel movimento, quel modo di essere, quell’azione che si sperimenta nella vita, quella condizione che a volte si cerca, si sceglie per motivazioni diverse. La fuga parla della condizione fragile eppure resistente dell’umanità.

La Spellbound Contemporary Ballet ha saputo riportare questa parola nella serie di coreografie straordinarie firmate Mauro Astolfi, dove il confine tra l’uno e l’altro veniva assorbito dalla danza, in un gioco continuo di comparse e scomparse. La musica accompagnava e dettava i passi, a tratti bruschi, forti e a tratti appena dolci, anche di difficile interpretazione, dei protagonisti. In alcuni momenti le loro movenze si mescolavano, si nascondevano, diventavano un tutt’uno in movimento. Una scena, un singolo passaggio diveniva un rimando astratto. L’incontro e l’unione, visibili sul palco, risiedono nelle modalità stesse di svolgimento dello spettacolo: la contemporaneità dell’esibizione ha accolto e riproposto una delle opere di Bach, tra le più impegnative. Ne è nata così questa danza camaleontica, mutevole e trasformativa, esattamente come il concetto stesso di fuga.

@Ph Andrea Caramelli

Il fuggire da qualcosa, da qualcuno, dalle idee, dall’esterno; la fuga che abita la quotidianità quando il peso e l’ordinarietà schiacciano, quando ci sono aspettative e ruoli. La fuga da ciò che non si vuole, dall’egoismo connaturato al mondo. La fuga dall’inesorabilità per mantenere quella piccola zona autentica di sé, quella voglia di nascondersi per salvarsi, per tornare se stessi. Diventa anche possibile ricerca, cambiamento, l’affanno di chi non smette di porsi domande. Un andirivieni fatto di partenze e di ritorni, di incompletezza intima, quell’angolo che nessuno conosce apparte noi. È la tensione all’oltre, che può assumere infinite forme e sembianze.

La fuga rappresenta, per ognuno, significati e direzioni diversi. La fuga, in questa serata, è diventata arte allo stato puro. Corpi in movimento, una musica senza tempo, un allestimento fatto di elementi essenziali e di strutture che creavano l’effetto “scomparsa” hanno dato alla dimensione teatrale una connotazione umana profonda, universale. Su quel palco ogni spettatore poteva vedere se stesso, poteva sentirsi interpretato in qualche modo.

Non è un caso che il titolo di questa sesta edizione del Danza in Rete Festival | Vicenza – Schio, evento che accoglierà una serie di spettacoli fino al 4 maggio 2023 in queste due città, sia Moving Souls, anime in movimento. Danza e teatro come modalità e luogo per raccogliere, raccontare ed esprimere le anime di coloro che si esibiscono, dei soggetti interpretati e degli stessi spettatori, in un unico momento.

L’arte della fuga, come evento di apertura, ha centrato in modo particolare questo aspetto, perché di movimento è fatta l’incertezza, la ricerca, il fuggire, le persone stesse. Lo spettacolo è diventato la narrazione visiva, musicale e artistica della condizione umana.