La nostra intervista a una delle protagoniste di IF/INVASIONI (dal) FUTURO, Alice Palazzi
La fantascienza non è un concetto che si lega all’astratto, ma prende spunto dalla realtà per salpare su mari precipitosi nei quali si naviga sommessamente su onde di pensiero sconosciute e imprevedibili. Non bisogna spaventarsi se i protagonisti delle storie fantascientifiche tendenzialmente sono privi di verbalizzazione e hanno le sembianze di mostri simili ad alieni, con più di due braccia e magari le ali. È bene conoscere tutto ciò che si distanzia dal pianeta terra, per curiosità scientifica o per semplice divertimento che sia. L’ideale sarebbe prestare attenzione al diverso. Un esercizio utile da fare anche tra umani stessi, quando si è troppo orgogliosi per ammettere di desiderare stimoli miracolosi per entrare in contatto con la natura. Da una forte contaminazione culturale all’avanguardia, undici anni fa è nato il festival IF/INVASIONI (dal) FUTURO_Dark Ages al Teatro India di Roma dal 29 luglio al 4 agosto 2024, senz’altro distintivo nella proposta di spettacoli e eventi molto particolari, completamente in linea con la tematica della fantascienza. Il progetto è vincitore dell’Avviso Pubblico biennale “Estate Romana 2023-2024” di Roma Capitale e vuole aprire le menti. Ce ne parla l’attrice Alice Palazzi, una delle protagoniste assieme a Maddalena Parise, Alessandro Ferroni e Lisa Ferlazzo Natoli.
Come avete lavorato in gruppo con la vostra compagnia Lacasadargilla per realizzare “Invasioni dal futuro”?
Lacasadargilla è un ensemble allargato che per molti progetti e questo in particolare pensa e crea in gruppo. Il Festival IF/Invasioni dal Futuro già dalla scrittura del bando nasce da Lacasadargilla, ossia me (Alice Palazzi), Maddalena Parise, Alessandro Ferroni e Lisa Ferlazzo Natoli, insieme a Roberto Scarpetti, drammaturgo con cui collaboriamo per gli spettacoli teatrali di IF e Gianluca Ruggeri, direttore musicale e fondatore di Ars Ludi, Leone d’Argento alla Biennale Musica… Il festival è realizzato grazie alla partecipazione di attori che girano intorno alla nostra compagnia e a una serie di giovani volontari allievi neodiplomati delle scuole di teatro.
Il festival tenta di anticipare ciò che potrebbe diventare realtà nel futuro, o si serve di pura fantasia?
IF è un Festival di fantascienza, difatti il titolo rimanda al nome di una vecchia rivista di spicco su tale materia, “If”. Si interroga su quelli che potrebbero essere i possibili scenari futuri, ragiona su un futuro che non è poi così lontano. Inizialmente abbiamo lavorato sui grandi padri della fantascienza, Philip K. Dick, J. G. Ballard, Bradbury e Asimov. La novità di quest’anno è il romanzo di Kazuo Ishiguro “Klara e il sole”, il testo affronta l’intelligenza artificiale, indagando il rapporto che ha con gli umani.
Ti chiedo di raccontarmi degli appuntamenti che state proponendo, entrando nel vivo di essi
Il Festival IF è multidisciplinare, con serate e spettacoli dal vivo in forma di melologo, una formula che lo contraddistingue dalle sue origini, diramandosi in rivisitazioni di romanzi e racconti che noi esponiamo in letture concertate con musica dal vivo, strumentale o elettronica. Il 31 luglio presenteremo la seconda parte de “L’ombra dello scorpione”, la seconda parte del romanzo di Steven King inscenato dal collettivo Fontana con la regia di Caterina Dazi e l’adattamento di Flavio Murialdi. Invece, nelle serate del 1-2-3 agosto proponiamo gli spettacoli con l’ensemble di Lacasadargilla, con la regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni: l’1 e il 2 ci sarà per l’appunto “Klara e il sole” di Ishiguro. Il 3 “Consigli per sopravvivere in natura”, quattro racconti di fantascienza di famose scrittrici, tra cui Margaret Atwood, l’autrice del “Racconto dell’Ancella”. Oltre agli spettacoli ci sono delle cosiddette attività “collaterali”, non meno importanti. Ancora, ogni giorno una radio dal vivo “RADIO IF_DARK AGES” che ospita filosofi, scienziati e studiosi, per discutere sui temi dei romanzi presentati nelle serate, in diretta dalle cinque alle sei dalla piattaforma “Spreaker”. Infine ci sono dei laboratori per attori, fonici e drammaturghi tenuti da Fabio Condemi, Roberto Scarpetti e Pasquale Citera, cominciati già l’anno scorso. È interessante il principio di cantiere che abbiamo voluto sviluppare, i testi elaborati nei giorni di IF vengono letti dagli attori di IF e presentati al pubblico in una forma di collaudo.
Qual è stato nel corso degli anni il punto fisso che ha caratterizzato IF arrivato ormai all’undicesima edizione?
Per scegliere i testi da presentare ogni anno c’è un processo di scavo, che coinvolge tutta la compagnia. Leggiamo testi, ce li scambiamo, cerchiamo e scaviamo nella fantascienza passata e contemporanea. Ci piace andare alla scoperta di testi, praticare una lettura condivisa. È sicuramente merito della fantascienza se riusciamo a continuare questa perpetua e ostinata osservazione del reale, interrogandoci sulle alterità riguardanti mondi affascinanti, talvolta anche perturbanti, che sembrano apparentemente distanti da noi. Esaminiamo il legame tra l’umano e il non umano.
L’attenzione rispetto al futuro da dove nasce?
Un primo progetto che poi ci ha portato all’ideazione di IF si chiamava “Urania” e nasceva da un’idea di Silvana Natoli, grande esperta e conoscitrice della letteratura fantascientifica. Urania si realizzò sempre qui, al Teatro India durante la direzione di Giovanna Marinelli. Grazie a lei e a quel suo primo stimolo continuiamo questa vocazione con passione, non rimanendo sul reale ma osservando qualcosa al di là di noi. IF quest’anno è alla sua undicesima edizione.
Cosa ti spaventa per il futuro dello spettacolo dal vivo e come credi invece il futuro possa migliorare lo spettacolo del presente?
Dello spettacolo dal vivo mi spaventano i decreti e la situazione generale del Teatro Italiano, ovviamente i tagli e il sistema teatrale costretto a delle regole che spesso mettono in crisi vari aspetti. Diventa difficile concentrarsi solamente sullo spettacolo e il prodotto, in quanto si è legati a logiche che stringono, obbligando i teatri alla produzione piuttosto che alla distribuzione. Per il futuro è bello vedere che attualmente ci siano numerose iniziative promettenti riguardanti le nuove scritture. Noto un tentativo nell’investire su drammaturghi e drammaturghe emergenti. Serve scrivere, permettendo loro di sperimentarsi e di creare, per il resto… ora mi affido alle scritture!
Foto di copertina: Alice Palazzi