sabine weiss

La vita in un’istante: Sabine Weiss in mostra al Palazzo Ducale di Genova

Sono più di 120 gli scatti esposti nella retrospettiva “Sabine Weiss: la poesia dell’istante” ospitata nella Loggia degli Abati del Palazzo Ducale di Genova, visitabile fino al 12 marzo.

Sabine Weiss, la fotografa franco-svizzera scomparsa all’età di 97 anni nella sua casa di Parigi il 28 dicembre 2021, è stata tra le maggiori rappresentanti della fotografia umanista francese insieme a Robert Doisneau, Willy Ronis, Edouard Boubat, Brassaï e Izis.

Attraverso le stampe e i numerosi documenti e riviste dell’epoca, la mostra ripercorre l’intera carriera di Weiss, a partire dagli esordi nel 1935 arrivando fino agli anni 200, passando dalla street photography in cui cattura bambini, ai ritratti di artisti, e poi dalla moda ai numerosi viaggi per il mondo nell’Isola di Réunion, in Portogallo, India, Birmania, Bulgaria, Giappone, Polonia ed Egitto.

Il suo sguardo attento dirige il suo obiettivo sui corpi e sui gesti, immortalando emozioni e sentimenti, rispecchiando la linea della fotografia umanista francese. 

Il percorso espositivo mette subito al centro dell’attenzione in particolar modo la sua produzione degli anni Cinquanta, con un focus, come già detto, sulle fotografie dei bambini di strada, ma dando ampio spazio anche alle scene parigine e la fotografia documentaria in un’Europa in ricostruzione dopo la guerra.

Ai ritratti di artisti, scrittori, musicisti e attori è dedicata un’intera sezione, fra questi spiccano all’occhio personaggi come Alberto Giacometti immortalato all’opera e con le sue sculture, ma anche André Breton, l’immortale Ella Fitzgerald e l’iconica Brigitte Bardot, insieme a tanti altri.

Insieme a questi, una parte dell’esposizione è dedicata ad alcuni servizi di moda e alla sua collaborazione con la rivista Vogue: sono, difatti, esposti alcuni scatti a colori insieme a una quindicina di numeri originali della celebre rivista.

«Per essere potente, una fotografia deve parlarci di un aspetto della condizione umana, farci sentire l’emozione che il fotografo ha provato di fronte al suo soggetto»: è questa la filosofia dentro l’arte di Weiss, approccio dal quale non si discosterà mai e che è evidente in ogni suo scatto.

Le fotografie sono accompagnate in mostra da alcuni estratti da film documentari a lei dedicati come La Chambre Noire di Claude Fayard del 1965 o Sabine Weiss di Jean-Pierre Franey del 2005, nei quali la fotografa racconta il suo percorso artistico e le sue esperienze.

Sabine Weiss è un esempio di grande curiosità, di attenzione per i dettagli e di gioia nel catturare momenti di vita.

La mostra rende perfettamente omaggio a questa grande artista che con i suoi scatti è riuscita a catturare e a rendere immortali attimi di poesia, che l’utilizzo del bianco e nero rende ancora più magici.

La mostra, realizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Tre Oci con Marsilio Arte, è prodotta da Atelier Sabine Weiss – Laure Delloye Augustins, con il sostegno di Jeu de Paume del Festival internazionale Les Rencontres de la photographie d’Arles e Photo Elysée, sotto l’alto patronato del Consolato generale di Svizzera a Milano. La cura è di Virginie Chardin.

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Elena Salvati

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