Allo Spazio Diamante di Roma, all’interno del Festival InDivenire, va in scena un omaggio alle 21 donne della Costituente che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia italiana.
Una scena essenziale: un proiettore, una sedia, una lampada. Bastano pochi oggetti per evocare molteplici storie. La prima è quella, inaspettata, di un pesce. Sì, un pesce cieco che ha scelto di vivere in una grotta in fondo al mare. Forse è la cecità a isolarlo o forse è una scelta consapevole: rifiuta una socialità che non rispecchia le sue aspettative. A raccontarla è Carolina Leporatti, che dà voce a questa piccola parabola esistenziale.
Subito dopo entra in scena Federico Brugnone, che proietta altre immagini: non più pesci, ma volti. Sono quelli delle 21 donne elette all’Assemblea Costituente nel 1946, grazie al suffragio universale. Per la prima volta, le donne varcarono le porte del Parlamento. Su 556 deputati, 21 erano donne. Un numero piccolo solo in apparenza: ognuna di loro ha contribuito a gettare le basi della nostra democrazia.
Lo spettacolo alterna narrazioni, biografie, memorie. Alcune di queste donne hanno lottato con determinazione, altre hanno pagato con la vita. Le loro voci risuonano attraverso la bravura di Carolina Leporatti, che le incarna restituendone l’accento regionale, la forza emotiva, la dignità. Il proiettore diventa uno strumento quasi rituale: le immagini vengono sfiorate, spostate, illuminate a mano. Gesti semplici ma potenti. Diversamente dalla tecnologia digitale, qui il pubblico assiste alla manipolazione fisica delle foto, alla cura con cui vengono maneggiate: è come toccare la memoria, sentire il peso della storia.
In un momento particolarmente suggestivo, l’attrice si trova sotto il fascio di luce: le parole proiettate attraversano il suo corpo, si imprimono sul vestito bianco. È un’immagine simbolica molto forte. Quelle parole non appartengono solo al passato: ci attraversano, sono scritte su di noi. Non possono essere dimenticate, ma solo portate avanti. Come diceva il giudice Giovanni Falcone, ucciso in un agguato di mafia nel 1992: “Gli uomini passano, ma le idee restano e camminano sulle gambe di altri uomini”. E così quelle idee camminano oggi attraverso i nostri corpi.
Ma cosa c’entra il pesce cieco con queste donne straordinarie? Forse, per raggiungere un obiettivo tanto alto, bisogna imparare a non farsi distrarre. Chiudersi, per un momento, nella grotta del proprio io, proteggere la propria visione, e andare avanti nonostante tutto.
Lo spettacolo è ancora in costruzione, come previsto dal format del Festival, che presenta frammenti, anteprime, visioni in divenire. Ma il potenziale è evidente, così come la forza del messaggio che lancia alle nuove generazioni: non tutto è stato fatto, ma molto è stato seminato. Sta a noi continuare.
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Rivoluzionarie Professionali – Regia di Estella – Con Carolina Leporatti, Valeria Almerighi, Federico Brugnone – Drammaturgia di Drammaturgia: Carolina Leporatti, Valeria Almerighi, Federico Brugnone – Compagnia Estella – Festival InDivenire – Spazio Diamante, Roma 2 maggio 2025