“Qui non è Hollywood” accende o spegne i riflettori sulla storia di Sarah Scazzi?

La serie è un modo per riscattare il rispetto di Sarah Scazzi oltre che il suo ricordo

Molto dibattuta è la serie sul caso di cronaca nera riguardante Sarah Scazzi, Qui non è Hollywood”distribuita da Disney + e prodotta da Matteo Rovere, disponibile in piattaforma dal 30 ottobre 2024. Nella Puglia più sconosciuta, risiede Avetrana, lo sfondo sociale in cui si susseguono le vicende, dolorose alla pari di un pugnale nel petto. Quell’agosto del 2010 è caratterizzato da immagini di un’estate calda e frizzante mentre i giorni successivi sprofondano in una scala di colori gelida, che immobilizza l’ambientazione fino a spegnersi nel buio. Entrati nel vivo del racconto, si rimane colpiti dalla fotografia di Giuseppe Maio che con un’accortezza poetica fa vedere nel mare l’unica via di fuga da un contesto apparentemente monotono. 

Federica Pala e Giulia Perrulli

Sarah è perfettamente umanizzata da Federica Pala nel suo desiderio ingenuo di scomparire, si sentiva sola e incompresa, trovandosi in un’età in cui si è libere e prigioniere. La ragazzina desiderava allontanarsi dal paesino dai pochi sbocchi professionali, magari raggiungendo una città come Milano. Così, passava il tempo con la cugina più grande, Sabrina; la rivalità fra di esse è esemplificata in modo coscienzioso, due individualità distanti, ravvicinate in un parallelismo da brividi. La più piccola era sveglia e magrissima, l’altra insicura e formosa. Dettagli all’occorrenza semplici ma fonti di assoluta immedesimazione per lo spettatore, che ne è completamente attratto. Un effetto calamita che trascina irremovibile lo sguardo dritto sullo schermo. Probabilmente ciò accade in quanto tutti e tutte abbiamo sperimentato sensazioni di inferiorità, eppure ci è assurdo pensare di sprofondare nell’odio totale. 

Un’altra figura importante nella quotidianità di Sarah era Ivano, il ragazzo l’apprezzava trovandola simpatica, un elemento essenziale per riassumere e spiegare in chiave romanzata quel “perché”… Perché Sarah è stata uccisa? La colpevolezza di Sabrina che ha commesso il delitto per gelosia, viene raccontata a un passo superiore dal solo ripercorrere i fatti che la vedono scaricare la colpa sul padre Michele. La forte cattura dell’attenzione è dovuta alla messa in evidenza delle modalità di disprezzo attuate da una famiglia sulla pelle di una personalità altrui che aveva il loro stesso sangue e che proprio nel sangue hanno condotto.

Siamo davanti a un prodotto seriale unico nel suo genere, dal punto di vista cinematografico i difetti sono quasi nulli. La sceneggiatura è avvincente, si avvale di uno schema psicologico strutturato sulla base di una narrazione dentro la narrazione, ispirata al libro Sarah. La ragazza di Avetrana di Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni. I sospettati, prima del verdetto giudiziario, si espongono alla stampa rilasciando dichiarazioni manipolate che si sovrappongono similmente a delle scatole di matrioske, differenti e innumerevoli. 

La trama si concentra sulla spettacolarizzazione della sofferenza mediata dalla televisione nei confronti della “casa degli orrori“. La luce giusta per stare in video, il profilo migliore, la dizione corretta, ecco tre degli elementi su cui la regia curata da Pippo Mezzapesa si sofferma con esimia abilità nello sviscerare le pretese dell’opinione pubblica sui cui i diretti interessati creano a loro volta dei personaggi scabrosi che perdono la morale. Si apprende il peso che le telecamere accese sui volti di Sabrina, Cosima e Michele ebbero sui protagonisti, facendoli diventare attori. 

L’attrice Giulia Perulli è riuscita a scavalcare qualsiasi pregiudizio si potesse avere sulla serie, grazie all’interpretazione eccelsa di Sabrina Misseri. È andata a raccogliere la terribile oscurità di una donna evitando che questa le si ritorcesse contro, quindi senza esagerare nel ritrarla vittima di debolezze, rischiando di farci empatizzare, al contrario scaturisce quella rabbia che è lecito provare verso di lei. Lo stesso vale per la bravura di Vanessa Scalera nei panni di Cosima Serrano, imparziale nell’assecondare un comportamento abominevole, la crudeltà della figlia non la tocca minimamente, anzi la compiace e le espressioni ipnotiche del viso invecchiato dai capelli bianchi lo confermano. Ancora, Imma Villa, la madre di Sarah, è l’ineccepibile rappresentazione di una mancanza di carattere mista all’apatia, infatti Concetta Serrano sembra essere persa nel vuoto. Invece, nel ruolo di Michele Misseri non si denota uguale arguzia nello scovare la brutalità, perché Paolo De Vita tende ad apparire un pò troppo intenerito, in particolare durante la confessione sarebbe stato preferibile che fuoriuscisse maggiormente la parte cattiva che gli ha permesso di occultare il corpo della nipote tacendolo per oltre un mese.

Federica Pala

Ad accompagnarci ai titoli di coda c’è il brano La banalità del male di Marracash, che fa riflettere profondamente sulla giustizia. Anche Avril Lavigne è presente con una melodia ricca di parole che alludono al voler cancellare le complicazioni e seguire la spensieratezza, Complicated intercorre fra i momenti di malumore della giovane, che amava scrivere un diario segreto e stare in compagnia, non sapendo di trovarsi accanto a dei mostri. E allora tale lavoro serve e riporta rilievo a ogni tassello della storia, attribuendo significati alle testimonianze preferendo proporre un risvolto dignitoso alla farsa mediatica, senza replicare l’errore di scadere nella ridicolezza. La verità è che avremmo voluto assistere a più di quattro puntate e che Sarah meritava di vivere di certo ancora a lungo. Sul finale ci si sente lacerare, siamo davanti a un’anima angelica che passeggia fra la gente indifferente. Ora, la canzone di sottofondo è la commovente Who Wants to Live Forever dei Queen, scende una lacrima nel comprendere che non è la durata della vita di una persona a renderla pura e di valore.

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Qui non è Hollywood – Regia: Pippo Mezzapesa – Sceneggiatura: Antonella Gaeta e Davide Serino con la collaborazione di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni – Cast: Vanessa Scalera (Cosima Serrano Spagnolo), Paolo De Vita (Michele Misseri), Giulia Perulli (Sabrina Misseri), Imma Villa (Concetta Serrano Spagnolo), Federica Pala (Sarah Scazzi), Anna Ferzetti (giornalista Daniela), Antonio Gerardi ( maresciallo Persichella), Geno Diana (PM Giove), Giancarlo Commare (Ivano Russo), Roberta Infantino (Valentina Misseri), Mimmo Mancini (Giacomo Scazzi), Leonardo Bianconi (Claudio Scazzi), Lia Zinno (Carmen Caroppo), Ilaria Martinelli (Mariangela Spagnoletti), Lorenzo Sepalone (Alessio Pisello), Miriam Pallotta (Angela) – Costumi: Sara Fanelli – Musiche: Yakamoto Kotzuga – Produzione: Groenlandia – Dal 30 ottobre su Disney+