Immacolata Concezione alla Sala Umberto

Da un’idea di da un’idea di Federica Carruba Toscano, drammaturgia e regia di Joele Anastasi; con Federica Carruba Toscano, Joele Anastasi, Alessandro Lui, Enrico Sortino, Ivano Picciallo.

Una donna per una capra? E’ questo l’oltraggioso scambio che si permette di raccontare la piece in scena in questi giorni alla Sala Umberto. Naturalmente la situazione non poteva che essere collocata in un tempo remoto –ma non troppo, siamo all’alba del secondo conflitto mondiale- e per un’ambientazione di impronta decisamente rurale. E’ così che un gruppo di pastori con tanto di campanacci e richiami sonori spunta a sorpresa dalla sala del teatro e con loro la giovane Concetta (Federica Carruba  Toscano) trascinata nuda al collare di una corda.

 La scena da subito racconta la sostanza della narrazione che si va formando. Un padre pastore, per cercare di tirare avanti alla meglio scambia la giovane figlia con qualche capra, consegnando di fatto la giovane nelle mani della maitresse del bordello del paese Donna Anna (la interpreta con bravura, in versione en travesti il regista e autore della drammaturgia Jole Anastasi). La ragazza, nel suo candore ingenuo (che la lascia significativamente sempre sorridente anche al cospetto delle sconvenienti manovre cui è fatta oggetto durante il suo trascinamento sulla ribalta) diventerà in breve la più acclamata nell’offerta di quel bordello. Gli uomini del paese faranno la fila per lei, ma non è chiaro a nessuno quale sia la prestazione straordinaria che la farà preferire in breve a tutte le altre. All’interno di una sorta di pedana /carosello montata sul palco avvengono gli incontri tra la ragazza e i maschi del paese, soprattutto con colui che è il più riverito e il più temuto tra tutti: Don Sario, ras locale invaghito perso della giovane (ne veste i panni Enrico Sortino). Dal coro dei clienti stregati dalla sua presenza si distingue il curato del paese (Ivano Picciallo) che cerca in tutti i modi, (anche declinando a castigo corporale la sua dedizione) di sottrarre la giovane Concetta a quel presidio di dissolutezza. Anche il giovane Turi figlioccio del ras del paese verrà attratto da Concetta, ma lei a lui si rivelerà in tutta la purezza della sua espressività sentimentale.

E’ qui che lo spettatore apprende che quell’oscuro segreto che faceva primeggiare Concetta suscitando le invidie delle sue colleghe di bordello, non è altro che l’espansione dell’incontro amoroso che non prevede esclusivamente una agonistica prestazione sessuale, ma anche solo semplicemente l’abbandono verso una confidenza, oppure il piacere dell’ascolto reciproco.  E così spioni, invidiose e malelingue sono messe a posto da questa che diventa una lezione dalla scena, a contrasto con quel tanto di male che non di rado frequenta le strade del genere femminile.

 La drammaturgia, posto che l’azione è ambientata in una generica contrada siciliana, è quasi tutta declinata al dialetto locale, ma le situazioni sul palco suppliscono con sufficiente chiarezza alla difficile intellegibilità del recitato.

La giovane compagine attoriale tiene la scena con estrema convinzione, impegnandosi in travestimenti anche a vista e sostenendo con altrettanta sicurezza anche certe scene di nudo forse troppo insistite, ma mai superflue, perché sempre al servizio della cifra metaforica del racconto.

Al Teatro Sala Umberto fino al 2 ottobre

Teatro Roma
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