Barbara Grilli in "La cittadina vaticana Emanuela Orlandi"

I misteri del caso Emanuela Orlandi al Teatro Trastevere

Il Collettivo Prisma è tornato a Roma con “La cittadina vaticana Emanuela Orlandi” per parlare nuovamente della drammatica vicenda della ragazza rapita quasi quarant’anni fa su cui non è ancora mai stata fatta veramente luce.

Il 22 giugno 1983 una quindicenne vaticana, che viveva entro le mura papali e il cui padre lavorava per la Santa Sede, spariva dopo essere andata alla consueta lezione di musica in Piazza Sant’Apollinare a Roma. Nel caldo pomeriggio Emanuela Orlandi aveva telefonato a casa e parlato con la sorella per raccontarle di una strana proposta fattale qualche ora prima da un uomo: avrebbe dovuto svolgere un lavoro di volantinaggio come promotrice di cosmetici della Avon per una somma che ammontava a 370 mila lire. Troppo per la sorella più grande, che al telefono le aveva consigliato di tornare a casa per parlarne con la madre. Dopo quella telefonata Emanuela non fu mai più rivista.

Quasi quarant’anni dopo sono l’autore e regista Giovanni Gentile e l’attrice Barbara Grilli a dare voce alla povera ragazza scomparsa nel nulla in un pomeriggio romano. Era l’estate del secondo scudetto della storia romanista, la scuola era finita e la città era ancora in festa. Il caldo chiamava mare, il tempo libero sale giochi e comitive. Emanuela aveva un sogno, voleva fare la musicista. E aveva un mito, Claudio Baglioni. Ma quando scomparve tutto crollò, per lei, per la famiglia, ma anche per l’Italia intera e il Vaticano, che si macchiarono di negligenza, di corruzione, maltrattando il ricordo di una povera ragazza.

Dall’inizio le indagini presero strane pieghe. Mentre, dopo la denuncia, alla famiglia si diceva con fare minimizzante che forse la giovane poteva essere scappata, o era a dormire con un ragazzo o qualche amica, il segretario di Stato vaticano mons. Casaroli avvertiva Papa Giovanni Paolo II che il pomeriggio del giorno precedente una ragazza era scomparsa, ma non era scappata con qualche amico? Dieci giorni dopo il Papa, durante l’Angelus, parlò apertamente di sequestro di persona in riferimento ad Emanuela Orlandi, quando, in realtà, erano al vaglio ancora altre piste per gli inquirenti. Il Vaticano, insomma, sapeva qualcosa. Il 6 luglio entra in scena l’Americano, un personaggio misterioso che sosteneva che la sua organizzazione avesse la ragazza e che in cambio della scarcerazione di Mehmet Alì Agça, l’attentatore del Papa, sarebbe stata liberata. Da lì il caso si ampliò grazie a quello che poi si confermò essere un depistaggio creato ad arte. Ma da chi?

Barbara Grilli racconta con passione tutta la storia, dalla scomparsa ai giorni nostri. Al Teatro Trastevere non va in scena uno spettacolo nel senso più classico del termine ma la ricostruzione di un caso, tra i più oscuri del Paese, narrato con dedizione ed emozione. Il Collettivo Prisma fa un reportage teatrale di un caso di cronaca che ha visto tra i suoi attori principali la Santa Sede, la Banda della Magliana, i Servizi Segreti, cardinali, personaggi misteriosi e criminali.

Con “La cittadina vaticana Emanuela Orlandi” il Collettivo Prisma si conferma come produzione teatrale che affronta tematiche sociali, per dare voce alle vittime della criminalità organizzata, vittime di casi in cui non è mai stata fatta giustizia. Come con lo spettacolo “Palmina – Amara terra mia” il collettivo lotta attraverso il teatro per cercare di dare giustizia alle famiglie che combattono per averne. Oggi sono accanto a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, “un uomo buono dagli occhi buoni” che non ha mai smesso di combattere per far venire fuori tutta la verità sul caso.

Teatro Roma
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