Terza serata per “Venere in Musica” all’insegna delle contaminazioni culturali e musicali
La rassegna Venere in Musica di Roma giunge alla sua terza serata e in cartellone presenta il concerto She, هي, Elle, Lei: voci di acqua e di terra, suoni di mare e di sabbia che rappresenta soprattutto un progetto di inclusione multiculturale, un’idea musicale che vuole celebrare l’universo femminile attraverso brani e canzoni, evocando storie di deserti, genti di terre vicine e lontane.
Sul palco una delle voci più iconiche della scena alternativa e indie italiana, Ginevra Di Marco assieme all’ensemble tutto al femminile dell’Orchestra di donne arabe e del Mediterraneo Almar’à e la BabelNova Orchestra, nata dall’esperienza dell’Orchestra di Piazza Vittorio.
Ad accogliere questo concerto non poteva che essere il sempre stupendo spazio antistante il Tempio di Venere e Roma, luogo simbolo dell’incontro fra culture; Tempio di Venere e Roma che per la serata diventa protagonista anch’esso, facendosi schermo per i giochi di luce e la proiezione delle immagini degli artisti sul palco, voluti dalla direzione artistica di Fabrizio Arcuri
Ginevra Di Marco inizia la sua carriera musicale negli anni Novanta con gli ESP e raggiunge il successo nel 1993 collaborando con il Consorzio Suonatori Indipendenti (CSI), con i quali condivide le sonorità trasversali e ricercate, la world music e la reinterpretazione di alcuni grandi nomi del cantautorato italiano. Dal 1999 avvia una carriera solista con l’album Trama tenue e collabora con artisti quali Max Gazzè e Cristiano Godano. Dopo lo scioglimento dei CSI nel 2001, partecipa al progetto PGR, che lascia nel 2004 volendosi concentrare sulla carriera come solista e difatti pubblica album quali Disincanto nel 2005 e Donna Ginevra nel 2009, che le vale la Targa Tenco. La prolifica produzione musicale prosegue con Canti, richiami d’amore ed un DVD con Margherita Hack. È del 2017 l’album La Rubia canta la Negra con il quale rende omaggio a Mercedes Sosa. Un altro grande tributo lo realizza nel 2020 incidendo l’album Quello che conta come omaggio a Luigi Tenco.
Almar’à, è la prima orchestra di sole donne arabe e del Mediterraneo e intendono rappresentare un inno alla libertà e alla bellezza che si riflette nella diversità. Tredici musiciste provenienti da 9 paesi diversi del Mediterraneo, tra di loro Sade Mangiaracina, pianista italo-tunisina e uno dei più importanti talenti del nostro jazz.
L’ensemble dei BabelNova Orchestra guidata dal contrabbassista Pino Pecorelli, si è presentata al pubblico italiano ufficialmente a Sanremo 2024, durante la serata dei duetti, dove ha cantato con Dargen D’Amico.
La formazione è composta dagli ex musicisti dell’Orchestra di Piazza Vittorio, dodici elementi provenienti da ogni parte del mondo, arrivati più di 20 anni fa in Italia come immigrati ed ora completamente inseriti nel tessuto culturale italiano. Sono i testimoni ed eredi di una delle più affascinanti e pionieristiche storie della musica world in Italia degli ultimi 20 anni, con un progetto che oggi vive una nuova era. Lo scorso 19 giugno 2024, hanno preso parte al concerto speciale e gratuito, organizzato su invito di Refugees Welcome Italia per la ‘Giornata mondiale del rifugiati’ ed è stata per loro l’occasione di presentare Magma, l’album di esordio della band.
La mescolanza delle mediterranee e avvolgenti sonorità che il pubblico, anche questa sera numerosissimo, ha avuto modo di ascoltare ed apprezzare, si caratterizzano per l’esplorazione di canti popolari e tematiche sociali, l’utilizzo di lingue diverse, strumenti delle tradizioni arabe e mediterranee, che favoriscono il continuo scambio musicale e umano e creano una polifonia umana capace di superare ogni pregiudizio, barriera fisica, mentale e limiti culturali.
Gli spettatori, aiutati anche dalla splendida cornice del Foro romano, dalla vista mozzafiato del Colosseo e di una luna quasi in plenilunio, si sono fatti trasportare nel magico mondo musicale che Ginevra Di Marco, Almar’à e la Babelnova Orchestra hanno realizzato per loro, tributandogli un lunghissimo e meritato applauso.
Foto di @Grazia Menna