Auguri alla ragazza di Viareggio: Stefania Sandrelli

Ha partecipato a oltre cento film,  molti dei quali hanno fatto la storia del cinema Italiano come: “Il Federale” di Luciano Salce, “Divorzio all’Italiana e “Sedotta e abbandonata“ di Pietro Germi. “Io la conoscevo bene” di Antonio Pietrangeli, “Partner”, “Il conformista” “e “Novecento”di Bernardo Bertolucci, ”L’amante di gramigna” di Lizzani, ”Brancaleone alle crociate” di Mario Monicelli, ”C’eravamo tanto amati “ e “La terrazza” di Ettore Scola, “Il piccolo diavolo” di Roberto Benigni, ”L’ultimo bacio” di Gabriele Muccino. Quarta Parete, festeggia con il suo numeroso pubblico, l’anniversario di Stefania Sandrelli, diva  del cinema e attrice di grande talento, una lunghissima carriera iniziata per la ragazza di Viareggio nel 1961 quando si innamorò di lei Gino Paoli, una storia d’amore che si completò con la nascita della figlia Amanda, bravissima attrice anche lei, e dal figlio avuto dal suo rapporto con il medico Niki Pende.

Oggi Stefania vive una lunga storia d’amore con Giovanni Soldati, regista e figlio del famoso  scrittore e sceneggiatore Mario Soldati. “La casa” ha detto recentemente l’attrice, ”è la mia tana, mi spiacerebbe doverla cambiare, ho appena perso tre lavori, sono sempre stata autonoma”. Anche lei, come tutti chiusa in casa per inattività da coronavirus, Stefania ha confessato in una lunga intervista a Repubblica di voler riabbracciare con i figli, i nipoti, anche il lavoro.

Dopo cento film, la mia passione per il cinema e’ rimasta intatta”. Gia’ 100 film e una vita piena di interessi, amore, storie, il mio ricordo di Stefania ogni volta che ho avuto l’occasione di incontrarla, l’ultima, quando dopo una cena a casa di Corinne Clery sposata all’epoca con l’esercente cinematografico Luca Valerio, l’accompagnai a casa, una bella villa sulla Salaria a due passi dal Tevere. Parlammo del cinema Italiano, della sua straordinaria carriera legata al nome di grandi registi, dei nuovi autori che si affacciavano alla ribalta, della televisione, del teatro e non gli confessai di quel ricordo di lei che mi seguiva nel tempo, quando agli esordi della sua carriera, io dirigente di una società di produzione cinematografica la vidi da vicino una sera dopo cena allo Scarabocchio di piazza dei Ponziani in Trastevere,  locale alla moda in quegli anni sessanta aperto dal “cinematografico” Gianni Orlandi,  ex pilota della pattuglia acrobatica per ascoltare il jazz dal vivo del futuro premio Oscar Bill Conti. Lei arrivo’ accompagnata da una signora e da amici bellissima, quasi timida  un viso da stupire e capire Gino Paoli che si era innamorato di lei. 

I suoi primi film avevano sfondato, tutti la guardavano ma io rimasi colpito dalle calze a righe orizzontali che indossava e che su tanta bellezza la rendevano ai miei occhi ancora più attraente e ironica. Non so se quella sera, quando l’accompagnai a casa ebbi il pudore di raccontargli quel ricordo,  un’immagine che mi porto ancora dietro con i suoi bellissimi film, ma facendogli gli auguri con l’affetto di chi ama il cinema, il suo cinema vorrei poterti dire: “Cara Stefania, non e’vero che il tempo passa, per me con tutti quei 100 film che hai interpretato e che continuerai a fare, tu resti ancora e sempre quella ragazza un po’ riservata appena baciata dal successo, affascinante e bella con quelle calze a righe orizzontali che non avevano niente di sensuale ma di divertente. “Se io dovessi prendermi sul serio come seduttrice, hai detto in un’intervista a Gabriele Rifilato, mi metterei a ridere”. Auguri Stefania!

* Critico cinematografico e letterario, giornalista, dal 1976 inviato speciale RAI (TG1, TG2, TG3, TG3 Regionale, Rete Uno, Rete Due, Rete Tre) per Cinema, Spettacolo, Costume