Antonello Avallone: il mio Woody Allen al Teatro Marconi di Roma

Non c’è una via di mezzo per Woody Allen: lo si ama o lo si “odia”. In scena a Roma, al Teatro Marconi, l’ironia pungente, la penna dissacrante di uno dei più grandi geni del cinema internazionale, attore, sceneggiatore e autore qual è Allen, quattro volte premio oscar, portato in scena brillantemente – come fa da decenni – da Antonello Avallone, regista ed attore dello spettacolo, con una commedia frizzante, gustosissima, dai dialoghi irriverenti tipici dell’umorismo di Allen. Parliamo dello spettacolo Central Park West, in scena dal 19 al 29 gennaio prossimo con la regia di Antonello Avallone con Antonello Avallone, Elettra Zeppi, Flaminia Fegarotti, Claudio Morici e M. Angelica Duccilli. Un umorismo al quale Allen non ha mai rinunciato con un “meraviglioso cinismo sfrenato”, esaminando, dissacrando e sezionando le fragilità umane e le manie di noi poveri mortali. E’ riuscito più degli altri e meglio di altri a cogliere le vere componenti di un disagio sociale, sentimentale, con la sua consueta ironia ed autoironia, con un tratteggio emozionale riconoscibile ed uno stile unico. Allen, come ci ricorda durante l’intervista il regista Avallone, è “ben consapevole della fragilità umana ed è il primo a soffrirne”.

Raffinatezza intellettuale e gag autentiche:

Una veste leggermente diversa, in questo testo e come autore teatrale, dalla quale siamo soliti riconoscerlo nei suoi celebri film: in Central Park West, Allen analizza il comportamento di quattro persone, due coppie, che cercano “di rendere la vita peggiore di quella che è”. Il tutto mescolato sapientemente dal linguaggio, dall’occhio e dalla regia di Antonello Avallone che abbiamo raggiunto ed intervistato.

Raccontiamo Central Park West, uno dei capolavori del Maestro Allen. Woody Allen non è noto solo come celeberrimo regista ma anche come autore teatrale:

Allen ha scritto tanto, a partire dai monologhi degli anni ’60, quando ha cominciato ad esibirsi nei night club di Manhattan, ha pubblicato molti racconti, molti atti unici. Ad un attento esame possiamo vedere che molti film, come Midnight in Paris, per esempio, non sono altro che sceneggiature che prendono spunto da un soggetto di un monologo di tanti anni prima (vedi il monologo EUROPA).
Quello che colpisce è la sua spiazzante visione del mondo, dell’universo, dei rapporti con Dio, con la religione, del rapporto con il proprio partner. Ogni lettura è spiazzante, ti porta spesso a dire : non avevo mai considerato la cosa da questo punto di vista. In questo, spesso, consiste la genialità.

La vita di quattro amici alla ricerca di identità: ossessioni moderne in questa frenetica e fragile vita attuale?

Il racconto del rapporto di coppia che Allen ci regala è sempre fortemente realistico ed estremamente brillante, divertente, per trasformarsi poi in comicità assoluta. Troviamo il tema affrontato in CENTRAL PARK WEST già in “Mariti e mogli” (1992) e in “Harry a pezzi” (1997). La crisi del cinquantenne, in particolare il marito, che ha raggiunto una notevole posizione economica e sociale e, forte di tutto questo, decide di lasciare la propria moglie e affrontare una nuova vita con una ventenne! Momento esaltante per ogni uomo, che ha però sotto un gran pericolo: quello di ritrovarsi in breve tempo solo. Nello spettacolo c’è un’altra coppia dove è la moglie a voler fuggire dal matrimonio, per recuperare il grande errore che ritiene aver fatto sposando l’uomo che credeva un genio della letteratura e che, però, non ha mai venduto un libro. Rimpianti, delusioni, tradimenti plurimi, insoddisfazioni, la scoperta di avere accanto da anni una persona che in realtà non si conosce affatto. È la vita di coppia, certo non di tutti, che da ad Allen la possibilità, come suo solito, di creare dialoghi scintillanti, battute a sorpresa, colpi di scena.

Wood Allen è sempre attualissimo, lo sia ama o lo si odia. Il suo humor divertente e dissacrante esamina da sempre i comportamenti e le fragilità umane:

Lui è ben consapevole della fragilità umana, è il primo a trovarsi in difficoltà. Teme la malattia, la morte, non sa qual è la religione che dovrebbe seguire e di conseguenza non prende posizione, è ateo. In tutti i suoi film i temi che lo tormentano ricorrono. Forse lo farà anche per dissacrarli, per sconfiggerli, in qualche modo.

Da regista sapiente quale lei è, Antonello, come ha improntato la storia di Allen, con quale occhio personale ha tratteggiato i personaggi sul palco? Qual è la sua esigenza narrativa e di regista teatrale?

Preparare lo spettacolo è stato un atto d’amore e di gioia. Mi sono chiesto come l’avrebbe messo in scena lui, quali colori avrebbe usato, quali ritmi, quali sarebbero state le caratteristiche fisiche degli attori, in quella atmosfera del quartiere più elegante e intellettuale di New York, Central Park West, appunto. Il risultato, in giro per l’Italia è stato clamoroso, non lo aspettavo così importante. Risate del pubblico in continuazione, la fila in camerino nel dopo spettacolo, richieste di ospitalità da teatri di Torino e di Milano. Sono molto soddisfatto.

È semplice o complicato rappresentare Woody Allen? Lei lo porta magnificamente sulle scene da moltissimi anni:

Lo porto in scena dal 1992. Oltre Oceano mi conoscono bene, ogni volta che chiedo il permesso per uno spettacolo lo ricevo subito. Ho avuto la possibilità di mettere in scena LA DEA DELL’AMORE, altra meraviglia di film, e l’ho avuto in esclusiva per tre stagioni. Più di così. È sempre difficile portare in scena un autore, lo devi conoscere bene. Ma come sempre ha la stessa difficoltà di portare in scena Pirandello, è sempre difficile. Allo stesso modo si può portare in scena tutto, poi dipende da com’è il risultato finale. Mi viene in mente una battuta di Ennio Flaiano. “è bello che ci siano premi per un libro, per uno spettacolo, però ci dovrebbero essere anche le punizioni“

Personalmente l’ho sempre amato e rido moltissimo alle sue battute, nei suoi film. Cosa vorrebbe dire a chi lo conosce poco o a chi non lo ama per niente e perché vale la pena scoprirlo o “riscoprirlo”?

Direi : vieni a vedere CENTRAL PARK WEST al Teatro Marconi di Roma dal 19 al 29 gennaio 2023. Poi passa nel mio camerino e mi dici come è andata. Se non ti è piaciuto, non l’hai apprezzato, ma devi darmi motivazioni valide, ti faccio restituire il prezzo del biglietto !