Tra tragedie e conflitti, l’unica italiana selezionata racconta l’esilio femminile con sguardo profondo e rispettoso
Aperta il 6 maggio 2025 a Roma, la mostra World Press Photo – presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma – torna come ogni anno a restituire uno spaccato intenso e necessario del nostro mondo, attraverso gli occhi di fotoreporter provenienti da ogni parte del globo. I progetti selezionati per questa edizione colpiscono per la profondità della ricerca, il rigore visivo e l’impatto emotivo, con un filo conduttore evidente: la sofferenza umana.

Dal dramma delle alluvioni causate dal cambiamento climatico, al disagio sociale nelle periferie urbane, fino ai teatri di guerra, le storie raccontate si addensano attorno a contesti estremi. Tra gli autori selezionati, un’unica italiana: Cinzia Canneri, che presenta un intenso progetto a lungo termine dedicato alle vite delle donne eritree ed etiopi in fuga da regimi oppressivi e conflitti dimenticati. La sua narrazione, sobria ma potente, testimonia la forza della fotografia quando si fa ascolto e presenza.
Ma ancora una volta, colpisce quanto la mostra sia dominata da immagini dure, cariche di dramma. Le fotografie “lievi”, quelle che raccontano la resistenza quotidiana, la bellezza nella crisi o semplicemente la vita nella sua forma più semplice, sono rare. La domanda sorge spontanea: è solo la tragedia a meritare attenzione? O siamo, come pubblico, ormai abituati a cercare il dolore per sentirci coinvolti, toccati, forse persino sollevati?
La fotografia tragica ha una forza narrativa immediata: scuote, commuove, interroga. Nel contesto del fotogiornalismo, essa diventa denuncia, memoria, atto politico. Tuttavia, la reiterazione del dolore potrebbe rischiare di anestetizzare, trasformando la sofferenza altrui in un’estetica consumabile. La mostra World Press Photo – pur mantenendo altissimo il livello qualitativo – riflette così un problema più ampio: la tendenza del sistema mediatico e culturale a privilegiare la rappresentazione del trauma rispetto a quella della complessità, e questa riflessione è presente ormai da diverse edizioni della manifestazione.
Siamo attratti dalla tragedia non solo per empatia, ma anche per una forma di “voyeurismo etico”? : guardiamo per sentirci informati, partecipi, coinvolti – ma spesso anche al sicuro, spettatori protetti di un dolore che non ci tocca direttamente. Il rischio, per chi produce queste immagini, è di finire incastrati in una narrazione uniforme dove solo ciò che è estremo sembra valere la pena di essere raccontato.
In questo senso, progetti come quello di Cinzia Canneri assumono un valore speciale: pur trattando un tema tragico, evitano la spettacolarizzazione, restituendo dignità e complessità ai soggetti ritratti.

Il suo racconto visivo non indulge nel sensazionalismo: mostra la fatica, certo, ma anche la dignità. Entra nelle vite delle sue protagoniste con rispetto, con una vicinanza che traspare in ogni scatto. Non ci sono immagini urlate, né bisogno di drammatizzare: è la forza delle storie a parlare da sola. Forse il futuro della fotografia documentaria risiede proprio qui: nel saper raccontare la sofferenza senza usarla come scorciatoia emotiva, e nel saper dare spazio anche alla luce, alla resilienza, alla quotidianità che resiste.
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Word Press Photo Exhibition 2025 – Autori Vari. Palazzo delle Esposizioni, Roma dal 06 maggio 2025 al 8 giugno 2025
Foto di ©Grazia Menna