“We need to talk”. Nella bolla dell’infanzia con Krizia Galfo

Mi aggiro nello spazio luminoso della galleria masticando una Big Babol. Non ne sentivo in bocca il sapore di fragola da molto, probabilmente dagli ultimi ’90, anni in cui Krizia Galfo, pittrice ragusana in mostra per la sua prima personale a Roma presso lo spazio Curva Pura, in via Giuseppe Acerbi – era, come me, appena una bambina. Ci troviamo, tutti accomunati da quel sapore, nella bolla dell’infanzia dei suoi dipinti, olii su tela azzurri e rosa, sui quali aleggia il freddo distacco di un adulto disincanto.

In “We need to talk” i quadri di Krizia Galfo sembrano ricordi tenuti a distanza, filtrati con cura dal gelo dei colori, che lasciano soltanto suggerita la possibilità di un incontro.

Quando le chiedo di parlarmi di sé, Krizia sposta subito il discorso sul suo lavoro. Il modo, forse, più giusto di raccontarsi.

“Al centro del mio lavoro c’è il ritratto ad olio ma questo linguaggio è solo un pretesto. La tecnica qui diventa tema: il controllo come necessità declinato nella stilizzazione delle pose, nei volti algidi, nel congelamento di uno stato d’animo. La palette antinaturalistica, fatta di rosa e azzurri, trasportano i miei soggetti in una dimensione altra dove emotività e rigidità si fondono come le pennellate di cui non rimane traccia. Nei miei lavori, infatti, voglio che il gesto non sia visibile per ricreare l’immagine pensata con innumerevoli pennellate minute e così, senza alcuna texture, rimane visione. Un modo per materializzare e comprendere poi il pensiero.”

Catania, Londra, Roma: sono state tre le città in cui ti sei formata come artista. In che modo questi luoghi, così diversi tra loro, rivivono nei tuoi dipinti?

“A Catania mi sono laureata in lettere moderne e questa formazione mi permette di avere un approccio umanistico e letterario, nel senso che racconto sempre una storia. A Londra invece mi sono avvicinata alla pittura quasi per gioco. Non avevo mai dipinto, sempre e solo disegnato più per noia che per passione, così decido di frequentare un corso breve di pittura ad olio al Chelsea College of Art and Design. Lì capisco che devo rimettermi in discussione e ricominciare a studiare. A Roma, invece, non ho imparato solo la tecnica ma cosa significa essere appassionati, il controllo e la dedizione.”

L’esposizione è accompagnata da un testo critico della curatrice Eleonora Aloise, dal quale emerge la trama bloccata del discorso familiare che i dipinti di Krizia Galfo vanno descrivendo.

“Qualcuno è genitore, tutti sono figli” – commenta Eleonora Aloise per spiegare lo sguardo che Krizia Galfo rivolge col pennello ai volti paonazzi, alle mani congelate di una madre e di una figlia tra loro lontanissime.

“We need to talk” è il titolo che hai scelto per la tua prima personale e i dipinti stessi sembrano dichiarare un non detto.

“Dal momento che il tema della mia personale è la genitorialità dal punto di vista del figlio volevo che il titolo fosse assertivo, che esprimesse la necessità di sviscerare determinate dinamiche. Questo perché il primo rapporto a due di cui facciamo esperienza è proprio quello con il genitore e condizionerà, senza eccezioni, ogni nostro rapporto futuro.”

Intanto mastichiamo la nostra Big Babol. Facciamo qualche grossa bolla. La lasciamo esplodere.

Vivi questo momento come un punto di arrivo o un punto di svolta per la tua pittura?

“Assolutamente come punto di svolta. È stata una mostra pensata a lungo, attraverso cui ho definito cosa mi interessa e quale direzione prendere. Adesso non resta che tornare a lavoro.”

Grazie.

Boom.

INFO:

WE NEED TO TALK – Krizia Galfo

Con testo critico di Eleonora Aloise

Opening 2 febbraio 2023

Fino al 9 marzo 2023

Orari: martedì e giovedì dalle ore 18,30 e su appuntamento – prenotare via mail curvapura@gmail.com o whatsapp 3314243004

Curva Pura

Via Giuseppe Acerbi, 1a – Roma

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