“The Ducks” e le debolezze della mascolinità

Gli schemi di genere a guidare i rapporti di forza. Le relazioni. Tra individui, tra “maschi” in particolare. “The Ducks” andato in scena dal 15 al 18 dicembre, al Teatro Belli di Roma, in effetti potrebbe suggerire una competizione tra chi è più uomo. Tra due esemplari della specie che non sono proprio dei modelli canonici e men che meno iconici.

Il bel testo di Michael McLean, tradotto da Natalia Di Giammarco e portato in scena da Khora Teatro, disegna le potenziali prospettive di una conoscenza che si accende sul luogo di lavoro. Gli interpreti Marco Vergani e Giuseppe Benvegna sono due operai chiamati a prosciugare uno stagno di anatre in un parco pubblico. Due tipi molto diversi, che instaurano uno strano rapporto. Di dipendenza, di pesi diversi sulla bilancia della supremazia. O forse solo prepotenza, o, ancora, una maschera di debolezza. Oscuro confronto personale, acuito da urla e lunghi sospiri.

La regia, impeccabile, di Silvio Peroni, guida gli spettatori dentro uno schema definito da contenitori di legno, mossi da carrelli, che assurgono a luoghi – il Parco, la fermata dell’Autobus, la Public House – che ciclicamente si ripetono. Sono mobili e fluidi, si aprono e si chiudono. Sono di legno, il che amplifica la percezione di contatto con gli spazi aperti.

Compaiono anche le anatre – trovata geniale – per la sorpresa ma neanche troppa dei due protagonisti. Alle prese con le proprie ansie, paure, la poca o tanta motivazione rispetto a un lavoro che presto terminerà. E che cosa, rimane? Un’amicizia, forse, o il surrogato di un contatto che può essere sincero o appiglio vitale nei momenti di difficoltà. Vergani e Benvegna sono caratteri estremamente indovinati nella loro complementarità. Come il tempo delle loro vite anche lo spettacolo, nei suoi 60 minuti, scorre velocissimo. Ritmo incalzante, tensione che regge e l’agro-dolce delle narrazioni anglosassoni. McLean è fresco e contemporaneo, arriva dritto al punto dell’umano disagio e dà voce con efficacia all’altalena emotiva dell’animo. Anche se maschile, perché debolezza e gentilezza non hanno confini di genere. E il più forte non è necessariamente chi alza la voce o mostra i muscoli. Anzi, spesso avviene il contrario.

“The Ducks” ha chiuso la stagione di “Trend – nuove frontiere della scena britannica”, sempre molto attesa nella Capitale. Un appuntamento, a cura di Rodolfo Di Giammarco, che da 21 anni distingue l’offerta di Teatro Belli. Grazie anche al sostegno di Ministero della Cultura, Regione Lazio e Comune di Roma.

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