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Sugli oscuri spettri del benessere

Il tragicomico racconto di sei esistenze fuggite su un lontano satellite per dimenticare la propria disperazione

Dalla finestra esagonale che troneggia al centro del palco, s’intravede lo spazio sconfinato; è da un lontano satellite che cinque ricchi individui hanno deciso di osservare il mondo, alla ricerca di una cura che sconfigga le dipendenze terrene, che sopisca l’indolenza, che abbatta l’insoddisfazione.

Salveremo il mondo prima dell’alba in scena al Teatro Vascello di Roma

Queste le premesse per Salveremo il mondo prima dell’alba, ultimo spettacolo di Carrozzeria Orfeo in scena dal 15 al 19 aprile al Teatro Vascello di Roma, scritto da Gabriele De Luca che, assieme a Massimiliano Setti Alessandro Tedeschi, ne firma la regia.

Dapprima deserta e avvolta unicamente dalla voce fuori campo di Jasmine ( Alice Giroldini), lentamente la scena si accende popolandosi di personaggi. Le loro storie divergono l’una dall’altra, ma trovano in quel luogo lontano un unico, comune punto di intersezione: il tentativo di fuggire dalla propria dipendenza attraverso un allontanamento, dalla terra, e da sé stessi.

Sfavillare, per occultare la sofferenza

Su quale sia il retroscena della ricchezza, in pochi saprebbero dare una risposta esaustiva, quale sia il prezzo da pagare per ottenere una condizione in cui tutto sembra essere concesso, comprabile, appagabile. Eppure è proprio in questa zona d’ombra che la drammaturgia di Carrozzeria Orfeo sceglie oggi di dirottare il suo occhio, dallo sguardo sui reietti a quello sui benestanti, inoltrandosi nei sotterranei che si nascondono oltre la patina d’oro della loro sfavillante superficie.

Può davvero chi ha tutto, sfuggire anche alla disperazione? Sembra questa la questione che trasversalmente abita la scena, e che si declina sulle sei vite che, in un modo o nell’altro, sono costrette ad entrarvi in contatto.

Guarda quanti corpi irrisolti! – così il coach dello spazio accoglie i suoi ospiti. Un coach è sembrato a tutti la soluzione più semplice, un coach che li alleni su di un lontano satellite, a dimenticarsi delle proprie psicosi, perché forse – si è indotti a credere- proprio allontanandosi da sé stessi, è possibile ritrovarsi.

Una profonda forma di riparazione

Una cantante pop che sfugge al peso del suo corpo, un ricco imprenditore e il suo suddito sognatore, una coppia di uomini in bilico tra il successo e il desiderio di un figlio; hanno scelto di migrare in un satellite alla ricerca della propria risoluzione, forse ignari delle conseguenze della loro ricerca.

Il mondo non è sincero coach, se fosse sincero tutto crollerebbe!– inveisce il cinico Omar (Sergio Romano) che, se non fosse stato per il suo compagno, mai forse avrebbe deciso di arrivare fin lì.

Ed è qui che un altro strato di senso si aggiunge andando a capillarizzare la storia, che intende la tendenza all’immediata soddisfazione dei propri desideri, come il mezzo più immediato per palliare il dolore, per convincersi di averlo idealmente riparato, per restare in superficie, perché nella superficie si è meno compromessi.

Eppure, quando la sofferenza tenacemente supera il valico, quando i fronzoli della ricchezza non bastano più, i personaggi appaiono ancor più fragili e sbugiardati dinanzi a sé stessi, perché scappare dalla terra o dalla folla non basta per separarli da loro stessi, per strapparli alle ragioni delle loro compensazioni. Così la dipendenza non è che lo strumento, e per trovare il vuoto è necessario cercare altrove.

Manuela Giusto in Salveremo il mondo prima dell’alba, in scena al Teatro Vascello di Roma

Quello che accade, sembra esortarci il racconto, è dato dalla somma di microscopici avvenimenti, trascurabili per sé stessi ma in grado di costituire nella loro accumulazione, il contesto in cui si dispiega l’esistenza. Possiamo allora ovattare i nostri sensi ad oltranza e in miriadi di modalità differenti, senza mai avvicinarci al senso, o uscire allo scoperto accogliendo quella parte di consapevolezza su noi stessi e sulla nostra comune condizione che, seppur con dolore, potrebbe toccarci.

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Salveremo il mondo prima dell’alba – Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi – Drammaturgia Gabriele Di Luca – Assistente alla regia Matteo Berardinelli – Con Sebastiano Bronzato, Alice Giroldini, Sergio Romano, Roberto Serpi, Massimiliano Setti, Ivan Zerbinati – Consulenza filosofica Andrea Colamedici – TLON -Musiche originali Massimiliano Setti – Scenografia e luci Lucio Diana – Costumi Stefania Cempini – Direzione tecnica Alice Mollica e Andrea Gagliotta –Teatro Vascello dal 15 al 19 aprile 2025

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