Intervista a S.E. Sara Lucía Oña (Vicecónsul del Ecuador en Roma)
Nell’ambito della Manifestazione “Porta Magica Festival, Letteratura, Musica, Teatro, Cinema” il giorno 3 settembre 2024 dalle ore 18,15 presso i Giardini di Piazza Vittorio a Roma, l’Associazione Esquilino Poesia A.P.S. in collaborazione con il Consulado del Ecuador en Roma, rappresentato dalla Vicecónsul del Ecuador en Roma Ing. Sara Lucía Oña, organizza un evento di Poesia e Danza in favore dell’Ecuador, con il Patrocinio del Municipio I Roma Centro.
Lo spazio è messo a disposizione nell’ambito della XXIV edizione NOTTI DI CINEMA A PIAZZA VITTORIO, promossa da ANEC Lazio dal 15 giugno al 15 settembre, che ha offerto un caleidoscopio di eventi diversificati a corollario della maxi arena cinematografica.
L’Evento sarà presentato dalla poetessa Ecuadoriana Verónica Paredes e dallo scrittore Victor Nunzi e vedrà la partecipazione dei Poeti: Marco Belocchi, Aurelio Bettini, Angela Donatelli, Maresa Elia, Sonia Giovannetti, Tiziana Marini, Alessandro Mathis Piumatti Sabotero, Anita Napolitano, Katia Ranieri, Marzia Spinelli.
Oltre al momento incentrato sulla Poesia, l’incontro dedicherà uno spazio alle danze tradizionali dell’Ecuador che saranno eseguite dai due Gruppi di danza folcloristica Fraternidad Saphichay e Yachay Andino.
Madrine dell’evento Duo Pianistico Barbara & Claudia, Barbara Cattabiani e Claudia Agostini.
Per comprendere meglio lo spirito della serata abbiamo intervistato S.E. Sara Lucía Oña.
La Sua missione al Consolato dell’Ecuador è stata spesso quella di far conoscere la cultura del Paese, come è nato questo incontro?
È nato dalla collaborazione con la Poetessa Verónica Paredes che è molto attiva nel mondo della poesia e che ci ha dato l’opportunità di collaborare con Esquilino Poesia, con il suo Presidente Angelo de Florio, con il suo Vice Presidente, Anita Napolitano e con il resto del Direttivo, Letizia Leone e Maresa Elia, che saranno presenti all’Evento. L’Associazione si pone l’obiettivo di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale e il paesaggio, contribuendo all’apertura al pubblico di spazi trascurati o chiusi come la Porta Magica, per l’appunto, di Piazza Vittorio, che mi ha sempre incuriosito come antica testimonianza di una Roma di miti e misteri. Mi sono sempre chiesta dove conducesse, ma ho scoperto che non porta da nessuna parte e che è semplicemente quanto resta della villa del marchese Massimiliano Savelli Palombara, appassionato di alchimia ed esoterismo.
Cosa dobbiamo aspettarci in questa serata del 3 settembre?
I Poeti che hanno aderito all’iniziativa si cimenteranno in una serie di opere poetiche dedicate al nostro Paese, un’offerta culturale dell’Italia nei confronti dell’Ecuador. Ognuno sceglierà un tema che riguarda le bellezze naturali, la storia, la cultura, il folclore, la letteratura, l’arte, il canto, la danza, ecc., del nostro Paese: sono molto curiosa di quello che sapranno creare, l’ultima volta sono davvero rimasta stupita perché le opere erano nate da una profonda ricerca e informazione che mi ha riempito di gioia.
Stavolta però Lei ha coinvolto anche due Gruppi folcloristici che si esibiranno in Danze Tradizionali, di cosa si tratta?
Le danze tradizionali in Ecuador, sono state tramandate di generazione in generazione e hanno un significato importante per la gente del posto. Il Ballo popolare è spesso stato un modo per educare alla convivenza delle diverse etnie che si trovano nella nostra terra. È uno strumento democratico che serve a creare pace perché favorisce le relazioni dei vari gruppi, il rispetto per le usanze differenti, aiutando a stabilire obiettivi comuni per la crescita collettiva di tutti.
Quali sono le Danze più comuni in Ecuador?
C’è una danza di origine precolombiana che si chiama sanjuanito che si ballava durante i riti incaici dell’Inti Raymi (in kichwa ‘festa del sole’) e che oggi coincide con il 24 giugno, la Festa in onore di San Juan (San Giovanni Battista, da cui deriva il nome): si balla durante le feste della cultura meticcia e indigena e viene considerato il ritmo nazionale dell’Ecuador. I danzatori vestono i tipici costumi dai colori molto accesi e si muovono con un ritmo allegro, nonostante la melodia sia piuttosto malinconica, una caratteristica, questa combinazione, della cultura indigena ecuadoriana. Si utilizzano una varietà di strumenti tipici, dal rondador al Pingullo, dal Bandolín a i dulzainas e altri strumenti internazionali quali tamburo, chitarra, piffero di canna, flauto di Pan, ecc..
Qual è il significato ancestrale di questa danza?
Gli indigeni la ballano per rappresentare la loro identità e il legame profondo con la Pacha mama (madre terra). Oggi è uno dei balli più diffusi nel paese, tutti formano cerchi e righe a passo di danza durante le feste nei villaggi, chiaramente reso più moderno rispetto alle origini.
Quali sono le altre danze tipiche?
Il pasillo, per esempio, che rappresenta il connubio tra la danza indigena e quella europea. Ai tempi dell’indipendenza era la danza per libertà, poi divenne un modo per esprimere la gioia legata all’indipendenza: una sorta di variazione del ritmo originario del valzer austriaco, con movimenti molto più veloci. Quello nostro è simbolo dell’identità nazionale, ma è lento e malinconico.
Poi c’è la danza Afro-ecuadoriana chiamata Marimba, che si danza in coppia con costumi davvero coloratissimi, dove le donne fanno volteggiare le loro gonne sgargianti e gli uomini i loro fazzoletti.
Ho sentito parlare anche della Caderona, è una danza che prende il nome dal movimento dell’anca?
Sì, in spagnolo l’anca è la cadera: la danza ha origine africana e si svolge sul ritmo delle percussioni, ma le coppie che ballano muovono continuamente le spalle, oltre che le anche. Gli uomini sembra che inseguano le donne accompagnando i loro movimenti con i piedi, mentre esse agitano con le mani le loro gonne svasate.
C’è un coro che canta rispondendo a una voce solista con lo stesso motivo.
E la “danza dei diavoli” in che cosa consiste?
Gli uomini si vestono da diavoli e ballando vanno a spaventare gli spettatori durante la festa di San Juan, il patrono della città di Otavalo. È una danza spettacolare, un rito che ha lo scopo di portare fortuna.
Mentre la “danza della pioggia” è un rito per propiziare l’arrivo delle piogge nella stagione secca dagli aborigeni dell’Ecuador del Nord, dove i ballerini suonano e danzano attorno a un albero vestiti con abiti variopinti.
E ci sarebbe da parlare anche delle bellezze naturali del Paese, Lei da Ingegnere Ambientale, ce ne può citare almeno una?
Senza che io mi dilunghi a parlare di questo tema che sono certa sarà argomento principale della Poesia, voglio citare solo la nostra capitale, Quito, dichiarata, il 18 settembre 1978, Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO: una città situata a 2.850 metri sul livello del mare, sulle Ande, seconda in quota solo alla capitale boliviana, La Paz.
E poi abbiamo la linea dell’Equatore, i parchi archeologici inca, le comunità andine con i loro spettacolari paesaggi e le loro trazioni, le isole Galápagos con i loro vulcani, ecc,ecc.
Insomma, Bellezza, Danza e Poesia?
La Bellezza è una ricchezza comune al vostro Paese, a cui siete abituati, soprattutto qui nella capitale, la Danza per chi ha sangue ecuadoriano può essere vera Poesia, mentre la Poesia, quella che scriveranno per noi i Poeti italiani, spero sia davvero un bel Canto.
Foto di copertina: ILa Coronel