“L’URLO DI LEE” APPASSIONA ANCORA

Il 27 Novembre Bruce Lee avrebbe compiuto 80 anni. L’uomo “dragone” ha unito tutto il mondo e con i suoi film ha dato un nuovo impulso al cinema d’azione. 

“Zuì hǎo de zhùyuàn” (tanti auguri a te), queste le parole che “dalla Cina con furore” sarebbero echeggiate se il leggendario Bruce Lee fosse riuscito a festeggiare i suoi ottanta anni. Figlio degli attori teatrali cinesi Lee Hoi-chuen e Grace HoPiccolo drago, come era solito essere chiamato, nacque nella Chinatown di San Francisco il 27 Novembre 1940.

Già all’età di nove anni, il giovane Bruce prende parte al suo primo film, “The Kid”, per poi iniziare una lunga carriera di pellicole che hanno conquistato sia i cineasti, amanti dell’action, sia gli artisti marziali di tutto il mondo.

 Hollywood, in quegli anni aveva le porte chiuse per gli interpreti asiatici, ma non per il progetto utopistico di Lee che, sempre all’avanguardia, voleva fondere l’Occidente, dove era nato, e l’Oriente, luogo delle sue origini, in un modo innovativo e geniale: trasporre le arti marziali sulla pellicola.

Dopo apparizioni in varie serie televisive come “Il Calabrone Verde”, “Ironside” e“Blondie”, nel 1971 interpretò il suo primo ruolo da protagonista, scritturato dal regista conterraneo Lo Wei, nel film “Il furore della Cina colpisce ancora”.

Gli anni di formazione nelle arti marziali lo portano a inventare un proprio stile di lotta, caratterizzato da movimenti rapidissimi e senza regole, chiamato Jeet Kung Do. Lo stile di Bruce Lee conquista tutto il mondo. L’innovazione nel portare la lotta cinese nel genere cinematografico si rivela vincente, tanto che lo stesso regista dell’insuperabile successo del 1971, l’anno dopo, porge un nuovo copione a Bruce Lee per girare uno dei film più significativi sia per il protagonista, sia per l’intero genere filmico, “Dalla Cina con furore”.

La mentalità conservatrice delle colline di Hollywood era solo un lontano e amaro ricordo, perché ormai Piccolo drago era diventato una star mondiale. Fonda una sua casa di produzione, la “Concord Production”, scrive, dirige e interpreta il film che lo identifica più di tutti: “L’urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente”. Di questo film cura anche la realizzazione dello storyboard e, per girare la scena del celebre duello contro un giovanissimo Chuck Norris, sceglie il Colosseo come location.

Tutta la vita di Bruce Lee è accompagnata dal mistero, sia per le sue altissime capacità in ogni campo, basti pensare al fatto che è stato campione di Cha Cha Cha, filosofo del radicalismo nelle arti marziali e autore di lettere e diari che hanno ispirato la serie televisiva “Warrior”, prodotta dalla figlia Shannon, sia per la sua morte, che ad oggi rimane l’enigma più grande.

 Dal 1973 a oggi sono solo i dubbi a dare risposta a quelle domande sull’epilogo sospetto della sua vita. Voci parlano dello zampino della mafia cinese, altre raccontano di gente invidiosa, c’è poi chi invece afferma che la dipartita sia avvenuta per una reazione allergica a dei farmaci assunti per un malore.  Questo giallo irrisolto lascia i familiari con un’angoscia che appesantisce e rende difficile l’elaborazione del lutto a cui si unisce un sentimento di riluttanza dei fan per la perdita di chi artisticamente ha dato tanto a tutto il mondo, dalla West Coast californiana dell’Occidente, al Sol levante dell’estremo Oriente.

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