Dai Lumière a Topolino in dialetto, passando per Cinecittà, Kiev e Praga: storie, produzioni e anteprime che raccontano un’industria che non si arrende e continua a emozionare
Il cinema è vivo! Così mentre sugli schermi italiani dallo scorso 24 marzo e in anteprima all’imminente Festival di Cannes, diretto da Thierry Fremaux, arriva Lumière – L’avventura del cinema, gioiello che ricostruisce con filmati inediti l’invenzione del cinematografo da parte dei Fratelli August e Louis Lumière, Walt Disney tiene a battesimo per ora solo in formato cartaceo nell’ambito del Romics all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Festival green per eccellenza, il primo Topolino in dialetto romanesco, ma anche torinese, barese e veneziano, con un Mickey Mouse per ogni città e naturalmente con lui anche gli inseparabili Minnie, Orazio e Clarabella per la gioia di grandi e piccini.
Intanto fra qualche mese, esattamente ai primi di agosto nei grandi studi di Cinecittà, Mel Gibson inizierà a girare La resurrezione di Cristo, il sequel de La passione di Cristo (oltre 600 milioni di dollari d’incasso al box office), che racconta gli ultimi giorni di Gesù fino alla crocifissione.
Questo nuovo colossal che porterà finalmente anche un po’ di ossigeno economico ai nostri Studios a partire dalle maestranze (tra le più brave al mondo), vedrà nei ruoli principali l’americano Jim Caviezel nel ruolo di Gesù, l’attrice rumena Maia Morgenstern in quello di Maria e l’italiano Francesco De Vito in quello di Pietro.
Sempre a Cinecittà, da fine aprile prenderanno il via le riprese di Anna, una voce umana, un omaggio alla straordinaria Anna Magnani — finalmente al centro di un film che ne celebra la vita e l’arte. Prima attrice italiana a vincere un Oscar, nel 1958, per La rosa tatuata, girato interamente in inglese a Hollywood, la Magnani viene qui ricordata anche per una delle sue più intense interpretazioni teatrali, tratta dal celebre testo di Jean Cocteau, La voix humaine. A dirigere il film sarà Monica Guerritore, per la prima volta dietro la macchina da presa.
A proposito di studi cinematografici, è incoraggiante sapere che, nonostante la guerra, in Ucraina l’industria del cinema non si è fermata. A Kiev, gli studios della Film.UA — tra i più grandi dell’Europa dell’Est insieme ai Barrandov Studios di Praga — continuano a resistere e a produrre.
Proprio i Barrandov, inaugurati nel 1931, hanno ospitato numerose produzioni internazionali, tra cui Yentl, diretto e interpretato da Barbra Streisand. Roman Polanski li ha definiti tra i migliori al mondo, elogiandone non solo l’eccellenza tecnica e la competenza delle maestranze, ma anche l’ottimo rapporto tra costi e qualità.
Gli studi cinematografici di Kiev si estendono su una superficie di quarantamila metri quadrati, con otto grandi stages capaci di accogliere produzioni di ogni genere. Un tempo definiti le “Hollywood dell’Est”, gli studios della Film.UA offrono strutture complete: magazzini per le luci, costumi di ogni epoca, statue, navi, velieri, reparti trucco ed effetti speciali. Vengono chiamati “Kyiv Left”, perché situati sulla sponda sinistra del fiume Dnipro.
Nel 2022, con l’inizio della guerra, molti di questi spazi si sono trasformati in rifugi per chi cercava protezione. Le cucine, normalmente riservate alle troupe durante le riprese, sono state riconvertite per offrire pasti caldi a chi ne aveva bisogno.
Nonostante il conflitto, negli studi della Film.UA si continua a lavorare. Si producono film, serie tv, spettacoli televisivi e documentari. Tra questi, 20 Days in Mariupol del regista Mstyslav Černov — un’opera intensa e dolorosa sull’assedio di una delle città simbolo della resistenza ucraina — ha conquistato l’Oscar 2024 per il miglior documentario, oltre al prestigioso BAFTA, all’Award del Chicago Critics Film Festival e al Dallas-Fort Worth Film Critics Association Award. Un segno forte: la guerra ha interrotto, ma non fermato, l’industria cinematografica ucraina.
Quelli di Praga invece continuano a distinguersi per qualità con la realizzazione di block buster come Mission impossible I e IV, The Bourne Identity e Casino Royale. Così se le due Hollywood dell’est offrono una moltitudine di servizi per realizzare, un buon film a costi più appetibili per le produzioni, in attesa di tornare presto alla normalità, lo stesso regista Chernov con l’ultimo lavoro dal titolo 2000 meters to Andriiuka, ha vinto il premio come Best documentary direction al Sundance Film Festival di Robert Redford. E in Ucraina come sottolinea in un suo editoriale da Kiev, Vincenzo Leone, già si parla di un nuovo cinema basato come fu in Italia con il Neorealismo e in Francia con la Nouvelle vague, sulle esperienze vissute di questi anni di conflitto!
Intanto, notizia di pochi minuti fa il Festival di Cannes attribuirà in occasione dell’apertura il prossimo 13 maggio a Robert De Niro la Palma d’oro alla carriera. Congratulazioni!