Tra nuovi talenti, riconoscimenti internazionali e critiche sullo stato dell’industria, i David celebrano il meglio (e i limiti) del cinema italiano contemporaneo.
Ai David di Donatello 2025 ha trionfato Vermiglio, opera prima della giovane regista Maura Del Pero, già scelta per rappresentare l’Italia agli Oscar, dove però non ha ottenuto riconoscimenti. Il film ha invece conquistato ben 7 statuette alla cerimonia italiana, tra cui Miglior Film, Miglior Regia Esordiente e Miglior Sceneggiatura Originale.
Il David per il Miglior Esordio alla Regia è andato a Margherita Vicario per il suo debutto con Gloria. La Miglior Interpretazione Femminile è stata assegnata a Tecla Insolia per la sua intensa prova nella serie L’arte della gioia, diretta da Valeria Golino.
Come da previsioni, Elio Germano ha vinto il premio come Miglior Attore Protagonista per il ruolo in Berlinguer – La grande ambizione. Il David per il Miglior Film Straniero è andato ad Anora dell’americano Sean Baker, già vincitore della Palma d’Oro a Cannes e di ben cinque premi Oscar.
La cerimonia si è svolta nello storico Studio 5 di Cinecittà, tanto caro a Federico Fellini, e ha visto alla conduzione Elena Sofia Ricci e Mika. Tra gli ospiti d’onore, la star Timothée Chalamet, premiato con un David Speciale, accanto a grandi nomi del cinema italiano come il premio Oscar Giuseppe Tornatore, il regista Pupi Avati e l’attrice Ornella Muti. Un David Speciale è stato conferito anche al regista Ferzan Ozpetek per il suo film Diamanti, mentre il pubblico ha assegnato il David Speciale del Pubblico.
È stata un’edizione fortemente orientata al cinema giovane, come sottolineato dallo stesso Tornatore, che ha dedicato il suo premio “a tutti i giovani registi italiani pronti a debuttare dietro la macchina da presa”.
Non sono però mancate le voci fuori dal coro. Il veterano Pupi Avati ha lanciato un accorato appello sulla “grave crisi delle produzioni italiane, in un Paese ricco di festival ma povero di produttività”. Un pensiero condiviso anche da Elio Germano, che in occasione del ricevimento al Quirinale promosso dal Presidente Mattarella, ha espresso un commento pungente nei confronti del titolare del dicastero della Cultura sulla condizione del cinema italiano.
Insomma, un’edizione che, tra entusiasmo e critiche, conferma ancora una volta quanto il nostro cinema sappia far parlare di sé – nel bene e nel male.