È il manifestarsi di un atto epifanico che sugella un incontro, impone talvolta con violenza di “guardare al cuore delle cose”: questa la premessa dello Short Theatre di Roma che ormai alla quindicesima edizione giunge alla sua terza giornata domenica 6 Settembre.
Impreziosito dalle installazioni video della visual artist Monira Al Qadiri, costituitesi su un continuum di immagini dinamiche evocanti le contrastive atmosfere del Golfo del Persico, l’ambiente del Wegil di Roma moltiplica i suoi punti di osservazione.
È l’intervento di Giovanni Attilio in “Lo spazio dell’abitare tra abbandono e spettacolarizzazione” ad introdurci all’idea di una realtà malferma, sofferente entro cui lo spazio urbano diviene luogo atto a riempirsi e svuotarsi, alla stregua dello spazio scenico. Incarnandosi poi nella figura centrale di Salvo Lombardo l’indagine si sposta su un altro reale: se l’installazione multimediale Jungle Soul fa della video performance lo strumento di un’immersione percettiva; Opacity #2 ricorre ad una forma inedita, un talk show volto a sviscerare una profonda frattura dell’immaginario occidentale, e ne esemplifica gli effetti nell’immagine fotografica, nella creazione di un inesauribile dibattito attorno all’idea di alterità. Culmine di un climax d’intensità crescente Tiresias“di Bluemotion/Giorgina Pi ci trascina nei fili di un racconto d’allora e di ora. Un solo uomo abita la semi oscurità, lo sguardo celato dal cappuccio: si agitano le luci fioche ai suoi piedi, si agita la sua voce, ora cavernosa, ora tramutata in singhiozzo. Nel l’evocazione delle immagini, sembra di afferrarne il respiro: l’accoppiamento sinuoso tra due serpi, l’avvento del buio negli occhi di un indovino-ragazzo sopraffatto dalla troppa verità. Un nuovo veggente, un Tiresia giovane entro il cui corpo ribolle il sentire dell’uomo e della donna, del piacere e del turbamento, un uomo “dai mille passati” di nuovo al cospetto degli dei per concedere epifania al mistero fino a rimanerne accecato.