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Quando FUORI è dentro

Al cinema dallo scorso 22 maggio l’atteso film di Mario Martone sull’ esperienza carceraria della scrittrice Goliarda Sapienza presentato in anteprima  a Cannes 2025

Dall’acclamato e recente successo ai David di Donatello 2025 della serie L’Arte della gioia, riadattamento dell’omonimo romanzo di Goliarda Sapienza con Valeria Golino alla regia e una carismatica Tecla Insolia nel ruolo di protagonista, non si poteva che essere in attesa del film Fuori di Mario Mortone. Film che descrive un momento di vita di Goliarda Sapienza e dove ad interpretarla è la stessa Golino, proprio lei che era alla regia della serie riadattamento.

Valeria Golino

Nel film, presentato in concorso alla 78° edizione del Festival di Cannes, co-protagoniste Matilda De Angelis e la cantante Elodie. Un cast di donne quindi per raccontare di una storia tutta al femminile.

Il romanzo L’arte della gioia, poi riadattato dalla Golino nell’omonima serie, è la storia di Modesta, giovane donna siciliana del primo Novecento. Modesta è di poverissime origini ma determinata a coltivare la sua “arte della gioia” e a seguire la propria felicità non ponendosi limiti per ottenerla.

Modesta è sicuramente un personaggio vitale, scomodo, indipendente, sensuale e immorale che sfrutta la propria intelligenza e carnalità pur di arrivare dove vuole.  Una protagonista destinata a far sconcerto e che ha fatto entrare Goliarda Sapienza a pieno titolo nella cerchia delle scrittrici più significative del Novecento.

La trama del romanzo e quello della vita della sua scrittrice Goliarda Sapienza si uniscono nel film di Mortone dove in una Roma degli anni Ottanta vediamo un estratto di vita della autrice; L’arte della gioia in quel momento era già stato scritto ma non veniva pubblicato perché considerato troppo “tradizionale”. Per questo motivo Goliarda versava in un momento di crisi identitaria e letteraria molto forte oltre ad una difficoltà economica per una vita al Parioli che non poteva più permettersi.

Un furto- rivalsa  compiuto a casa di una collega la fa finire per un periodo nel carcere di Rebibbia, dove la scrittrice vive un’esperienza totalizzante tra i rapporti gerarchici dell’ambiente carcerario, le sue relazioni e i suoi contrasti.

Qui Goliarda conosce Roberta ( Matilda De Angelis ) trentenne sempre dentro e fuori dal carcere e ormai quasi dipendente da quel mondo; tra le due si instaura subito un legame forte, di amicizia e forse anche qualcosa di più, un sentimento e una forma di scoperta e libertà sessuale che anche Goliarda probabilmente non riesce a comprendere.

Questi rapporti proseguono anche fuori dal carcere, con appuntamenti improvvisati, gite fuoriporta e nottate romane. Qui compare anche Barbara ( Elodie ) altra amica conosciuta in carcere; ed è proprio su tutto questo rapporto dentro e fuori dal carcere che il film si sviluppa, un dentro dell’istituzione carceraria che appare minaccioso e osteggiante ma che in realtà per alcune come Roberta e Goliarda appare quasi un mondo confortante, una realtà dove scoprirsi davvero.

La stessa Goliarda si sentiva vera dentro quel mondo, vista rispetto all’ esterno, un “fuori” in questo caso che non le apparteneva più: un contesto pariolino, fatto di intellettuali senza più qualcosa di vero da poter dire, una realtà in cui non si sentiva più rappresentata.

Attraverso l’esperienza di Rebibbia e i suoi rapporti Goliarda sperimenta la libertà in tutte le sue forme. Esattamente come la sua Modesta del romanzo, Goliarda sperimenta allo stesso modo la vita, vive e ne assapora a pieno ogni momento.

Il duo Golino- de Angelis è perfettamente funzionale per rappresentare il rapporto indefinito che si crea tra Goliarda e Roberta. Entrambe le attrici sono calate perfettamente nella parte, in particolar modo Matilda De Angelis che interpetra con maestria il ruolo non facile di Roberta, piccola criminale della periferia romana e con un serio problema di droghe, un ruolo interpretato senza cadere nel rischio macchiettistico e che risulta perfettamente credibile. Credibilità anche per l’interpretazione di Elodie che si cala perfettamente nella parte.

La fotografia di Paolo Carnera si dimostra sempre all’altezza dei suoi precedenti lavori come Io capitano di Matteo Garrone ( 2023 ) e Adagio di Stefano Sollima (2023) . Una fotografia calda, avvolgente e piena di vita esattamente come alla ricerca di vita sono le protagoniste che animano questo film. Forse un maggiore approfondimento andava riservato alla sceneggiatura, sempre ad opera di Mario Mortone e Ippolita Di Majo, una scrittura che forse poteva approfondire maggiori aspetti come la voce intellettuale “fuori dal coro”   di Goliarda Sapienza, sottovalutata dagli intellettuali del momento.

Elodie, Matilda De Angelis e Valeria Golino

Fuori insegna che “dentro”, ovvero il nostro contesto, può essere molto più “fuori” di quanto crediamo e quanto invece un contesto inaspettato, come il carcere per Goliarda, possa rivelarsi essenza di vita e sentimenti.  Goliarda come la sua protagonista Modesta sperimenta e ama la libertà in tutte le sue forme e in questo film, come nel suo libro, sembra volerlo urlare con tutta se stessa.

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Fuori – Regia di Mario Mortone. Soggetto da L’università di Rebibbia di Goliarda Sapienza. Sceneggiatura di Mario Martone e Ippolita Di Majo. Con Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie, Corrado Fortuna, Antonio Gerardi. Fotografia di Paolo Carnera; musica di Valerio Vigliar; scenografia di Carmine Guarino. Produzione Rai Cinema, Indigo Film, The Apartment, Ministero della Cultura e regione Lazio; distribuzione italiana 01 Distribution.

Fotografie e copertina: 01 Distribution.

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