Al Teatro Tor Bella Monaca, prende vita il cuore elettrico di Jim Morrison, dove la poesia diventa sopravvivenza, in uno spettacolo diretto da Francesco Lonano.
Un palco spoglio. Un microfono. Una pedana con due scalini in fondo alla scena. Nulla di più. Eppure, Pensiero elettrico, tratto dagli scritti di Jim Morrison, riesce a creare un mondo interiore in cui lo spettatore è risucchiato senza scampo.

In scena, un ragazzo e una ragazza. Due volti, due corpi, un’unica anima: quella di Jim. L’uno, Valerio Lombardi, è l’espressione più viscerale del giovane poeta, cantante, profeta ribelle e fragile. L’altra, Livia Bertè, ne incarna la coscienza, la parte femminile, il lato critico e tagliente che lo giudica e lo tormenta.
Il testo si muove tra le pieghe della psiche di Morrison: il desiderio di cambiare il mondo, l’urgenza di scuotere le coscienze, ma anche il peso della propria inadeguatezza. “Mi sento vero solo quando sto sul palco”, è in frasi come questa che si svela il cuore pulsante dello spettacolo: un’anima che arde, si dibatte e cerca disperatamente senso nella creazione artistica.
Valerio Lombardi regge lo spettacolo con una forza interpretativa magnetica: il suo corpo danza, si contorce, vibra. È poesia fisica, quella che riesce a rendere visibile il dolore. Due lacrime che gli rigano il volto non sembrano recitate: sono il segno di un’adesione profonda al personaggio, o forse, semplicemente, di un incontro tra attore e uomo.
Livia Bertè, nel ruolo più cerebrale, interpreta un pensiero che ferisce, che giudica: “Non è più tempo di abbracci”, una frase che sembra voler recidere ogni illusione. Meno emotiva, forse volutamente più fredda, dà voce ai demoni interiori che sussurrano all’orecchio di Morrison e lo inchiodano alle sue insicurezze.
A scandire le scene, la voce di Jim, la sua musica, le sue parole: ruvide, provocatorie, visionarie. Un grido di ribellione contro un mondo che cambia, ma non in meglio. Un attacco frontale a tutto ciò che incatena – chiesa, politica, potere – e un invito a liberarsi, a pensare con la propria testa, a vivere con radicale autenticità.

Prima ancora di essere un’icona del rock, Jim Morrison si considerava un poeta. E questo spettacolo lo restituisce nella sua essenza più vera: un uomo che attraverso la parola – scritta, detta, gridata, cantata – tenta di afferrare la vita, di dare forma al caos, di non soccombere. La poesia, per lui, era l’unico modo per sopravvivere al disincanto, per gridare un senso al mondo. E forse anche per gridare a sé stesso di esistere.
Pensiero elettrico è un lavoro nudo e necessario. Un teatro che non offre risposte ma squarci, ferite, possibilità. E in un tempo come il nostro, fatto di narrazioni patinate, di identità che si cercano e si perdono nei riflessi digitali, quelle parole e quei tormenti risuonano più attuali che mai. Perché il bisogno di essere veri, fragili, liberi resta la nostra urgenza più grande.
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Pensiero elettrico di Francesco Tozzi e Francesco Lonano – con Valerio Lombardi e Livia Bertè – Regia di Francesco Lonano – musiche originali di Cesare Seclì – Compagnia Teatro dell’Osso ETS – Teatro tor bella monaca 23-24 aprile 2025