Una webcam come terapia di coppia?

 Video Club – Non aprire quella mail: una commedia per riflettere sulle potenzialità della tecnologia e sulla fragilità dei rapporti umani nella famiglia borghese

Al Teatro Nino Manfredi di Ostia è in scena fino al 16 marzo una commedia esilarante e sagace sul lento deteriorarsi  e la possibile guarigione di un rapporto di coppia in crisi.

Caterina e Gianmarco sono sposati da venticinque anni. Il loro amore è diventato una routine di discussioni e menzogne, fino a quando un giorno ricevono una mail misteriosa. Quando la aprono vedono se stessi in cucina: qualcuno segretamente li sta filmando e ora ha deciso di farglielo sapere. A che scopo? Cosa ne conseguirà da questa violazione della privacy? 

Bugie e segreti, dispetti e disattenzioni: le email porteranno a galla verità taciute,  una dopo l’altra, assestando colpi ed evidenziando la vulnerabilità della coppia.

Video Club – Non aprire quella mail è una commedia dell’autore francese Sebastien Thiery, molto noto in Francia meno in Italia, che con leggerezza e grazia affronta tematiche che lasciano molto spazio alla riflessione. Caterina e Gianmarco si ritrovano in un gioco contorto dove la privacy scompare, diventando protagonisti di un Grande Fratello, sia nel senso orwelliano che in quello dello show televisivo, dove però il pubblico dalla curiosità morbosa sono anche loro stessi, persone spiate che si spiano l’uno l’altro per scoprire le problematiche che condannano il loro rapporto all’insoddisfazione. In particolare è Caterina ad essere molto interessata a osservare i video, preoccupandosi non tanto di chi ha piazzato la videocamera quanto del destino del suo matrimonio. È possibile che la trasparenza forzata  divenga l’ultima ancora di salvezza per un rapporto di coppia in crisi? O porterà a un tale caos da far scoppiare le ultime fondamenta che tengono i due uniti?

C’è qualcosa della distopia e inquietudine di Black Mirror, dove l’estremizzazione dell’uso del mezzo tecnologico diviene uno strumento per condurre riflessioni di carattere morale e filosofico. L’angoscia dell’essere osservati da uno sconosciuto di cui non si comprendono le intenzioni rimanda anche al David Lynch di quel capolavoro che è Strade Perdute. Il senso di straniamento è forte, ma in questa commedia atipica l’essere spiati diviene uno strumento per sviluppare una terapia di coppia dove gli spiati si spiano a loro volta, giungendo, attraverso l’occhio esterno, a una maggiore comprensione di se stessi e della natura del proprio matrimonio. 

Gianmarco è interpretato da Gianluca Ramazzotti. Con la sua razionalità e attitudine maschile alla semplificazione, tenta di scoprire chi ci sia dietro quella telecamera. Investiga con dedizione e si arrovella il cervello nel tentare di inquadrare la verità. Per paradosso sarà proprio lui a ritrovarsi in una situazione del tutto surreale che sfiora la dimensione onirica, non riconoscendo più la differenza tra realtà e sogno, non sapendo più cosa attribuire al vero e cosa allo stress. 

Elena Arvigo è Caterina. Molto più mentale e cervellotica, è scossa non tanto dalla presenza della webcam quanto  dalla preoccupazione che il suo matrimonio sia destinato ad una lenta fine. Esilarante il suo atteggiamento di indifferenza e superiorità ai video che la inquadrano in situazioni imbarazzanti. Elena Arvigo, con la sua inflessione vocale incisiva, dimostra di avere un talento comico notevole e la giusta sensibilità per affrontare questo genere con profondità, adoperando la comicità come mezzo per comunicare messaggi e stati d’animo complessi e variegati, l’ideale per una commedia come Video Club che ha tanto anche del dramma familiare. Mantiene la stessa scenografia invariata per tutto il tempo, ambientata in una sola stanza, la cucina, formata da una gigantesca penisola e un frigorifero, i cui colori artificiali e luminescenti e l’arredamento dal design moderno accentuano il senso di alienazione e la distanza tra i due personaggi. Alla sinistra dello spettatore una parete video dove sono proiettate le immagini della telecamera nascosta. Il testo sollecita anche una riflessione sulla tecnologia nel mondo moderno, ci si interroga se possa essere strumento di armonia ed equilibrio o viceversa di litigio. Quanto l’invadenza del mezzo tecnologico gioca negativamente nei rapporti umani e quanto invece può essere adoperata a proprio beneficio?

Il tempo si dissolve in un presente che contiene il seme del futuro e che lo anticipa rivelandolo  proprio attraverso quella tecnologia che ne determina l’andamento. 

Quest’opera teatrale di Sebastien Thiery in Francia è stata candidata come miglior commedia al Premio Molière. Il regista di questa versione italiana è Marcello Cotugno, che crea sapientemente un’atmosfera intima e delicata, che si presta a questo ibrido sofisticato di commedia e dramma. 

Un’operazione raffinata che con ingegnosità e acume ci pone di fronte a paradossi e riflessioni, raccontandoci una scienza non demonizzata che potrebbe rischiarare le acque melmose di una relazione destinata di per sé a finire o divenire vuota apparenza di maniera.

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Video Club di Sebastien Thierry – Regia Marcello Cotugno Compagnia Oliver & Friend – Con Gianluca Ramazzotti, Elena Arvigo e Camilla Ferrara – Scene: Alessandro Chiti – Luci: Giuseppe Filipponio – Costumi: Giulia Iacovacci – Produzione: Oliver & Friends srl – Teatro Nino Manfredi dal 6 al 16 marzo 2025

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