“Sherlock Holmes”, un musical a metà

Tra problemi tecnici ed esordio nel musical, Neri Marcorè calca le scene del Teatro Brancaccio nei panni di “Sherlock Holmes”.

Il giallo deduttivo di Arthur Conan Doyle e il suo indiscusso protagonista Sherlock Holmes (Neri Marcorè) arrivano a teatro, trasponendo le cupe ed enigmatiche atmosfere della Londra vittoriana sul palco del Teatro Brancaccio. È il 17 giugno 1897; mancano solo cinque giorni al giubileo della regina Vittoria ed il nostro impareggiabile detective sembra essere ormai privo di mordente; vittima dell’apatia e di una città che – dopo la morte di Moriarty – sembra non offrirgli più criminali al pari del suo piglio investigativo. Ma ecco che, l’apparente banalità degli ultimi casi viene spazzata via dall’avvento di un omicidio alquanto enigmatico, offrendo ad Holmes un nuovo gioco degno del suo intelletto. Difatti, non sarà propriamente sulla risoluzione del caso che Sherlock indagherà; ma sull’enigmatico mistero che questo sembra invece celare: eco di un pericolo incombente, il delitto si rivelerà la chiave di una ben più tragica cospirazione che minaccia la stessa sopravvivenza della corona britannica.

Neri Marcorè, Paolo Giangrasso e Francesca Ciavaglia in “Sherlock Holmes – il musical”

Così, nella cornice di un imponente – quanto movibile – impianto scenografico e di un’accurata scelta illuminotecnica (come anche costumistica), si alternano le decadenti ambientazioni urbane a quelle strettamente domestiche e si dipana l’avventura del detective più amato di tutti i tempi in una serrata lotta tra bene e male. Ma, se siamo soliti seguire Sherlock nelle sue avventure investigative, qui – invece – ci si allontana un po’ dalle consuete atmosfere di azione e suspense, lasciando spazio ad uno sguardo più intimo sui personaggi: per la prima volta, Holmes appare non solo come un detective infallibile e orgoglioso; ma anche come un uomo capace di altruismo e riconoscenza. Accanto a lui, un Dott. Watson (Paolo Giangrasso) che incarna la lealtà e un ispettore Lestrade (Giuseppe Verzicco) che con ironia incarna lo stereotipo del detective smargiasso.

Una drammaturgia, quella curata da Andrea Cecchi, che con eleganza riesce a unire umorismo e drammaticità, sviluppandosi però in modo eccessivamente dialogico e sacrificando quell’energia travolgente e coinvolgente tipica dei musical. Il canto e la danza finiscono così per essere ridotti a semplici elementi di accompagnamento, anziché costituire il cuore pulsante della messinscena.

Neri Marcorè e ensemble in “Sherlock Holmes – il musical”

Inoltre, per quanto spiacevole, mi è doveroso segnalare che nel corso dell’intero spettacolo si sono verificati numerosi problemi tecnici all’audio, compromettendo la fruibilità dell’intera rappresentazione. Tuttavia, va riconosciuto il merito al cast che ha dimostrato grande professionalità nonostante gli impedimenti. È essenziale ricordare quanto un comparto tecnico efficiente sia imprescindibile per il successo di una produzione teatrale: disguidi di questo tipo, soprattutto se reiterati, non dovrebbero verificarsi e rischiano di offuscare il lavoro artistico messo in scena.  

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Sherlock Holmes – il musical – Regia, Andrea Cecchi. Testi, Andrea Cecchi, Alessio Fusi, Enrico Solito. Musiche, Andrea Sardi. Liriche, Alessio Fusi. Scenografie, Gabriele Moreschi. Coreografie, Roberto Colombo e Caterina Pini. Costumi, Alba Brunelli e Vanessa Rugi. Luci, Emanuele Agliati. Disegno audio, Alessandro Abignente. Con, Neri Marcorè. E con: Paolo Giangrasso, Francesca Ciavaglia, Giuseppe Verzicco, Barbara Corradini, Niccolò Curradi, Simone Marzola, Mattia Braghero, Riccardo Giannini, Lapo Braschi. Ensemble: Matilde Ardemagni, Myriam Belfiore, Francesco Boschiazzo, Pamela Giannini, Antonio Lanza, Elisa Lombardi, Leonardo Pesucci, Stefano Scognamiglio, Carolina Sisto, Antonio Sorrentino, Sara Spagna, Adriano Voltini. Produzione Ad Astra Entertainment S.r.l., Compagnia delle Formiche, Artisti Riuniti. Teatro Brancaccio, dal 7 al 10 novembre. Visto il 7 novembre.

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