Al Teatro Palladium con “Solo Goldberg Variations”, Virgilio Sieni mappa una cartografia gestuale in continua evoluzione. Il gesto, l’alpha e l’omega del movimento.
Simmetrie, geometrie, iterazione: a lungo le Variazioni Goldberg sono state considerate un mero esercizio tecnico ripetitivo; eppure in sé l’opera racchiude tutta l’intelligenza espressiva e virtuosistica di Bach. Realizzata per il clavicembalo, nel corso del tempo, le Variazioni hanno visto le più svariate incisioni, adattamenti e studi; anche in campo coreutico, dove l’esperienza musicale prende forma nel gesto coreografico.
Se a lungo, in ambito coreutico, la musica ha costituito uno strumento compositivo o un elemento accessorio, ecco che con l’avvento delle Variazioni Goldberg si assiste ad un vero e proprio capovolgimento che definisce a sua volta una nuova rotta nella ricerca performativa: una danza sensoriale fatta di echi, allusioni, evocazioni. Una danza il cui movimento non si generi da una lettura pedissequa della partitura; ma che nasca da ed insieme ad essa.
Nasce da qui, pertanto, il percorso di ricerca di Virgilio Sieni che trova espressione nel suo Solo Goldberg Variations, un vero e proprio manifesto coreografico. Ma, prima di diventare testimoni di un immersivo viaggio performativo, doveroso è il ricordo del compianto Steve Paxton (recentemente scomparso), la cui ricerca performativa ha di certo segnato la storia della danza e di cui non si può proprio non ricordare il suo studio sulle Variazioni.
Ma ora, abbandoniamo per un attimo gli omaggi.
Su un palco completamente spoglio e in un gioco di luci poco invasivo ma profondamente drammaturgico, protagonisti assoluti sono la danza e la musica; il pianoforte di Andrea Rebaudengo ed il corpo danzante di Virgilio Sieni che in un continuo gioco di osmosi tra interiorità ed esteriorità; tra corpo e figura genera una vera e propria cartografia gestuale travalicandone la forma convenzionale; codificata. Un viaggio corporeo, il suo, in costante fluire.
Ad ogni variazione Bachiana, il coreografo ne associa – o meglio evoca – una diversa opera d’arte collocabile tra il 1300 ed il 1600 (si annoverano tra gli artisti Piero della Francesca, Masaccio, Giotto, Cimabue, Tiziano, Caravaggio), dando vita così a più che ad un semplice dialogo bidirezionale tra musica e danza: quello che va a definirsi è un vero e proprio dialogo su più piani in cui l’architettura immateriale della musica, attraverso memorie figurative fluisce nella materialità mutevole e plasmabile della corporeità traducendosi in gesto. Il corpo, pertanto, si rivela territorio fertile ed inesauribile d’esplorazione e sperimentazione attraverso cui mappare un linguaggio gestuale in costante evoluzione.
Una mappatura che proprio in procinto della venticinquesima variazione si fa esperienza condivisa: “chiamati all’azione” alcuni volontari, tra stupore e divertimento, si assiste al processo generativo di una nuova partitura gestuale a dimostrazione che il gesto non sia solo elemento linguistico; non sia solo il significante di un concetto espresso; ma che sia l’elemento generativo di una grammatica dell’attimo. Quell’hic et nunc in cui il corpo performante, come per impulso, si rinnova; si riconosce; si rigenera.
Solo Goldberg Variations. Coreografia, spazio e luci, Virgilio Sieni. Con Virgilio Sieni (danza) e Andrea Rebaudengo (pianoforte). Musiche di J.S. Bach, Variazioni Goldberg. Una produzione, Compagnia Virgilio Sieni. In collaborazione con Fondazione A. Ponchielli Cremona Festival Oriente Occidente. Con il contributo di MiC, Regione Toscana, Comune di Firenze. Teatro Palladium, 26 marzo 2024, VERTIGINE- stagione danza 2024 Orbita Spellbound.
Immagine di copertina: ©Giovanni Daniotti