L’ultimo disco del ‘Mandolino d’oro’ Aco Bocina
Il genio musicale di Aco Bocina è tornato a comporre le sue musiche incantate e promette di stupire il suo pubblico che non riesce a dimenticare il suo mandolino d’oro e la sua chitarra d’argento. Il nuovo album del Maestro croato è intitolato The son of The Wind ed è costituito da 6 brani di grande successo composti da Aco Bocina e da lui totalmente riarrangiati per l’occasione (come Duet no.3 In E-Mirror; Fuego En Mi Alma; Angel; Nostalgia; Paralelo 24; Loco Soñador) e da 4 arrangiamenti di pezzi celebri composti ed eseguiti col mandolino dal nostro Maestro (come Blowin’ In The Wind di Bob Dylan; Love Me Tender di Elvis Presley, Vera Matson, Ken Darby; Santa Lucia di Teodoro Cottrau; Faena dei Gipsy King, autori T. Baliardo, J. Bouchikhi, N. Reyes). C’è anche un brano recitato alla fine del disco, si tratta della Poesia Artisti di Achille Vesce dedicata ad Aco Bocina e composta guardandolo suonare.
Come afferma Aco stesso «Ho iniziato a suonare la chitarra che avevo appena nove anni, poi ho frequentato la prima scuola di musica. Ma quando ho scoperto il mandolino, mi sono innamorato di questo piccolo strumento e non me ne sono separato mai più. Mi accompagna ovunque, me lo tengo accanto quando dormo, non lo perdo mai di vista. Anche perché non si tratta di un mandolino qualunque, ma di un pezzo unico, realizzato appositamente per me dal celebre liutaio Carmelo Catania, nato a Catania nel 1908, un vero pezzo da Museo, un capolavoro di liuteria, fatto rigorosamente a mano con legni pregiati. La cassa di risonanza è realizzata con abete rosso e la buca ovale è circondata da filetti decorativi. Anche la custodia è una vera opera d’arte che alloggia lo strumento su un manto di velluto scarlatto».
La formazione artistica di Aco dura da cinquant’anni, si è sviluppata in quell’eterno peregrinare in giro per il mondo che contraddistingue il nostro Artista, del resto «Ogni suo concerto è una crociera sulle rive del mediterraneo, seguendo le antiche vie tracciate dai gitani: gente senza confini».
Aco Bocina, infatti, è nato a Spalato nel 1960, dove giovanissimo è entrato a far parte della Kud Jedinstvo, orchestra di Spalato della quale è diventato presto primo mandolino. Circa 25 anni fa, nel 1999, è uscito il suo primo album diffuso a livello mondiale, Rumba Tzigana, un disco che lo ha reso celebre e ricercato: «Ho girato tutta l’Europa sia da solista, che come primo mandolino in una grande orchestra sin da giovanissimo, poi ho visitato molti palcoscenici e teatri del mondo. Ogni popolo mi ha accolto con la sua ospitalità. Mi sono divertito e sono cresciuto grazie al pubblico che mi ha regalato l’energia per non arrendermi mai. Anche quando la mia Terra era devastata dalla Guerra e non mi era facile spostarmi da quella che all’epoca ancora si chiamava Jugoslavia. Anche quando avevo un figlio piccolo, anche dopo che è cresciuto, ho cercato di conciliare la mia vita da Artista con il mio ruolo di padre. E non crediate che mi sia dedicato poco a mio figlio Ivan. L’ho portato spesso con me, tutte le volte che potevo, tutte le volte che gli impegni scolastici me lo concedevano».
Ho conosciuto Aco Bocina tanti anni fa a un Concerto qui a Roma e mi ricordo, infatti, di questo bambino che poteva avere una decina d’anni, che lo seguiva ovunque e che Aco non perdeva mai di vista. Cresciuto con la musica in testa, con le note nel cuore, con l’armonia che ne ha plasmato ogni palpito. E che ancora è sempre accanto al padre e lo assiste, lo stimola, ne conosce ogni opera, è il primo che ascolta i pezzi appena composti.
Come questi brani appena pubblicati: «Io compongo la mia musica di notte, quando Milano si addormenta e cessa il chiasso, quando la città si chiude nei suoi palazzi, quando i bambini dormono da un pezzo e le mamme sono stremate dalla fatica. Ecco, in quelle ore che mi trasmettono l’armonia del riposo notturno, dei sogni dei bambini e degli amanti, allora riesco a sentire bene il suono cristallino del mio mandolino. Questo disco l’ho composto nelle notti della scorsa estate, quando il caldo saliva dal suolo e dal parco accanto a casa mia affiorava un alito di vento. Ho provato e riprovato, prima componevo la struttura del brano con la chitarra e con l’aiuto di Ivan registravo il pezzo, poi ci ricamavo sopra col mandolino, procedevo per strati finché non ero soddisfatto, fino a quando percepivo che anche il mandolino era contento e quando mio figlio Ivan era convinto che fossimo giunti alla versione migliore. E non ero mai stanco, fino all’alba, fino a quando non ricominciava il brusio mattutino, io componevo e non mi accorgevo del passare del tempo. Quando hai la musica nel petto il tempo diventa infinito e il suono riempie ogni spazio. E all’alba mi riposo, alle prime luci, ripongo il mandolino nella sua custodia e finalmente crollo, ebbro di note, suoni, melodie che ricaricano la mia anima».
Proprio il contrario di quello che faccio io che vado a dormire abbastanza presto e mi sveglio all’alba, perché anche le parole sono più nitide alla luce del giorno, anch’esse si risvegliano con me e cominciano a chiacchierare, mi prendono la mano e si imprimono da sole nel foglio e nella pagina bianca del mio computer. E la musica sempre mi sorregge, la ascolto in sottofondo e facilita la connessione delle idee donando equilibrio alle frasi e scegliendo ogni termine con più morbidezza.
Quando ho ascoltato questo disco – che mi è appena arrivato – ho lasciato volare la mia fantasia, ho visto le mani incantate di Aco e il suo mandolino magico, la coppia Aco e Mando, un duo davvero da Fiaba. Li osservavo correre insieme nella notte, mi sembrava il mandolino si svegliasse, uscisse dalla sua poetica custodia, si stiracchiasse un poco e poi cominciasse a suonare da solo, lo percepivo talmente in sintonia col suo padrone che avevo l’impressione che le corde venissero pizzicate direttamente dall’anima di Aco. Poi intravedevo due mani velocissime che scendevano a terra e ballavano una danza prima lenta poi sempre più veloce. Si elevavano verso il cielo e le nuvole, percorrendo tutta la volta celeste e fermandosi a conversare con ogni pianeta. Dopo aver vagato nella notte di tutti gli amanti, raggiungevano il bagliore di ogni stella, vi lasciavano una melodia, facendola esplodere come una supernova. Immaginavo la mia Fiaba, con le mani e il mandolino che, lungo il cammino, si spostavano sull’altro emisfero accompagnando la nascita del sole. Le guardavo entrare nel fuoco immenso dell’astro e comporre un pentagramma di onde luminose. Scintillavano raggi di luce che facevano sorridere i bambini, che cullavano i neonati, che risvegliavano gli animi addormentati e che riportavano equilibrio, armonia e bellezza in una terra abbandonata da Dio.
Quando sento queste melodie cristalline, crescono germogli e fiori dentro di me, gli alberi si fanno alti creando immense foreste, tutta la natura segue il ritmo della musica riacquistando spazio nei centri abitati e rinfrescando l’aria col suo alito gentile.
Gli abeti rossi fiammeggiano salutando il loro fratello mandolino e sembra che i mandolini si moltiplichino svelando i misteri di tutti i boschi.
Un grande abete apre il suo fusto e dona riposo ad Aco e Mando in modo che l’indomani accendano un nuovo giorno, una nuova epoca, una nuova storia. Nella notte Aco sogna una famiglia di Mandolini pregiati ed eleganti che chiedono di essere suonati contemporaneamente. Un paio di mani, da sole, non potrebbero generare la musica di tutti quei mandolini, ma le mani di Aco sono magiche e attivano il suono con un solo dito (come faceva il famoso Django Reinhardt con la sua chitarra). Le dita sono talmente veloci che riescono a raggiungere tutte le corde in modo che un universo scordato e dimenticato si rimetta in moto verso un nuovo equilibrio, facendo risuonare le note di una nuova armonia. Perché nella nostra Terra una pioggia di note farebbe crescere Alberi di Sogni, ogni essere umano possiederebbe il suo Sogno e lo trasformerebbe in un bel canto.
Per questo Aco e i virtuosi come lui non possono smettere di suonare, perché i Sogni possano crescere ancora e appartenere a tutti.
Naturalmente se tutti avessero un Sogno, ognuno amerebbe se stesso e il proprio Sogno, finendo così per amare anche il Sogno degli altri. E con tutti questi Sogni l’amore cancellerebbe ogni traccia di odio, di vendetta, di guerra, anche l’anima più malvagia emanerebbe pace e bellezza.
Quando ho finito di ascoltare il disco, però, mi sono risvegliata dal mio mondo di Fiaba e sono riprecipitata nella realtà. Non capisco niente di musica, non conosco tecnicamente la musica, ma il suono mi penetra dentro e mi fa sognare. Davvero invidio quelli che riescono a creare ritmo, sonorità e armonia. Hanno il potere immenso di condurre per mano chi ascolta verso un altrove ancora da inventare, per questo amo tutti gli artisti che contribuiscono a costruire capolavori, a diffondere bellezza e ad accendere Sogni.
Ma veniamo a qualche notizia più pratica sull’attività di Aco Bocina.
Prima che avesse un grande successo, aveva già pubblicato vari dischi.
Il suo primo album, Modern Mandolin, è stato registrato e pubblicato in Germania, nel 1986, poco prima che Aco decidesse di stabilirsi in Italia come suo paese d’adozione.
«Io sono figlio di due patrie, quella dove sono nato e quella che mi ha accolto. Le porto entrambe nell’anima, la prima mi ha ispirato quella “musica mediterranea”, nel senso più ampio del termine, che è la mia cifra caratteristica, di cui sono stato il fondatore e che mi ha consentito di mettermi in viaggio. Io sono un ‘ulisside’ sempre alla scoperta di nuovi orizzonti, dentro e fuori di me. Incessantemente proteso a sperimentare diversi generi musicali, ad adattarli al mio stile, alla mia chitarra e al mio mandolino. In Italia ho iniziato subito a collaborare con le edizioni Curci che hanno acquistato alcuni miei brani perché credevano nelle mie doti di compositore e che hanno deciso di investire anche sulle mie capacità tecniche realizzando nel 1992 Mandolino Facile, il mio piccolo metodo per insegnare a suonare il mio strumento favorito. L’Italia mi ha consentito di conoscere Pierangelo Bertoli, con cui ho collaborato per l’album Oracoli, mi ha assegnato il premio internazionale per la cultura San Valentino D’oro e mi ha scelto come ospite nella cerimonia inaugurale dei Campionati Mondiali di Ciclismo 1994 svoltasi all’anfiteatro Tindaris di Tindari (ME) ripresa in diretta dai RAI 1. Milano poi mi ha regalato tanti concerti, tra i quali quello realizzato dopo il mio secondo album Ad Libitum, (realizzato per Bumshiva Music nel 1995), al Teatro Smeraldo per sostenere la lotta all’AIDS in Galleria Vittorio Emanuele e la performance come supporter per il concerto di Matt Bianco al “PalaTrussardi” (oggi “PalaVobis”).
Ma quando sono solo nella notte e compongo o creo gli arrangiamenti dei miei brani, spesso chiudo gli occhi e mi ritrovo a Spalato, nella casa di mia madre Dragana, mentre cucina i suoi piatti tipici, oppure sul lungomare della mia città, mentre osservo l’orizzonte sul tramonto, allora mi appare la casetta in riva al mare che sogno da sempre, in una delle mie isole favorite, la mia barchetta, la mia canna da pesca, con la quale oggi pesco le note dal mio passato e che nel futuro mi possa regalare una vecchiaia piena di pesce, di brezza marina e del profumo della mia terra… E senza dubbio in compagnia dei miei strumenti musicali, di mio figlio e della musica…».
Ricordiamo che Aco Bocina viene invitato in televisione al Maurizio Costanzo Show, ad Uno Mattina, da Red Ronnie ad Help ed a Fuego. Dopo il successo del 1999 di Rumba Tzigana viene definito nell’inserto settimanale de La Repubblica, “il nuovo eroe della Rumba Gitana”. Ed è l’anno in cui approda in Kansas (USA) partecipando con successo al Walnut Valley Mandolin Championship, durante il Walnut Valley Festival.
I concerti poi si susseguono al ritorno in Italia, tra Milano, Reggio Emilia, Modena, Padova, fino al Festival Europeo della cultura Zigana a Roma.
Nel 2001 realizza, tra Milano e Bucarest, un nuovo album, con la collaborazione in 5 dei 10 brani della Fanfare Ciocarlia, e proseguono i concerti fino al bellissimo concerto di Nuoro dove si esibisce insieme alla Regina dei Gitani Esma Redzepova.
In quegli anni sono numerosi i riconoscimenti, tra cui voglio citare quello di essere invitato al Palasport di Genova per suonare due delle chitarre appartenute a Fabrizio de Andrè.
Dal punto di vista discografico, molti suoi brani vengono inseriti in diverse compilation e il suo ultimo disco approda sul mercato statunitense oltre che essere disponibile in Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Germania e Francia. Dello stesso periodo è la realizzazione della colonna sonora del film documentario Paralelo 24 grazie al quale Aco viene invitato al 25° Festival Internacional del Nuevo Cine Latinoamericano a Cuba, mentre l’anno successivo compone la colonna sonora del lungometraggio El Soñador, sempre diretto da Angelo Rizzo col quale parteciperà ad altri importanti Festival.
Come afferma il Maestro «Comporre colonne sonore di documentari e film è un’attività che mi ha arricchito tanto, mi ha dato l’occasione di sperimentare la capacità di far viaggiare lo spettatore e l’ascoltatore tra le scene proposte dal regista. Le corde della chitarra e del mandolino sono perfette per questo tipo di viaggio e muoverle seguendo una storia mi ha affascinato, divertito e mi ha lanciato verso l’Orizzonte dei Festival cinematografici in giro per il mondo tra l’Avana e Miami».
Altri Album finora realizzati sono Mediterranean Feeling in the Bibiena Theatre del 2004, Aco Bocina Meets Pop del 2007, Suonami o Diva del 2010 e complessivamente 12 compilation.
Il prossimo evento vedrà Aco Bocina ospite il 30 aprile 2024 dalle 19,00 alle 20,30 al programma radiofonico L’incisivo condotto dal Dott. Giampiero Giardinetti su Freedom Street Radio e, tra un concerto e l’altro in corso di definizione, approderà il prossimo 26 ottobre in Danimarca dove suonerà al prestigioso e pittoresco Skrobelev Gods Manor House.
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