Venti anni dopo
Il ventesimo anniversario dell’attentato alle torri gemelle ha accompagnato anche il collasso in Afghanistan, dove dalla metà dello scorso mese si è assistiti all’esodo e al ritiro delle truppe americane e occidentali, lasciando libero spazio al ritorno dei talebani. Un cerchio che si chiude, come raccontato in questo articolo qui. La storia è lunga e il disordine creatosi intorno è difficilmente districabile. Cos’è al-Qaeda? Cosa è successo prima dell’11 settembre? Chi è Bin Laden? Per cercare di non perdere l’orientamento è sicuramente d’aiuto partire dal principio. È qui che viene in nostro soccorso Lawrence Wright.
Il libro
Per “The Looming Tower” – “Le altissime torri” nella versione italiana – Lawrence Wright ha vinto il Premio Pulitzer per la saggistica nel 2007. Il successo del libro è stato clamoroso. Per capire la mole di lavoro svolto e portato avanti per dare alla luce questa opera basta dare un’occhiata alla fine del libro. Più di cento pagine di note, bibliografia e interviste realizzate dall’autore per dare corpo a qualcosa che un corpo sembrava non averlo.
L’attentato che ha cambiato la storia non può essere raccontato senza un contesto più ampio. Si può ragionare sul ruolo degli USA, si può andare a guardare la politica internazionale della seconda metà del ‘900, si può parlare di capitalismo, religione, cristiani e musulmani, fedeli e infedeli e crociate. Tutto questo però potrebbe non bastare, mancherebbe comunque qualcosa. Quasi tremila morti, il mondo che cambia, una politica nuova. Ma chi sono questi terroristi? Chi è veramente il ricercato numero uno al mondo, questo Osama Bin Laden? Perché l’ha fatto? Con l’aiuto di chi? E perché gli Stati Uniti non erano preparati? Com’è stato possibile che accadesse?
L’autore riesce con una narrazione avvincente a delineare i profili dei principali protagonisti di questa lunga storia. Partendo dal secondo dopoguerra viene presentato Sayyid Qutb, che sarà celebre negli anni ’60 per l’opera “Pietre miliari”, da cui si comincia a percorrere la strada che porta al fondamentalismo islamista e ad al-Qaeda. Con una ricostruzione impressionante per precisione e approfondimento, Wright tesse un mosaico ricco di particolari che con una narrazione quasi romanza riesce a mostrare quello che fino a quel momento nessuno aveva fatto.
Sembra di leggere una sceneggiatura di un film, ma è tutto vero. Un viaggio tra le montagne dell’Afghanistan, le città mediorientali, e gli Stati Uniti ci mostra la vera natura che ha accompagnato la nascita del fondamentalismo islamico, ne cerchiamo le ragioni, ci aiuta a capirne il senso. Conosciamo finalmente le figure di riferimento che, volenti o nolenti, hanno contribuito a riscrivere la storia. Si entra in contatto con loro, vengono studiati, scrutati da cima a fondo e raccontati in maniera viscerale. Non saranno più solo dei nomi sui giornali, avranno un passato e una loro storia.
La serie
“Le altissime torri” racconta anche un’altra verità, con un altro protagonista. John O’Neill, un carismatico capo dell’FBI sa che potrebbe succedere qualcosa, insegue Bin Laden ma il suo grido disperato non viene ascoltato. Urla. Nessuno lo sente. L’attentato poteva essere evitato? Sì, assolutamente. Wright rivela il rapporto conflittuale tra CIA e FBI, il loro non-dialogo, la rivalità e l’incompetenza che si sono rivelati fatali per le sorti di tremila persone e per gli Stati Uniti. Questa, insieme alla caccia ad al-Qaeda dopo gli attentati a Nairobi e Aden, è la trama della miniserie omonima andata in onda nel 2018 e oggi disponibile su Prime Video.
Jeff Daniels e Tahar Rahim trasmettono la grinta e la dedizione di O’Neill e Ali Soufan, gli uomini che più di tutti cercarono di fare breccia nell’organizzazione terroristica che sarebbe diventata poi la più pericolosa al mondo. Peter Saarsgard spicca nelle vesti di un Martin Schmidt, a capo delle operazioni CIA, spietato, quasi perverso. La sua indole subdola e poco incline al dialogo sembra incarnare, neanche troppo implicitamente, i valori estremamente cinici di un’intelligence che troppo spesso ha commesso errori grossolani in nome di una guerra al terrore. Le vicende personali che caratterizzano i protagonisti aggiungono un’umanizzazione alla sfaccettatura caratteriale dei personaggi, rendendoli più umani ed emozionali.
Il ventesimo anniversario e l’Afghanistan
In questi giorni abbiamo assistito da spettatori inermi al ritorno al potere del regime talebano, abbiamo commemorato le vittime dell’attentato del 2001, siamo stati raggiunti da notizie, immagini, tweet, articoli, storie che provassero a raccontare quello che stava accadendo. Oggi il mondo è più connesso, più veloce e per fortuna è più semplice rimanere aggiornati. Ne perde però l’approfondimento, la riflessione. Per allontanarci un secondo dal flusso di informazioni e guardare con occhi più consapevoli gli ultimi avvenimenti “Le altissime torri” si apre nelle nostre mani come una mappa. Un libro istruttivo, avvincente e sconvolgente che rivela gli intrighi e le storie più nascoste. Per capire quello che è accaduto e comprendere i cambiamenti attuali, l’opera di Wright è imprescindibile.