“Una relazione erotica”, via i cliché tra uomo e donna

Una coppia a cena, in un ristorante elegante di Berlino. Il menu, oltre alle canoniche portate, prevede di raccontare il quotidiano di Lei e di Lui. Non le solite banalità, bensì sotto una lente maliziosa. Piccanti dettagli di incontri con altre persone che possono scatenare fantasie di passione. Dove vogliono andare a parare, Lea e Bruno? Tattica in effetti masochista, ma è solo in questo modo che i due riescono a mantenere viva la fiamma della loro relazione. Almeno così vorrebbe far credere lo studio Una relazione erotica proposto in concorso allo Spazio Diamante di Roma per il IV Festival InDivenire.

Scelta audace, da parte del direttore della rassegna Giampiero Cicciò, di chiudere il calendario degli spettacoli il 27 gennaio con la proposta teatrale firmata dalla Compagnia PassionBerlin in collaborazione con Lo Stagno di Goethe. Studio scritto, diretto e interpretato da Giulio Baraldi, con Martina Galletta e Marco Gobetti, musiche di Marco Turriziani. Un viaggio ironico e trasgressivo, secondo il copione dei rapporti sentimentali di oggigiorno, alla costante ricerca del brivido, di quell’asticella del rischio che si spinge sempre più al limite. Per capire fino a che punto si può tendere la corda, prima che si spezzi.

Tutti convocati, non ci sono segreti. E così in sala, al ristorante, viene rappresentato anche il pubblico, nello specifico una coppia chiamata dalla platea per ricoprire il ruolo del “convenzionale”, quell’altro da loro che Lea e Bruno rifuggono e con grande divertimento. Ma poca, vera, convinzione, come enfatizza anche il disegno luci che concentra toni caldi sulla conturbante Lei – entusiasta, eccitata dalle dinamiche del gioco – e relega tinte fredde e azzurre su di un Lui in piena sintonia con il gioco, ma in realtà sbiadito e triste nel suo incedere. A entrambi sembra mancare la fiammella, forse a mancare è un figlio, non voluto o non arrivato.

La drammaturgia è originale ma forse poteva osare di più. Gli argomenti ci sono, linguaggio diretto e tagliente, il teatro di ricerca è l’”harem” idoneo per un esercizio di vera avanguardia. Gli attori in scena, nota di valore, sono sul pezzo.

Baraldi ribalta i cliché del rapporto di potere tra uomo e donna, i pesi paiono invertiti a favore di Lea che guida le danze, provoca, ha sbalzi di umore improvvisi che mettono alla prova la resistenza e il buon umore dell’uomo. Bruno si nasconde dietro un fare sicuro e indifferente, maschio borghese moderno che però di fronte alla possibilità che un uomo altro da lui possa – sul serio, non per scherzo – avere un incontro e un rapporto con Lea, fatica a nascondere gelosia e disappunto. Che poi è la reazione forse anche sperata dalla femme fatale, che a sua volta stuzzica e tanto ma probabilmente preferirebbe coltivare nell’orto il frutto del sempreverde amore.

Insomma, dietro la maschera libertina e anticonformista, “Una relazione erotica” mostra una coppia che rimane prigioniera della propria inconsistenza, ma allo stesso tempo non vorrebbe rinunciare a recidere il proprio legame fondante. Provarci, ancora una volta.

Foto di Matteo Berruto.