Nella cornice della rassegna Trend, il nuovo teatro Britannico portato in scena al Teatro Belli da autori e attori nostrani, il ponte dell’Immacolata è stata occasione per il debutto di Yen.
Il testo originale è di Anna Jordan, tradotto da Massimo Roberto Beato per la regia di Jacopo Bezzi, interpretato dai ragazzi della Compagnia dei Masnadieri.
Hench e Bobbie sono i protagonisti principali di uno spettacolo che per i primi quindici minuti ci fa ridere a suon di parolacce e riferimenti espliciti.
Due adolescenti abbandonati a loro stessi, che hanno lasciato la scuola e con una madre, Maggie, che avrebbe bisogno a sua volta di cure genitoriali.
L’ambiente in cui vivono, scenografia principale per buona parte dell’interpretazione, è il salotto di casa, dove dormono sul divano intrattenendosi con videogiochi, pornografia e birre, interrotti solo dall’abbaiare di Talebano, il cane rinchiuso nella loro stanza e che diviene occasione di incontro con Jenny, l’ultima giovane protagonista di questa storia.
Si ride sì, ma solo all’inizio, quasi inebriati dal linguaggio scurrile dei ragazzi, consci che se così parlassero i nostri figli rideremmo molto meno.
Man mano che entriamo nelle loro vite e vicende, a lungo confinate in quel salotto, diventa meno divertente vederli costretti a crescere senza guida e aiuto.
Tutto si scopre da soli, sperimentando o rischiando. Soprattutto la sessualità, che non è assolutamente un tabù ma neanche un progredire sano verso la conoscenza di sé e dell’altro, con tutte le conseguenze del caso sul proprio sviluppo affettivo.
La differenza di età tra i due fratelli, tredici anni Bobbie, sedici Hench, è piccola ed enorme in contemporanea. Si tratteggia in modo estremo ed efficace il fatto che uno stia passando dall’infanzia all’adolescenza e l’altro da questa all’età adulta, facendoci trovare davanti due ragazzi costretti a crescere insieme ma in tempi diversi.
Jenny, il punto di svolta delle loro vite e delle loro anime, ha in sé molto della classica adolescente più buona di quanto la vita non lo sia stata con lei. Pronta a conquistare il futuro un passo alla volta, sicura che dopo ogni notte vien l’alba, non sempre però consapevole del suo potenziale umano, che è poi la vera forza del personaggio.
Le immagini dei porno e dei videogiochi violenti di cui vivono i due ragazzi sono riflesse, per lo spettatore, sul candido piumone bianco sotto il quale dormono, quasi un paradosso, il profano sull’immacolato.
Per questa ragione lo spettacolo è vietato ai minori di anni diciotto.
La storia di Hench e Bobbie si svolge così davanti a spettatori che già hanno attraversato la delicata fase della vita in cui i due si trovano.
Necessario diventa allora sedersi in poltrona liberi da ogni pregiudizio e preconcetto, senza sentirsi in diritto di giudicare i protagonisti, provando solo ad ascoltare quel che hanno da dire.
Magari domandandosi se non si conosce qualche possibile Hench o Bobbie a cui poter tendere una mano lungo la tortuosa via della crescita.
Yen di di Anna Jordan – traduzione Massimo Roberto Beato – Regia di Jacopo Bezzi – con Arianna Aloi, Vittoria Faro, Tommaso Paolucci e Francesco Terranegra – produzione La Compagnia dei Masnadieri