Spoleto e la magia di un Festival che non ha eguali

Fra due settimane il via alla 67° edizione di uno degli appuntamenti culturali più importanti ed innovativi a livello mondiale

Torna per la gioia di chi ama il teatro ma anche il cinema il Festival dei Due Mondi di Spoleto. come lo battezzò nel 1958 Giancarlo Menotti, memoria storica nell’antica città medioevale tra teatri, piazze, palazzi e strade che ogni anno si trasformano in palcoscenici per concerti, spettacoli classici e d’avanguardia e dove non è mai mancata neanche la settima arte con le riscoperte di capolavori restaurati e riproposti al pubblico come quelli di Luchino Visconti. Spoleto, luogo di memorie ma anche straordinario deposito di fotografie, documentari, costumi, bozzetti e arredi scenici custoditi dalla Fondazione del Festival presieduta da Monique Veaute, protagonista di una importante attività di recupero dello Spoleto Festival che Menotti portò anche oltre oceano come quella spettacolare del 1977 a Charleston nella Carolina del Sud.

Piazza del Duomo Spoleto

Diretto dal 2007 al 2020 da Giorgio Ferrara, durante la sua direzione, il Festival ha visto una crescita in termini di prestigio internazionale e di qualità delle esibizioni portando un significativo rinnovamento e ampliamento della programmazione e degli artisti coinvolti. L’avvento di Monica Veatue figura di spicco nel panorama culturale europeo pur introducendo nuove idee ha caratterizzato la sua gestione nel mantenere vive le tradizioni del Festival con l’obiettivo di continuare ad essere un punto di riferimento internazionale per le arti performative. Tra le novità di questa edizione l’esposizione al pubblico dei costumi del Festival a cura di Guy Robertson, un progetto sostenuto anche dalla Fondazione Fendi impreziosito dalla candidatura del Festival a patrimonio dell’Unesco. 

Sul podio quest’anno il maestro Ivan Fischer che dirigerà il 28 e il 30 giugno Le bourgeois gentilhomme/Ariadne auf Naxos di Richard Strauss al Teatro Nuovo, dove tragedia e commedia trascolorano l’una nell’altra e poi Baùbo/sull’arte di non essere morto il 29 e 30 giugno al Teatro San Simone, diretta da Jean Candel. Una performance di teatro musicale in cui le barriere tra realtà e fantasia si dissolvono, trasportando il pubblico in un mondo onirico dove musica e azione si intrecciano in modo magico e inaspettato.

Fra le perle di questa edizione all’insegna del mito nella cultura europea anche Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald  Gluck, uno dei miti più affascinanti e commoventi della mitologia greca che suggella il profondo legame tra il mondo dei vivi e quello dei morti che vedremo al teatro Nuovo il 5 e 6 luglio, con la regia di  Damiano Micheletto. Spoleto 2024 ospiterà oltre 600 artisti dal 28 giugno al 14 luglio un’edizione la 67° ricca di 60 spettacoli tra opera, musica, danza e teatro.

I costumi utilizzati durante alcune rappresentazioni

Chiudiamo in musica ricordando Francoise Hardy l’interprete francese di successi come Tous les garcons et les filles, scomparsa a Parigi a 80 anni dopo una lunga malattia. Un’icona di quegli anni sessanta, fotografia di un’epoca in bianco e nero e di una generazione che cantava l’amore e la pace contro tutte le guerre come facevano con lei i Beatles e Bob Dylan,   soldati in musica di un esercito alla conquista di nuove identità  di vita che avrebbero cambiato il mondo come le canzoni  che cantava: “Tutti i ragazzi e le ragazze della mia età sanno bene cosa vuol dire essere felici”.

Foto di copertina: La direttrice artistica Monique Veaute

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