Due corpi sul palco che si esprimono, si raccontano e si incontrano: al Teatro Comunale di Vicenza è andato in scena Sinopia, in prima nazionale, opera e frutto del grande lavoro di Marco Pergallini e Maria Stella Pitarresi.
Corpo e anima, direbbe il filosofo Spinoza, sono una cosa sola e in alcuni casi questo assunto lo si può vedere e vivere intensamente in momenti particolari, anche in un’esibizione, come nel caso di Sinopia in scena al Comunale di Vicenza lo scorso 22 aprile 2023, in occasione del Danza in Rete Festival Vicenza – Schio. Il titolo racchiude già il significato della proposta: “sinopia” è lo strato precedente, la bozza preparatoria, di colore rosso solitamente, utilizzata per la pittura e gli affreschi. Sinopia è la rappresentazione, la preparazione di quello che verrà creato e suggellato dall’opera definitiva; è la prima tappa di un percorso.
Sinopia, in questa veste teatrale, è l’inizio di un viaggio, i passi abbozzati e poi portati all’estremo di due persone che si scoprono, si affrontano, si cercano respirando la stessa condizione. Una situazione in continuo cambiamento, in accumolo e in sedimentazione di vita, che parte da un’origine.
Nella sua essenza, l’incontro tra i due protagonisti, Marco Pergallini e Maria Stella Pitarresi, ha voluto rappresentare la condizione umana nelle sue linee e sfumature universali, proprio a partire dal principio, dall’inizio primordiale per eccellenza, Adamo ed Eva. Lo spunto è la Cacciata dal Paradiso, dipinto di Masaccio, ma il senso abbraccia una sfera ampia e profonda.
Sul palco i protagonisti sono stati i loro due corpi bellissimi, puri, potenti capaci di parlare, muovendosi, attraverso gesti all’unisono, ripetuti, intrecciati e in forte contrasto. Due corpi che compiono lo stesso viaggio e accettano la loro condizione terrena, fatta di lati chiari e oscurità, di forza e di grande fragilità, senza però dimenticare quell’origine sacra, quell’appartenenza divina. La bozza che li fa essere ciò che sono e ciò che saranno dopo.
È significativo notare come la dimensione umana sia contraddistinta dagli opposti. Dalla terra, dalla carne, dall’attaccamento e da quell’aspirazione verso l’altrove, che si vuole quasi staccare dalla corporeità. Quel continuo e incessante fiato e i sospiri, dati dallo sforzo e dalla fatica, dei due danzatori sul palco, rappresentano la ricerca e lo sforzo di elevarsi. Quell’anelito di vita che sprigiona forza e umanità, l’essere vivi nonostante tutto.
In questo sta l’unione di corpo e anima: la danza, da tramite eccezionale, ha saputo unire l’intento di questo duo con la loro fisicità, i movimenti che piano piano si sono sovrapposti, si sono interscambiati, si sono anche affrontati. Con Marco Pergallini e Maria Stella Pitarresi, la materialità ha raggiunto uno scalino in più, elevandosi.
Non è prevalsa la condizione della donna o dell’uomo, ma ha dominato la sintesi e l’insieme, quell’unità fatta da tante parti e dai contrasti. Quell’accettazione di essere terreni, di trovarsi scaraventati a terra, di soffrire, di condividere la stessa condizione, di essere mancanti eppure proiettati ad altro e all’altro.
Le coreografie si sono via via accentuate, accumulate, a tratti esasperandosi, in una perenne ricerca, esattamente come accade per la realizzazione di un’opera: livello su livello, strato dopo strato, è emerso un piano, è nato un disegno vivente. Come lo stesso Marco Pergallini ha sottolineato, nell’incontro post spettacolo: “Sinopia è un lavoro che va per accumulazione, anche coreograficamente. Lo definiamo, infatti, come un progetto che si stratifica quadro per quadro, anche da un punto di vista coreografico.“
Un lavoro, il loro, proprio a partire da un punto d’inizio, da un principio comune. Il finale di Sinopia è, in ciò, rivelatore: due corpi, nudi, sovrapposti, nello stesso spazio, somiglianti eppure diversi, illuminati da una luce dall’alto e nient’altro attorno. L’origine di tutto.
Lo spettacolo ha, appunto, debuttato a Vicenza ma, già nelle sue fasi di studio e realizzazione, ha vinto diversi e importanti riconoscimenti: il premio Teatro San Materno-Ascona (Svizzera) per il Festival Presente Futuro 2021 al Teatro Libero di Palermo; è risultato vincitore del bando Citofonare Pimoff 22/23, del bando di residenza Portraits on Stage 2022 ed è stato finalista del Premio Internazionale Prospettiva Danza Teatro 2022.
Un debutto che ha meravigliato ma che ha anche richiesto uno sforzo in più, di riflessione, per riuscire a capire determinati passaggi e a racchiudere il senso generale dello spettacolo, non immediato e scontato. La danza ha preso il posto della parola, per questo riuscire a cogliere il linguaggio del corpo, seppur visibile, costa fatica. Significa fare i conti con una dimensione che ci appartiene, esibita sul palco, quella profondità che ci fa assomigliare perché siamo fatti di corpo e di divino allo stesso tempo. Corpo e anima insieme, esattamente come Sinopia e questo duo hanno voluto rappresentare.
Sinopia – Teatro Comunale di Vicenza
di e con : Marco Pergallini, Maria Stella Pitarresi
musiche: Philip Glass, Carducci String Quartet, Maurice Ravel, Miles Whittaker, Giovanni Battista Pergolesi, Alessandro Cortini, Angelo Sicurella / Limone Lunare Records
produzione: Twain Centro di Produzione Danza
coproduzione: Festival Danza in Rete-Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza
con il contributo di: MIC – Ministero della Cultura, Regione Lazio, Fondazione Carivit
con il sostegno di: Citofonare PimOff/Milano, Home centro creazione coreografica 2022
In residenza presso Spazio Fani, Supercinema e Teatro Il Rivellino – Tuscania (VT); progetto “ATUTTOTONDODANZA” residenze creative per artisti – Vigonza (PD) in collaborazione con Padova Danza, La Sfera Danza, Echidnacultura, Comune di Vigonza; Teatro San Materno – Ascona (Svizzera); Dance Gallery – Perugia; Diesis Teatrango/Teatro Comunale di Bucine (AR)
Foto in evidenza di Cie Twain