Servillo uno e centomila. E Pirandello approda al Festival del Cinema di Roma.

Si intitola La stranezza ed è l’ultimo film di Roberto Andò, uno dei migliori autori del cinema italiano contemporaneo, dal 27 ottobre nelle sale uno dei film più interessanti presenti in quest’ultima edizione al Festival del Cinema di Roma. Ne è protagonista uno straordinario Toni Servillo nei panni nientemeno che di Luigi Pirandello.

La pellicola infatti racconta il turbolento debutto al teatro Valle di Roma (oggi indecorosamente chiuso) dei Sei personaggi in cerca d’autore il 9 maggio del 1921.  «La mia fortuna è di avere la testa tonda e pochi capelli: mi sono solo dovuto far crescere il pizzetto», ” ha detto Tony Servillo in conferenza stampa.

Nel 1920 Pirandello tornato in Sicilia a Girgenti (oggi Agrigento) per le celebrazioni dell’ottantesimo compleanno di Giovanni Verga, apprende della scomparsa dell’amata balia, ma una serie di circostanze legate alle pastoie della burocrazia lo porterà ad affidarsi a due becchini animati dal sacro fuoco del teatro. Stanno provando con la filodrammatica del paese un nuovo spettacolo, Pirandello ne resta affascinato e quell’incontro sarà una la scintilla da cui costituiranno grande sorprese per l’autore di  Uno Nessuno e Centomila.

«Attraverso la storia di un’intellettuale offeso. Offeso da una cultura che, non comprendendolo arriva a dileggiarlo», ha detto Servillo. Con questo film Andò continua a mescolare invenzione e storia, finzione e realtà, teatro e vita, facendo interagire nel film attori amatissimi dal pubblico ma per la prima volta insieme come Tony Servillo nei panni di Pirandello e Ficarra e Picone in quelli di Onofrio e Sebastiano al centro di un racconto sorprendente.

Fra gli ultimi film in concorso, il Festival propone Lola dell’inglese Andrew Legge che si avvale di effetti speciali sorprendenti e narra la vita di due sorelle tra la fine degli anni Trenta e gli inizi degli anni Quaranta che nella cantina della loro casa di campagna danno vita all’invenzione di  una macchina che chiamano Lola: capace di captare le trasmissioni radiofoniche e televisive del futuro, riuscendo cosi ad ascoltare la musica di successo come quella di Bob Dylan o David Bowie ma anche di utilizzarla contro i nazisti. Il futuro infatti non vuol dire solo Dylan, Bowie o il rock and roll, ma anche gli sviluppi di quella maledetta guerra.

Questo Lola si sviluppa infatti a metà fra sorprendenti materiali d’epoca, commedia, distopia e dramma spionistico. «Mi è piaciuta l’idea di queste sorelle geniali al di fuori del tempo in cui si trovano e di farne un film sui viaggi nel tempo», ha concluso il regista.

E a proposito di tempo e di cinema, il Festival ha reso omaggio al cinema di Steno ovvero Stefano Vanzina, uno degli autori più prolifici del cinema Italiano, con un bel documentario di Raffaele Rago dal titolo Steno.Oltre 100 sceneggiature e la regia di 75 film in 48 anni di carriera commentati dal figlio Enrico e da tanti personaggi del cinema da Diego Abbatantuono a Lino Banfi, da Giuseppe Tornatore ai nipoti del grande Totò, da Giovanna Ralli a Massimo Ranieri.