All’Opera di Roma “L’Italiana in Algeri”, tra ironia, sarcasmo e qualche incidente di percorso
È la bella Isabella, L’Italiana in Algeri, ad accompagnare l’inizio giugno del Teatro dell’Opera di Roma, in scena fino a giovedì 12.
L’opera di Rossini ha portato sul palco del Teatro Costanzi l’ironia, dando ancora un altro volto a quel potere che caratterizza la Stagione lirica romana di quest’anno.
A dirigere l’orchestra Sesto Quatrini, al suo debutto nella capitale. Una direzione minuziosa e pulita, che ha accompagnato il canto senza sopraffarlo.

Una rappresentazione classica messa in scena grazie a Orlando Forioso, che ha ripreso la brillante regia di Maurizio Scaparro, mantenendo le curatissime scene di Emanuele Luzzati e i costumi di Santuzza Calì, senza tentativi di ammodernamento per un’opera che merita d’esser collocata nel suo tempo; se ne perderebbe il valore satirico se si provasse a capovolgerla, traslarla avanti nei secoli, allontanarla da quel pezzo di mondo che voleva raccontare. Perché son complesse le dinamiche tra Elvira, il Bey, Isabella e Lindoro viste con gli occhi moderni, e allora val la pena di accantonare i giudizi e lasciarsi trasportare, tra risa di cuore e a denti stretti, nell’Algeria del tempo che fu.
Applausi scroscianti alla prima di giovedì 5 giugno, il pubblico si è fatto sentire caloroso per tutti gli interpreti. Primo fra tutti Paolo Bordogna, che ha dovuto abbandonare i panni di Mustafà poco prima che finisse il primo atto a causa di una indisposizione. Prontamente sostituito da Adolfo Corrado, che ha dato continuità canora al protagonista con grande professionalità. Un imprevisto in scena gestito nel migliore dei modi, per l’opera e per il pubblico.
Accanto a loro Jessica Ricci nei panni di Elvira e Dave Monaco come Lindoro; entrambi hanno dovuto (e saputo) calibrare voce e recitazione. La soprano Ricci è stata capace di far risaltare la propria interpretazione canora anche nei momenti in cui Elvira doveva apparire più estremizzata nel suo ruolo di donna abbandonata. Monaco ha invece accompagnato al canto la capacità di gestire un personaggio la cui ironia è centrale, riuscendo a usare il corpo per completare il lavoro vocale.
Al centro della scena c’era però lei, Isabella, a cui ha dato voce Chiara Amarù, portando sul palco una donna energica, capace di giocare coi sentimenti e con le ambizioni altrui e di mostrarsi fiera di ciò. Il palco è suo, ci si muove con sapienza anche nei pezzi accanto a Taddeo (Misha Kiria), è protagonista e lo sapremmo anche senza conoscer la trama.
Al centro della scena c’era però lei, Isabella, a cui ha dato voce Chiara Amarù, portando sul palco una donna energica, capace di giocare coi sentimenti e con le ambizioni altrui e di mostrarsi fiera di ciò. Il palco è suo, ci si muove con sapienza anche nei pezzi accanto a Taddeo (Misha Kiria), è protagonista e lo sapremmo anche senza conoscer la trama.
Kira, Corrado e Monaco han dato il loro massimo in “Pappataci! Che mai sento”, il celeberrimo terzetto che più mette in luce il carattere buffo dell’Opera.
A completare il cast Maria Elena Pepi, che riesce a mettere in scena una Zulma che non si perde dietro alla sua Elvira né la sovrasta, e Alejo Alvarez Castillo come Haly. Suo il meno ironico tra tutti i ruoli, e l’interpretazione ne segue la serietà per tutta l’opera, esclusa l’aria al secondo atto; in quei pochi minuti Alvarez Castillo mette tutto ciò che prima non ha avuto modo di portare, così da valorizzare bene quell’Haly che altrimenti rischia d’esser solo funzionario e burocrate.
L’Italiana in Algeri proposta dall’Opera di Roma è riuscita a superare gli imprevisti della prima e a farsi apprezzare dal pubblico. Un’opera buffa in mezzo a una stagione complessa come quella che vuol parlare di potere, portata in scena con tutti i crismi del suo tempo. Senza cercare per forza una connessione, stilistica o di temi, col contemporaneo, lasciando che l’unico legame fosse quello tra Rossini e il pubblico di oltre due secoli più tardi che ancora ne apprezza la freschezza e l’ironia.

ph © Rosellina Garbo
Chi nell’opera sa trovare ogni ambito della vita umana, passata e presente, ne avrà potuto trarre riflessioni e commenti adatti anche all’oggi. Ma è l’intimo dello spettatore a farlo, non v’è bisogno di una forzatura registica che dimostri a tutti i costi che ogni opera è traslabile avanti e indietro nei secoli.
Sono i temi e la musica, non le ambientazioni, a far della lirica arte eterna.
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L’Italiana in Algeri – Musica Gioachino Rossini – Libretto di Angelo Anelli – Regia Maurizio Scaparro – Direttore Sesto Quatrini – Regia ripresa da Orlando Forioso – Maestro del Coro Ciro Visco – Scene Emanuele Luzzati – Costumi Santuzza Calì – Luci Vinicio Cheli – Teatro dell’Opera dal 5 al 12 giugno 2025
PERSONAGGI INTERPRETI
Mustafà Paolo Bordogna / Adolfo Corrado 6, 8, 11 giu
Elvira Jessica Ricci*
Zulma Maria Elena Pepi*
Haly Alejo Alvarez Castillo*
Lindoro Dave Monaco / Antonio Mandrillo 6, 11 giu
Isabella Chiara Amarù / Laura Verrecchia 6, 8, 11 giu
Taddeo Misha Kiria / Vincenzo Taormina 6, 8, 11 giu
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
*Dal progetto “Fabbrica” – Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Allestimento Teatro Massimo di Palermo