Roma, Tosca e Anna Magnani

L’opera di Giacomo Puccini a Caracalla va in scena sul bianco, tra abiti che parlano e omaggi cinematografici

Il bianco della scenografia di Massimiliano e Doriana Fuksas è il primo impatto che lo spettatore ha con la Tosca di Puccini in scena a Caracalla ancora per tre serate (3, 7 e 9 agosto) con la regia di Francesco Micheli. Tutto quel bianco così lontano dalla Roma del 1800, l’anno in cui si svolgono le vicende dell’opera di Puccini. Di Roma sembrano esserci solo le rovine del plesso termale, sfondo allo sfondo.

Tosca

Comincia così questa Tosca, con il Sagrestano (Domenico Colaianni) e Mario Cavaradossi (Vittorio Grigolo, la cui voce è sempre garanzia di personaggi intensi) che appaiono nel bianco e lo riempiono con le loro voci. Allora sì, il vuoto è pieno, si può cominciare, ciò che mancava è ora presente, la scena sono loro.

L’acustica ottima nel caldo estivo, interrotta qua e là solo dal traffico lontano– la vita che scorre accanto all’arte – favorisce il completarsi dell’idea prima di questo bianco: lasciare che ogni cosa la faccia chi è in scena.  Cantare, certo.  La meraviglia di Sonya Yoncheva, magnifica Tosca, la voce potente – come potente il suo personaggio – di Roberto Frontali nel ruolo di Scarpia, e ancora Vladimir Sazdovski calato nei panni di Angelotti, motore della vicenda. Ma c’è di più, in questo nulla dove la creazione è in mano agli artisti in ogni senso.  La recitazione si fa mimo, quel particolare modo d’interpretare che richiama alla mente i bambini o i comici ora si sposa col rigore della lirica, chiedendoci di immaginare le porte e i luoghi di Roma. Sant’Andrea della Valle, Palazzo Farnese, Castel Sant’Angelo ora vivono nella nostra immaginazione, li possiamo visualizzare attorno ai protagonisti mentre con piccoli gesti ricostruiscono quel che altrove farebbe fisicamente parte della scena.

Giochi di luci e di scritte completano la scenografia. Non riempiono lo sfondo, sono per lo più segni che vagano, che ci riportano idealmente la concezione di chiesa, di sangue, di amore, una sorta di scenografia concettuale che utilizza anche le colonne delle Terme alle spalle del palco. Frasi in latino, parole, sono sottili aggiunte che a volte rimangono celate, oscurate dalla concentrazione sui protagonisti, ma quando si notano son piacevoli dettagli.

Non sono invece dettagli ma protagonisti gli abiti, lavoro della costumista Giada Massi.  Una scelta curata che vuol rimarcare la differenza tra i due momenti dell’Opera. Il bianco e il rosso sono caratteristici del primo atto, il nero e l’oro del secondo.  Si divide l’inizio dalla fine, l’amore di Tosca e Cavaradossi dal loro addio, il puro del quotidiano dall’oscuro del potere, della violenza e in fine della morte. 
Ed è nei costumi che si sceglie di preparare l’omaggio ad Anna Magnani, la caratteristica più peculiare di questa Tosca per Caracalla 2024. Alcune foto dell’attrice vengono proiettate già nel corso del primo atto, e sul finale di questo tutta storia di Roma sembra convivere sulle sue rovine, negli attimi in cui la proiezione cambia e diventa quella dell’iconica scena ultima di Roma città aperta.

Anna Magnani, che in Avanti a lui tremava tutta Roma interpretava Ada, cantante lirica impegnata proprio nel ruolo di Floria Tosca durante l’occupazione della città.
Anna Magnani che faceva Tosca, e qui Tosca fa Anna Magnani.  Il cambio è proprio nei costumi, i tacchi alti, la sottoveste, il capello tipico dell’attrice.  Un salto scenico che si comprende pur non sposandosi completamente col resto dell’opera, eccezione fatta per i militari incaricati di toglier la vita a Cavaradossi, il cui cappotto in panno verde accompagnato da stivali alti può riportare alla mente i soldati tedeschi del periodo dell’occupazione.  Certo è che se Roma manca nella scenografia l’omaggio ad Anna Magnani la fa tornare protagonista, ricordandoci dove siamo, nell’Opera e nella realtà.

Tosca

Applausi per l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, diretta dal Maestro Antonino Fogliani, che ha accompagnato lo spettacolo e per il Coro del Teatro dell’Opera di Roma e il suo maestro, Ciro Visco, impegnati nel primo atto. Così come per il giovanissimo Marcello Leonardi, la cui voce bianca è stata in scena all’inizio del secondo atto, nella breve cantata in romanesco, come una piccola perla. 

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Tosca di Giacomo Puccini – Direttore Antonino Fogliani – Regia Francesco Micheli – Maestro Del Coro Ciro Visco – Progetto Scenografico Massimiliano e Doriana Fuksas – Costumi Giada Massi – Video Luca Scarzella, Michele Innocente, Matteo Castiglioni -Movimenti Coreografici Mattia Agatiello – Luci Alessandro Carletti – Drammaturgia Alberto Mattioli

Personaggi e Interpreti: Sonya Yoncheva (Tosca) – Vittorio Grigolo ( Mario Cavaradossi) –  Roberto Frontali (Barone Scarpia) –  Domenico Colaianni (Il Sagrestano) –  Saverio Fiore (Spoletta) – Vladimir Sazdovski (Angelotti) –  Daniele Massimi (Sciarrone) –  Fabio Tinalli  (Un Carceriere) – Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera Di Roma con la partecipazione della Scuola di Canto Corale – Terme di Caracalla, 5, 17, 24, 26, 31 luglio – 3,7,9 agosto 2024.

Foto di copertina Sonya Yoncheva e Vittorio Grigolo