Prossima puntata

“Prossima puntata” al Trastevere: la recensione

Un copridivano di Bob Marley, a colazione corn flakes e latte – tutto quello che è rimasto –, Netflix e qualche canna prima di andare a dormire. Questa sembra la vita tranquilla di tre ragazzi squattrinati, ma ognuno di loro nasconde, e neanche troppo bene, i propri demoni. “Prossima puntata”, scritto e diretto da Valeria Wandja, è la storia in tre atti di tre giovani già disillusi, che non riescono a trovare un posto nel mondo, schiacciati dalle pressioni sociali e arresi alle dipendenze.

Massimo, Vittoria e Diana combattono ognuno la propria guerra interiore

Massimo (Gabriele Planamente) si alza all’ora di pranzo, aggiunge un po’ di lexotan nella tazza con i cereali e l’unico pensiero che ha è quello alla prossima puntata. Una volta vedeva il bello in ogni cosa: nel tramonto da un punto nascosto della periferia di Roma, nei calzini di Natale, nel cocktail preparato bene, anche nel tonno scontato. Ha perso questo potere, perché emozionarsi per le piccole cose è a tutti gli effetti un potere, e ora non gli rimane nulla. Non ha un lavoro, non riesce a pagare le bollette e si sente un fallito, un peso per la società. L’unico momento senza paura lo prova davanti a un computer, su qualche sito di scommesse. La sua ludopatia e gli psicofarmaci che assume sono un mix troppo pesante per un ragazzo che non riesce a liberarsi dei suoi mostri.

Nel frattempo, la sua amica e coinquilina Vittoria (Deborah Ponzo) cerca di trovare una serenità effimera nella meditazione, nello yoga, nell’atmosfera mistica dell’incenso. Anche lei in preda all’ansia, cerca di zittire via le voci nella sua testa. Va in discoteca, cerca del sesso occasionale che però si trasforma in violenza, si ubriaca. Nel suo nido, circondata dalle fragranze vegetali, trova un momento per sé stessa. Respira, inspira, respira, inspira. Le voci sono troppo insistenti e i sensi di colpa sono enormi. Anche per lei tenere a bada il tormento è diventato impossibile.

Diana (Valeria Wandja) è gay. Ha paura di rivelarlo alla sua famiglia del Camerun, si vergogna dei pregiudizi. Vorrebbe aiutare Massimo, ma anche lei deve fare i conti con quello che si tiene dentro. Ostaggio dell’angoscia, vive in un mondo tutto suo. Si sente sé stessa solo quando canta, quando riesce a far sentire che è più forte di quello che pensa.

Trovare la forza di chiedere aiuto a chi ci sta vicino

Le vite dei tre giovani si intersecano in un mondo fatto di paranoie, dove neanche il più piccolo piacere riesce ad attecchire. “Prossima puntata” è il racconto di una generazione schiacciata dalle aspettative, dal timore di mostrarsi. In tre atti vengono affrontati i temi della ludopatia, dell’abuso sessuale e dell’omosessualità con un linguaggio diretto, senza giri di parole. Gli attori trasmettono con efficacia quel senso di sottomissione alla paura che molti ragazzi si trovano a dover affrontare.

Lo spettacolo offre uno spunto importante per parlare di problematiche attuali sulle quali i dibattiti non devono mai finire. La colpevolizzazione della vittima dopo una violenza, la dipendenza dal gioco d’azzardo e la paura di essere chi si è veramente. È una scrittura fresca e allo stesso tempo profonda. “Prossima puntata” è un testo significativo interpretato da ragazzi preparati che riescono a coinvolgere il pubblico e le loro emozioni. Alla fine, bisogna riuscire a far prevalere le nostre forze sulle nostre angosce, cercando aiuto in chi chiunque possa darcelo.

C’è anche un balletto finale molto carino, come un musical!