Pinocchio, il bambino fatto di circuiti

Al Teatro Lo Spazio la compagnia Radio play Live ha portato in scena, sotto forma di radiodramma, il suo Pinocchio ambientato ai giorni nostri.

Un Pinocchio moderno ma raccontato alla radio. È questa l’idea di Pinocchio 2025” andato in scena martedì 25 febbraio al Teatro Lo Spazio come radiodramma della compagnia Radio play Live, e adattato da Aurora Piaggesi, in scena come presentatrice e conduttrice.

Ispirato ai radiodrammi degli anni 30-40, la serata si svolge con gli attori sul palco, vestiti come i loro personaggi, ma senza azione. Fa tutto la voce, accompagnata dagli effetti, anche questi prodotto in diretta, della sound designer Giulia Ventura

In questo caso però il salto nel passato fatto dal mezzo è stato accompagnato da una rivisitazione in chiave attuale della fiaba di Collodi, con un Pinocchio (Marta Vinci) robot e un Grillo (Tiziana Galliani) intelligenza artificiale. Il tutto è adattato con estrema cura, dal Geppetto (Michele Fontana) inventore che crea per sbaglio un robot privo del dispositivo che ne regolerebbe l’azione, la mancanza di senno del burattino originario, al Gatto e la Volpe (Giovanni Cipolletta ed Elena Fiorenza) che consigliano di investire sì, ma in criptovalute, fino alla Fata Turchina (Alexandra Caraba), ex CEO di una Big Tec da cui è fuggita per darsi alla vita rurale e a Mangiafuoco (Danilo Brandizzi), youtuber da migliaia di follower. Senza dimenticare Lucignolo (Valentina Orti) che dal magico mondo dei soldi facili grazie a web e reality show e attratto.

Quello che nel racconto originario è il paese dove Pinocchio si perde qui diventa una fiera della tecnologia, dove Geppetto vorrebbe solo adeguare il suo robot agli standard necessari per farne un prototipo, il numero uno di chissà quanti robot-bambini. Ma nel caos generale Pinocchio segue ciò che lo attrare; influencer, affabulatori, successo facile. Il tema della scuola qui non è neanche accennato, ma sta nei fatti.  Criptovalute, followers e denaro sembrano a portata di mano per un robot che vorrebbe esser ricco e famoso come il suo idolo, e per salvarlo servirà un mix di intelligenza artificiale e bontà umana, quella che ancora, per fortuna sua e di tutti noi, esiste.

Il risultato è brillante, niente sembra fuori luogo; se Collodi fosse nostro contemporaneo potrebbe immaginare la stessa storia in un modo pressoché identico, pronto a trarne la stessa morale con personaggi vicini ai bambini di oggi. Perché se il ruolo della fiaba è insegnare qualcosa, raccontare tramite storia i problemi e i rischi del mondo, questo Pinocchio 2025 riesce a farci immergere nei pericoli dell’attuale. In un mondo dove il web è al centro di tutto fin dalla prima infanzia non sono più i burattinai o i paesi dei balocchi ad attrarre i bambini e preoccupare i genitori, ma quel che succede oltre gli schermi che rendono il digitale fin troppo reale. Sedere in sala sapendo di dover ascoltare molto più che guardare non sminuisce l’esperienza, anzi permette di dar maggior peso ai toni, agli accenti – da sottolineare quello toscano del robot-Pinocchio -, a ciò che dice la voce da sola, senza il corpo. Rimane intatta l’esperienza del teatro come forma d’arte che permette di creare empatia tra spettatore e attore, priva di intermediazione tecnologica, a proposito di contemporaneità e nuovi media. 

Pinocchio 2025 ha portato al Teatro Lo Spazio una nuova prospettiva sulla favola che tutti conosciamo, permettendo a chi l’aveva letta o ascoltata da bambino di guardarla con occhi nuovi. 
Pian piano i ricordi comuni di albi illustrati o cartoni tratti dal romanzo sono scomparsi, lasciando spazio all’immaginazione e alla novità. A questo ha contribuito l’utilizzo dei costumi, vantaggio che il teatro ha sul radiodramma classico, e una menzione speciale è da fare alla Fata Turchina, il cui tradizionale azzurro oltre che nelle vesti era visibile trai lunghi capelli intrecciati, da vera fashion victim del nuovo millennio. 

Si sa che gli adattamenti contemporanei, qualsiasi sia il mezzo scelto, sono sempre un rischio. Pinocchio 2025 lo corre e lo supera dimostrando come ci siano dei lati dell’essere umano, positivi e negativi, definibili intrinsechi. Non cambiano, si adattano a ciò che hanno davanti. Così per il Gatto e la Volpe, così per Mangiafuoco, ma così anche per Geppetto, chiamato a fare il padre in un mondo sempre più complesso.

E così per il Grillo, che qui è un’ottima intelligenza artificiale, ma c’è da augurarsi che sia solo un gioco; di tutto ciò che le macchine possono fare si spera non siano mai incaricate di sostituire la coscienza umana.

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Pinocchio 2025 – A cura di: Aurora Piaggesi – Con: Marta Vinci-Danilo Brandizzi- Elena Fiorenza- Giovanni Cipolletta- Michele Fontana- Tiziana Galliani- Alexandra Caraba- Aurora Piaggesi- Valentina Orti – Sound Design e Rumori dal Vivo: Giulia Ventura – Teatro Lo Spazio 25 e 26 fabbraio 2025