“Vi fa molto ridere questa mia poesia? – dice l’attore al pubblico che si sbellica – Ci ho messo cinque anni per scriverla!” Qui sta la chiave del varietà, da qui il titolo: Non c’è niente d ridere. In questo spazio irreale si avvicendano un Attore e un’Attrice: il maestro Peppe Barra (celebre figura maschile del duo dei tempi d’oro assieme alla mamma, la grande signora Concetta Barra) e Lalla Esposito (l’ultima sciantosa dei tempi moderni).
Lo spettacolo, inserito nella sezione “altri percorsi” della stagione teatrale 2022/2023 del teatro Parioli di Roma ( e che sarà in scena fino a domenica 13 novembre) è un tripudio di emozioni. Macchiette, canzoni, monologhi del vecchio Caffè Chantal e surreali parodie del teatro classico napoletano, rappresentano le situazioni drammatiche della coppia teatrale, fino all’inatteso finale pulcinellesco, di comica e malinconica poesia.
Un cabaret erede di quelli che si celebravano una volta che incuriosisce, sorprende e diverte, fin dalla prima scena. Alla regia Lamberto Lambertini, agli strumenti Giuseppe di Colandrea (clarinetto), Agostino Oliviero (violino e mandolino) e Antonio Ottaviano (pianoforte). Musiche di Giorgio Mellone, scene Carlo di Martino, costumi Annalisa Giacci, luci Francesco Adinolfi, assistente alla regia Francesco Esposito. Direttore di scena Giuliano Gargiulo, fonico Gianluca Guidone, sartoria Anna Giordano, organizzazione Chiara Guercia.
La scenografia raffigura un palcoscenico dal punto di vista degli attori con il sipario, le quinte con i palchetti accesi come fondale e le luci della ribalta contro il pubblico. Peppe Barra veste i panni di Pulcinella ( morto che scende in terra per vedere che fine ha fatto la sua Colombina , che invece ritrova furiosa perché si credeva abbandonata). Piano piano, sull’onda dei ricordi, sommersi dalla nostalgia di un’epoca perduta, che non tornerà mai più, si alternano bisticci, dolci parole d’amore e duetti; infine i protagonisti si abbracciano per andarsene insieme in Paradiso. Uno spettacolo dal ritmo incalzante, fatto di continui cambi di scena, di luci tiepide d’amore, di costumi meravigliosi, insomma uno spettacolo d’Attore, come si diceva un tempo, sostenuto e arricchito dalle musiche dal vivo.
E poi c’è Lalla Esposito, che veste i panni di Colombina in maniera magistralmente insolita. E’ una Colombina che ricorda un pò Donna Zenobia di Circo Equestre Sgueglia più che Filumena Marturano, è una Colombina sapiente di vita e che respira musica. La sua recitazione, che si ispira al “tutto ricordare, tutto dimenticare” di Neiwiller celebra la riscoperta della bellezza artistica. Attrici così mostrano una tale venerazione per la scena che è commovente.
Peppe Barra e Lamberto Lambertini, di nuovo insieme, ripropongono a Roma uno spettacolo che, con lo stesso amore di quel Teatro che con la grande Concetta Barra, riuscì, per dodici anni, in Italia e nel mondo, a emozionare pubblico e critica facendosi ambasciatori della vera arte. Oggi che possiamo finalmente tornare a vivere d’arte dopo il periodo oscuro della pandemia, torniamo a divertirci e ad applaudire a piene mani col cuore pieno di gioia.
“Talento ne tenimmo, avimmo ingegno:nu poco sulo ca ce sustenimmo, cunquistarrammo chillu posto degno (..)Quanno na cosa è bbona e è nata ccà, nu milione ‘e gente l’ha da dì. E vedarraie po’ Napule addò va, cu tutto ca è ‘o paese d’ ‘o ddurmì…
( talento ne abbiamo, abbiamo ingegno: solo un poco ci sosteniamo e conquisteremo quel posto degno (..) Quando una cosa è buona ed è nata qua, un milione di persone ne parlano. E vedrai poi Napoli dove va, che tutto qua è il paese del dormire)
Così diceva il grande Raffaele Viviani nella poesia Campanilismo del 1931 che qui ripropongo.