Al teatro India Nicola Russo porta quasi stesso, in un ricordo di gioventù e un incontro che sanno di umano
La povertà siede agli angoli delle nostre strade. Italiani, stranieri, persone comuni che da un giorno all’altro han perso tutto, o che non avevano niente dall’altra parte del mondo e si sono così imbarcate cercando qualcosa nella metà ricca del globo. Siedono invisibili, o visti per essere insultati, derisi, a volte massacrati. Siedono con le loro storie, il loro passato, a volte ancora i loro sogni per il futuro.
Christophe sedeva negli angoli di Parigi nell’estate del 1995, quando Nicola Russo l’ha incontrato e conosciuto. Una Parigi studiata attentamente per capire dove mettersi a fare – non chiedere – l’elemosina. Un incontro al volo tra due mondi diversi, tra due persone che non avrebbero mai avuto a che fare niente l’una con l’altra se non fosse stato per Christophe, che vede il ragazzo in un locale e gli lascia un volantino, lo rivede in un parco e gli parla. Ne segue uno scambio epistolare e poi più nulla finché Nicola non ritrova la lettere. Nasce così Christophe o il posto dell’elemosina, in scena fino al 28 aprile al Teatro India.
Per l’occasione il palco diventa anche platea.
Le sedie si collocano a destra e a sinistra di un immaginario corridoio centrale, dove si trova una panca.
Ma anche ponteggi, transenne, una strada di città che vive e si trasforma, i lavori che ingombrano i marciapiedi. Questa è la realtà di Christophe, della Parigi che gli fa da casa, in quotidiano di un ragazzo sulla trentina il cui vero nome è Sadi ma che ha preferito quello che si è scelto.
Nicola Russo cammina mentre si immedesima nell’amico di un tempo, e sullo sfondo uno schermo fa scorrere riprese in bianco e nero di Parigi, calandoci ancora di più nel luogo del loro incontro.
Ma potrebbe essere una qualsiasi metropoli europea quella dove le vite di un ragazzo in vacanza e un uomo che vive per strada si incontrano, perché più che di luoghi è una questione di persone.
Nei suoi vestiti semplici Russo diventa Christophe e ci racconta in un’ora quello che lui ha saputo durante i loro rapidi incontri e dalle lettere, che pian piano vengono mostrate sullo schermo.
La grafia stretta di Christophe, ordinata, l’indirizzo di Roma di Nicola Russo che probabilmente ha imparato a memoria.
E prima ancora la storia di quella vita, di come sceglie dove sedersi a fare l’elemosina, della cineteca e della biblioteca dove passa il tempo quando può.
Del suo vocabolario, unico oggetto “personale” da cui attinge parole nuove per poter esprimere meglio ciò che prova, che sente, che gli accade intorno, in quella parte di Parigi che ha eletto a sua casa dopo attenti ragionamenti.
Così attento ad occupare correttamente il suo posto nel mondo da non avventurarsi in zone inadatte al suo fare l’elemosina.
“Il posto dell’elemosina” del titolo è quello che Christophe cerca con attenzione, accuratezza, un lavoro vero quello del ragazzo invisibile per eccellenza. Il straniero, si autodefinisce. Sceglie anche l’errore linguistico per ricordare a sé e agli altri ciò che è.
Della storia di Nicola e Christophe come conoscenti, amici, corrispondenti, sappiamo poco.
A un certo punto lo scambio di lettere si interrompe, quasi come accadeva ai bambini che si conoscevano al mare prima della tecnologia. E così del futuro di Christophe abbiamo solo l’idea di Nicola, di cosa può essere accaduto quando la sua vita è andata avanti, la corrispondenza interrotta. Quando si è rialzato il muro che divide il ragazzo europeo, che nasce e vive nel suo paese, cittadino tranquillo del mondo occidentale, e il ragazzo immigrato, clandestino, lontano da casa, senza documenti.
Quando si parla di immigrazione molto spesso si riduce la questione ai numeri: sono meno, sono di più, quanti arrivano vivi, quanti muoiono in mare, per quanti abbiamo posto nei Centri, quanto è colma Lampedusa, quanti soldi stanzierà l’Europa. Numeri, cifre, elenchi puntati.
Nicola Russo attraverso Christophe ha ridato all’immigrazione la forma umana, di persona, di individuo.
C’è un individuo dietro ogni numero e una storia dietro ogni individuo. A volte sembra troppo facile fingere di non saperlo.
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Christophe o il posto dell’elemosina – Di e con Nicola Russo – Scene e costumi Giovanni De Francesco – Luci Giacomo Marettelli Priorelli – Suoni Andrea Cocco – Video Lorenzo Lupano – Assistente alla regia Isabella Saliceti – Foto di Laila Pozzo – Produzione Teatro dell’Elfo – Teatro India dal 24 al 28 aprile 2024