Margherita Vicario si mette in gioco con il suo disco cercando di fare “Bingo”

Margherita Vicario, cantante e attrice, dopo aver preso parte a film e serie televisive, fra cui i Cesaroni e il più recente Nero a metà, è uscita con il secondo disco “Bingo”, pubblicato il 14 maggio 2021 per INRI Torino e Island Records, prodotto da Davide Pavanello (Dade). In seguito al debutto di inediti “Minimal Musical”, sta continuando a cavalcare l’onda di un percorso musicale versatile e a tratti irriverente. Un Iter alimentato dalla voglia di trasmettere messaggi ragguardevoli più che concretizzarsi in esibizionismi melodici.

L’artista nell’album si ritrova a fare i conti con un mondo completamente in subbuglio, e i riferimenti alla contemporaneità non sono puramente casuali. Mossa da un forte senso critico non le manda a dire a nessuno. Il merito è di una solida coscienza che le permette di guardarsi dentro per poi cogliere sgomenta vizi e virtù del vivere sociale, delineando fenomeni dei nostri giorni in alcune delle più sane rivelazioni, affiancate dalle molte ridicole messe in scena.

Nella copertina, estremamente mirabile per la ricchezza espressiva aggiunta, Margherita, fa capolino dai tendoni di un sipario e sembra palesarci di non aver a che fare con uno “show”, le canzoni sono perfettamente in linea con la realtà attuale. Dalla sua mano piovono dei coriandoli, che potrebbero simboleggiare l’avvincente rappresentazione delle parole che attecchiranno tempestivamente sulla sensibilità dell’ascoltatore.

La scrittura dei brani di cui è l’unica autrice, è frutto di un’insaziabile meticolosità nella scelta del linguaggio, contraddistinto da un umorismo tagliente e intimidatorio, ma altresì autentico, coniugato a ingegnose paronomasie. I testi si prestano a una chiave di lettura univoca, che esita a provocare fraintendimenti.

Tutti i pezzi, dai ritmi pop alternativi, entrano, a mo’ di trip incalzanti, nelle orecchie fin dalle prime note. Èinevitabile non rimanere col fiato sospeso nel sentirli soffermandosi su ogni singola strofa. Tra questi spicca “Giubottino” in cui la caoticità dell’universo femminile viene dissimulata da una schiettezza accattivante. “Mandela” ci trasporta in territori lontani ripercorrendo le tappe di una passeggiata-tipo fra le strade romane, dove un’infinità di etnie la fanno da padrone. “Abaué” racconta in modo romanzato la morte di un trap boy, che si mescola a un inno corale, liberatorio.

Non mancano richiami all’accettazione della propria percezione di sé. “Come va” e “Come noi” segnano l’epilogo di viaggi senza filtri nell’interiorità. Paure e aspirazioni tagliano le radici con la rassegnazione, ed escono allo scoperto convertendosi in audace forza di volontà. “Pincio” nasce dalla necessità inguaribile di custodire il legame con un affetto caro, che non si affievolisce con il passare del tempo, portandosi dietro una commovente scia di nostalgia.

A valorizzare le tracce sono tre duetti; “Romeo” in collaborazione con Speranza, mette a tacere l’insofferente tendenza nell’abituarsi ai femminicidi. “XY” feat. Elodie, nella quale insieme ricalcano le differenze tra i due sessi, auspicandosi che smettano di diventare causa di divario. “Piña Colada” assieme a Izi, singolo in cuismanie di poco conto si risvegliano all’unisono avendo la meglio sui sogni più ambiti.

In questo lavoro si celano accenni di recitazione, la tracklist è pensata e realizzata similmente a un copione teatrale. Margherita canta in plurime tonalità, servendosi di dialoghi fittizi con se stessa. A rispondere perentoriamente sembra essere una sorta di alter ego che la sa lunga sul da farsi, o semplicemente è soltanto la parte razionale di una personalità carismatica. Ed è agli effetti curativi della sua voce che è dedicata “Dna”, voce che sa divenire grido d’incitamento nel trattare narrazioni intransigenti, ma anche addolcirsi se tocca aspetti intimi.