L’Otello al Globe, psicologia ed emozioni in una sera di fine estate

Le temperature serali meno miti accompagnano la fine della stagione 2023 del Globe Theatre, che saluta agosto ed entra in settembre con Otello.
Il dramma Shakespeariano passa per le mani di Marco Carniti, regista e responsabile dell’adattamento del testo, che opta per un’analisi intimista, psicologica. Pur non toccando i luoghi e i tempi Carniti propone Otello quale essere umano che attraversa le epoche, esempio della debolezza della psiche, fragilità incapace d’essere incastrata in un secolo o in un momento solo.

Siamo direttamente a Cipro, e a condurci nel dramma e Iago, magistralmente interpretato da Paolo Sassanelli. È lui che tira le fila della pazzia di Otello (Maurizio Donadoni), che architetta il piano che andrà oltre il suo desiderio di vendetta.
Il palco quasi spoglio, solo tre pedane che ruotano e cambiano direzione per costruire le scene e le sbarre che sanno farsi gabbia nei momenti più pesanti, lascia tutto alla bravura del cast.
Emerge questa nel carattere dei protagonisti, che la recitazione porta fuori battuta dopo battuta.
Così abbiamo in Iago malizia e cattiveria, in Otello il progredire della gelosia e della violenta follia a cui questa lo conduce, in Roderigo (Gigi Palla) tutta l’inesperienza del giovanissimo e in Desdemona (Maria Chiara Centorami) la delicatezza e la sofferenza dell’accusata ingiustamente, accompagnata dalla sempre fedele Emilia (Loredana Piedimonte).
L’interpretazione di questo Otello di fine estate è tutta emotiva. Il testo quasi non importa, è il modo in cui si esprimono gli attori a farla da padrona. Se in platea ci fosse qualcuno che l’italiano lo mastica poco o niente non avrebbe difficoltà a seguire quello che succede, perché il tono, l’atteggiamento, il modo di porsi di ogni personaggio sono sufficienti.

Mariachiara Centorami e Maurizio Donadoni

Il lavoro di adattamento di Carniti tiene in equilibrio tutte le emozioni che ci si aspetta dallo spettatore, che si tratti di rabbia, di dolore o, perché no, delle risa trattenute che sa scatenare Iago. Perché la sarcastica malizia con cui ragiona in monologo a volte non è lontana dai pensieri più faticosi che ogni mente umana sa concepire.
Al contrario l’atmosfera è più leggera, almeno negli atti iniziali, grazie a Cassio (Massimo Nicolini) e Bianca (Antonella Civale), inconsapevoli non solo del destino segnato, ma anche del dolore che Iago sta provocando in tutta l’isola. Un concatenarsi di eventi, una vendetta che pian piano diventa fine per tutti, senza mezzi termini.
Un applauso a parte va poi dedicato a Dario Guidi, la cui meravigliosa voce solista apre la rappresentazione, e che forse avremmo voluto sentir cantare di più.

L’atmosfera di Villa Borghese sa rendere lo spettacolo ancora più vivo. Le esibizioni all’aperto acquistano volenti o nolenti anche ciò che accade intorno a loro, che siano i rintocchi di una campana o il volare di uno stormo. La notte romana diventa lo sfondo delle notti cipriote in cui tutto succede, le notti di Cassio e di Otello, di Iago e Desdemona, degli amanti e dei malvagi.
Si è a Roma e si è altrove più di quanto succeda all’interno della buia sala del teatro, e a volte quasi si fatica a distinguere realtà ed eventi sul palco. Tutto si fonde e confonde.

In quest’estate scandita, come troppe, dal susseguirsi di femminicidi rappresentare Otello rischia di divenire complesso. C’è bisogno di un punto di incontro tra l’opera classica, tra ciò che Shakespeare voleva trasmettere e raccontare, e un mondo che è cambiato. È lì che si inseriscono la cultura, lo studio, la consapevolezza che ci salvano dal voler correre alla censura, al nascondere tutto ciò che con gli occhi di oggi criticheremmo.
Carniti non sceglie, e fa bene, di stravolgere Otello per mutarne il suo senso che oggi potrebbe dirsi complesso.
È il Globe Theatre che ci mette del suo, con la registrazione che passa prima dello spettacolo e durante l’intervallo. Nomi di donne, nomi di donne uccise negli ultimi anni. Sono tanti, e sentirli così in fila scatena la riflessione, soprattutto quando ci si accorge che alcuni, anche per le complesse vicende giudiziarie, si ricordano meglio di altri, che passano e vanno senza lasciar un segno più forte del servizio al telegiornale.
Per ricordare, per riflettere. Non la statistica ma i nomi, le vite, le persone.


Otello di William Shakespeare – Traduzione e adattamento: Marco Carniti – Regia: Marco Carniti Desdemona: Maria Chiara Centorami – Bianca: Antonella Civale – Otello: Maurizio Donadoni
Graziano: Dario Guidi – Iago: Paolo Sassanelli – Ludovico: Sebastian Gimelli Morosini – Montano 1° Senatore: Matteo Milani – Cassio: Massimo Nicolini – Roderigo: Gigi Palla – Emilia: Loredana Piedimonte

Musiche: David Barittoni – Giacomo De Caterini – Costumi: Maria Filippi – Direzione tecnica: Stefano Cianfichi – Disegno luci: Umile Vainieri – Disegno audio: Daniele Patriarca – Aiuto regia: Lonano Francesco – Scene: Fabiana Di Marco – Coach vocale: Francesca Della Monica – Cantante Solista: Dario Guidi – Arena Globe Theatre Dal 31 agosto al 17 settembre