“Le allegri comari di Windsor” alla Sala Umberto: La recensione


di Miriam Bocchino

 

 

“Le allegri comari di Windsor”, in scena al Sala Umberto fino al 16 febbraio, è uno spettacolo tratto dalla commedia di William Shakespeare, pur tuttavia essa viene totalmente trasformata e resa “altro”.

La scrittura di Edoardo Erba e la regia di Serena Sinigaglia rendono l’opera eccentrica, sopra le righe ed in grado, con piacevole leggerezza, di raccontare una storia, coinvolgendo il pubblico.

Sulla scena un salotto, interamente bianco e quattro donne, anch’esse adornate di bianco. Il bianco simboleggia il candore e l’innocenza ma nessuno delle quattro può dirsi portatrice di tali qualità.

Le due allegre comari, la signora Page e la signora Ford insieme alla giovane Anne Page e alla serva Quickly calcano il palcoscenico, preannunciate dalla musica suonata dal vivo del giovane fisarmonicista Fenton.

La signora Page ha ricevuto una lettera d’amore da Falstaff, stessa missiva ricevuta anche dalla signora Ford. Le due, dopo velati convenevoli e chiacchiere tese a dimostrare il valore dei loro mariti (figure ormai sbiadite di antica mascolinità) svelano il loro segreto. Le due lettere si scopriranno essere uguali e ciò diverrà motivo di vendetta con la conseguente intromissione della serva Quickly e della figlia della signora Paige, Anne.

La vendetta per l’onta subita sarà articolata come una commedia, da mettere in scena dopo aver fatto le prove. Quickly interpreterà Falstaff, in quanto colei che lo conosce meglio per il suo ruolo di portatrice delle missive mentre Anne, nella prima versione della vendetta, interpreterà una semplice statua greca.

Nei frattempi delle prove si interpongono le richieste di Anne alla madre e i suoi “sbaciucchiamenti” con Fenton. Ella vuole sposare Fenton ma i genitori sono di un’altra opinione e preferiscono darla in sposa ad altri due pretendenti. La serva Quickly, bizzarramente vestita con un sedere prosperoso e finto, cercherà di aiutare la fanciulla, la quale è meno ingenua e candida di come la madre si aspetti.

Le donne ordiscono, si interrogano e cercano svago dalle loro monotone vite. La signora Paige e la signora Ford, dai modi distinti contrapposti a quelli di Quickly, grezzi e volgari, rappresentano donne borghesi, nascoste dietro ai convenevoli e mai veritiere nei loro desideri. Falstaff merita davvero la loro vendetta oppure egli ha compreso la loro vera natura, fatta di desideri inespressi?

Gli uomini, sul palcoscenico, tranne Fenton, sono protagonisti non visibili. Le donne ne parlano, li interpretano ma non li rendono “manifesti”.

“Le allegre comari di Windsor” è uno spettacolo lieve, ironico ed intelligente. Non ha velleità “altre” se non quelle di rappresentarci delle donne, annoiate della loro vita e in cerca di qualcosa che le allontani momentaneamente dall’abitudine e dall’ozio. Tuttavia, ci racconta anche di come spesso la vera natura è celata dietro artifici e convenzioni. Per fare ciò utilizza l’eccentricità, espressa nei vestiti, nell’abbigliamento, nei gesti e nella voce.

La musica suonata dal vivo e le canzoni intonate dai protagonisti rendono l’opera ancor più piacevole.

Cast:MILA BOERI, ANNAGAIA MARCHIORO, CHIARA STOPPA, VIRGINIA ZINI  – ALLA FISARMONICA GIULIA BERTASI – SCENE FEDERICA PELLATI –   COSTUMI KATARINA VUKCEVIC

LUCI GIULIANO ALMERIGHI  – CONSULENTE MUSICALE FEDERICA FALASCONI – ASSISTENTE ALLA REGIA GIADA ULIVI

Regia di SERENA SINIGAGLIA – Produzione di FONDAZIONE TEATRO DI NAPOLI – TEATRO BELLINI E ATIR TEATRO RINGHIERA

 

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