Al Teatrosophia la compagnia Chorosphoné ha presentato “La lacrima di Pierrot” per il concorso teatrale “Primo palcoscenico”
Nella terza serata del concorso teatrale Primo palcoscenico del Teatrosophia, venerdì sei dicembre, sono state le ragazze della compagnia Chorosphoné con La lacrima di Pierrot. Un omaggio alla maschera della commedia dell’arte, la cui lacrima risalta sul viso delle giovani interpreti.
Uno spettacolo quasi totalmente autonomo, perché Valeria Maria Lucchetti (autrice, regista e coreografa) e Angelica Dini (regista) sono anche due delle quattro interpreti. Accanto a loro in scena Ludovica Litterio e Sara Morassut, mentre per la parte della coreografia Lucchetti è stata accompagnata da Pamela Micarelli. Un lavoro tutto al femminile che ha provato a unire teatro e danza.
Pierrot è in scena nei corpi di Lucchetti, Dini e Litterio, sono in tre a dargli vita. Sui loro visi è dipinta la classica lacrima della maschera, il segno inconfondibile di quella tristezza quasi atavica. Prima che la voce fanno parlare i loro corpi, si muovono con dimestichezza, conoscono l’arte della danza e lo si vede. La interrompe poi Valeria Maria Lucchetti, parla lei, dà voce a Pierrot e si rivolge alla luna (Sara Morassut) che entrerà in scena dopo dalla platea, vestita di lustrini e luccicante proprio come il satellite.
Il testo è poetico, estremamente, e lo è anche l’interpretazione che ne dà Lucchetti. Ciò che però fatica a integrarsi bene ne La lacrima di Pierrot è l’insieme delle cose. Sembra mancare una giuntura, qualcosa che tenga unite la danza e la recitazione, un punto di snodo tra le due arti che dia coerenza narrativa allo spettacolo.
Sara Morassut è un’ottima luna, nel corpo e nella recitazione riesce a farci sentire tutta la vanità consapevole e meritata dell’oggetto celeste, quella che gli umani le invidiano e un po’ bramano.E anche le sue parole sono curate al dettaglio, dalle rime all’utilizzo di parole evocative che saltano nella mente dello spettatore, catturandolo e portandolo con sé dentro l’animo di questa luna così conscia del proprio valore. Il peccato ne La lacrima di Pierrot è che l’attenzione posta in danza e testo non si sappia sposare come avrebbe dovuto. Si ha l’impressione di due lavori differenti, capaci di dare ottimi risultati ognun per sé ma non di comunicare tra loro.
A questo si aggiunge una mancanza di vera e propria scenografia, che non aiuta a ristabilire un ordine unidirezionale al progetto artistico. Dall’altro lato però non si possono non sottolineare le buone qualità delle interpreti, nella danza come nel recitato.
Tanti pezzi positivi, serviva solo un collante più forte che li tenesse congiunti, che collegasse di più la danza e il testo, questo Pierrot trino e la sua luna.
Un esperimento con punti di forza, buoni ma forse non sufficienti.
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La lacrima di Pierrot – di Valeria Maria Lucchetti – Con Angelica Dini, Valeria Maria Lucchetti, Ludovica Litterio e Sara Morassut – Coreografie di Pamela Vicarelli e Valeria Maria Lucchetti – Regia Valeria Maria Lucchetti e Angelica Dini – Compagnia Chorosphoné – Rassegna Primo Palcoscenico – Teatrosophia 6 ottobre 2024